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Provincia di ROMA
Capoluogo: Roma
Scheda
- Superficie: 5.351,81 Kmq
- Abitanti: 4.110.035
- Densità: 767,97 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 058
- Numero comuni: 121
Provincia di Roma - Ambiti
DEFINIZIONE La diversità geomorfologica e della composizione chimico-mineralogica dei suoli che formano questo comprensorio dà origine a una varietà di paesaggi e a una certa diversità della tipologia e della densità insediativa, oltre che delle attività socio-economiche. Un esteso tratto di costa, caratterizzato in prevalenza da lunghe spiagge sabbiose, una fascia di pianura costiera bonificata, un’ampia pianura di origine sedimentaria e rilievi di origine vulcanica e calcarea formano la struttura del territorio; il tasso più alto di crescita insediativa diffusa si è registrato lungo le coste e nell’hinterland romano -dove si sono concentrate le attività produttive- mentre le zone montuose appenniniche e preappenniniche nonché le dorsali vulcaniche sono ancora caratterizzate da un paesaggio antropico “antico”, in cui prevalgono gli insediamenti raccolti sulle cime e sui pendii dei rilievi oppure, nelle zone di origine vulcanica, lungo le creste e sugli speroni tufacei. Date queste caratteristiche geomorfologiche e insediative si può ipotizzare una suddivisione della provincia che, partendo dall’area metropolitana dell’Urbe, centro della circoscrizione in tutti i sensi ed enorme calamita per la forza-lavoro della provincia e della regione, vede disporsi a corona attorno a essa i seguenti sub-comprensori: i Colli Albani e i Monti Sabatini, una fascia che si estende da sud e sud-est fino a settentrione; la dorsale appenninica e preappenninica a oriente; la Bassa valle del fiume Tevere a settentrione; i Monti della Tolfa a nord-ovest .
Bassa valle del Tevere: Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella San Paolo, Fiano Romano, Filacciano, Morlupo, Nazzano, Ponzano Romano, Riano, Rignano Flaminio, Sant’Oreste, Torrita Tiberina.
[La BASSA VALLE DEL TEVERE ha rappresentato fin da tempi assai remoti una fondamentale via di comunicazione e di commercio, oltre che un vero e proprio confine naturale tra le genti latine ed etrusche; durante i primi decenni dell’alto Medioevo, inoltre, rivestì un’importanza strategica primaria fungendo da “corridoio” per i col
legamenti tra la nuova sede della capitale imperiale, Ravenna, e Roma, attraverso le terre conquistate dai goti. È il fiume, con i suoi meandri sinuosi, che disegna il paesaggio, ricamando la fertilissima e antropizzata piana di fondovalle nella quale scorre e che ha contribuito a formare nel corso dei millenni; alcuni piccoli tratti del suo corso, come la stretta di Torrita Tiberina, zona umida di un certo interesse naturalistico, e il piano di Ponzano ricordano ancora la sua bellezza, ormai in gran parte irrimediabilmente perduta. Il bacino artificiale del lago di Nazzano, con le sue rive scoscese di rocce gialle, offre riparo a numerose specie di uccelli acquatici -germani reali, aironi cinerini, aironi rossi, folaghe, aironi bianchi maggiori-, oltre che a una colonia di nutrie provenienti dal Sud America.]
Monti della Tolfa e fascia litoranea: Allumiere, Anzio, Ardea, Canale Monterano, Cerveteri, Civitavecchia, Fiumicino, Ladispoli, Nettuno, Santa Marinella, Tolfa.
[I MONTI DELLA TOLFA E FASCIA LITORANEA rappresentano gli estremi lembi del territorio provinciale verso nord e il mare Tirreno. Il litorale, che ha conosciuto negli ultimi decenni uno sviluppo edilizio di tipo residenziale assai pronunciato, è caratterizzato da spiagge lunghe di sabbia fine, alternate a scogliere ricche di anfratti e promontori calcarei. La vegetazione tipica della fascia costiera è la macchia mediterranea, con i suoi inconfondibili profumi di lentisco, cisto, ginestra, mirto, alloro e pino marittimo; questo, naturalmente, dove essa è stata risparmiata dall’azione distruttrice dell’uomo. I tormentati e selvaggi rilievi di origine vulcanica che costituiscono la catena della Tolfa, arsi dal sole in estate ma verdissimi in primavera, ospitano molte specie di orchidee selvatiche e danno rifugio a rarissime specie animali, come il biancone, il lanario e il lupo; lungo la costa, invece, oltre alle più comuni anatre selvatiche e agli aironi, è possibile avvistare i rari gabbiani còrsi e le sule. Civitavecchia, oltre a costituire polo di attrazione burocratico-amministrativo e commerciale, possiede uno scalo marittimo commerciale di primaria importanza; ad esso si affianca il porto turistico, commerciale e peschereccio di Anzio, da cui partono i collegamenti di linea per l’isola di Ponza. Il comune di Fiumicino, invece, è sede di un porto-canale adibito prevalentemente al traffico di petroliere. Ma l’infrastuttura più importante di Fiumicino è l’aeroporto di Roma/Fiumicino (“Leonardo da Vinci”), fondamentale punto di riferimento per i voli intercontinentali diretti.]
Area metropolitana: Ciampino, Guidonia Montecelio, Mentana, Monterotondo, Pomezia, Roma.
Colli Albani e Monti Sabatini: Albano Laziale, Anguillara Sabazia, Ariccia, Bracciano, Campagnano di Roma, Castel Gandolfo, Colonna, Formello, Frascati, Genzano di Roma, Grottaferrata, Lanuvio, Lariano, Magliano Romano, Manziana, Marino, Mazzano Romano, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Nemi, Rocca di Papa, Rocca Priora, Sacrofano, San Cesareo, Trevignano Romano, Velletri.
Dorsale appenninica e preappenninica: Affile, Agosta, Anticoli Corrado, Arcinazzo Romano, Arsoli, Artena, Bellegra, Camerata Nuova, Canterano, Capranica Prenestina, Carpineto Romano, Casape, Castel Madama, Castel San Pietro Romano, Cave, Cerreto Laziale, Cervara di Roma, Ciciliano, Cineto Romano, Colleferro, Gallicano nel Lazio, Gavignano, Genazzano, Gerano, Gorga, Jenne, Labico, Licenza, Mandela, Marano Equo, Marcellina, Monteflavio, Montelanico, Montelibretti, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Olevano Romano, Palestrina, Palombara Sabina, Percile, Pisoniano, Poli, Riofreddo, Rocca Canterano, Rocca di Cave, Roccagiovine, Rocca Santo Stefano, Roiate, Roviano, Sambuci, San Gregorio da Sassola, San Polo dei Cavalieri, Sant’Angelo Romano, San Vito Romano, Saracinesco, Segni, Subiaco, Tivoli, Vallepietra, Vallinfreda, Valmontone, Vicovaro, Vivaro Romano, Zagarolo.
AREA METROPOLITANA
Territorio. Il cuore della provincia è occupato da una fertile e ondulata pianura sedimentaria creata dal fiume Tevere e dall’azione effusiva dei vulcani e caratterizzata da dolci rilievi, compresi i famosi sette colli sui quali sorge la “città eterna”. Su questa pianura si distende la vasta conurbazione romana, che nel corso degli ultimi decenni ha rubato sempre più spazio al bucolico paesaggio della Campagna di Roma. Si tratta di un territorio fortemente antropizzato che mantiene, tuttavia, sparsi lembi dell’originario paesaggio, soprattutto lungo la costa, regno della superstite macchia mediterranea. Qui sorgono la vasta pineta di Castel Fusano, che conserva ancora un sottobosco rallegrato da ciclamini e corbezzoli, la pineta di Fregene, ricca di forme vegetali -pino marittimo, eucalipto, leccio, mirto, corbezzolo, ginestra e ginepro, collocati su un tappeto di cisti e pungitopo- e, soprattutto, la tenuta presidenziale di Castel Porziano, la più importante foresta planiziaria costiera d’Italia. L’aspetto tipico dell’area metropolitana romana è comunque dato dalla fitta trama di insediamenti residenziali e produttivi che, a partire dagli anni Cinquanta del Novecento, si sono sviluppati in maniera esponenziale, determinando la fusione tra il capoluogo provinciale e i comuni che gli fanno corona.
Comunicazioni. In quest’area convergono e si originano molte delle più importanti direttrici del traffico nazionale, in virtù della presenza della capitale d’Italia, dalla quale, secondo l’antico detto “tutte le strade conducono a Roma”, nascono le antiche consolari, antichi strumenti per il controllo dell’impero romano e oggi fondamentali arterie per lo spostamento di persone e merci. Il Grande Raccordo Anulare, il cui tracciato lambisce l’intera area metropolitana, ha il sempre più affannoso compito di raccogliere e smistare tutto il traffico in entrata e in uscita da Roma, oltre a quello delle autostrade A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli), Roma-Teramo (A24) e Roma-Civitavecchia (A12). Anche per quello che concerne il traffico ferroviario l’area metropolitana di Roma rappresenta uno dei maggiori snodi nazionali, fondamentale per i collegamenti tra il meridione e il settentrione d’Italia. Oltre a possedere la stazione ferroviaria più grande d’Europa, la capitale ospita anche l’aeroporto dell’Urbe, che rappresenta il più importante scalo regionale per i servizi di aviazione generale (aerotaxi, aerofotogrammetria, voli turistici, ecc.). Importante è anche quello internazionale di Roma/Ciampino (“G. B. Pastine”), che ha sede, appunto, a Ciampino.
Storia. Dall’VIII secolo a. C. in poi la storia di questo territorio si confonde con quella di Roma, fino alla caduta dell’impero, e, dal basso Medioevo fino all’unità d’Italia, con quella della Chiesa; tracciarne brevemente le linee di sviluppo significa, dunque, ripercorrere le secolari vicende dell’antichissima città-stato e del Papato. Fra il IV e il V secolo d. C. i pontefici cominciarono ad esercitare funzioni di governo temporale, che si ampliarono in seguito all’eclisse del dominio bizantino sull’ex DUCATUS ROMANUS: al fine di rafforzare le strutture dello stato, infatti, ci si servì del prestigio di cui godeva la Chiesa presso la massa dei fedeli e si attribuì al papa tutta una serie di potestà temporali. Col passare dei secoli, grazie anche alla superiorità dimostrata dalla Chiesa ai tempi delle lotte per le investiture, il potere temporale dei papi sulla “città eterna”, cuore del Patrimonio di San Pietro e dello Stato della Chiesa, si rafforzò sempre di più, restando immoto e inamovibile fino al 1870, quando, attraverso la breccia di Porta Pia, le truppe del giovane stato unitario italiano posero fine al potere temporale dei papi, trasformando Roma nella capitale del regno d’Italia.
Struttura socio-economica. In questo comprensorio si concentrano alcuni degli apparati produttivi fondamentali dell’intera provincia, oltre che la maggioranza assoluta delle attività collegate al terziario, al terziario avanzato e alla pubblica amministrazione. Per l’intero settore terziario Roma rappresenta il centro di gravitazione della regione, essendo il terminale naturale per il commercio, i servizi e il turismo; quest’ultimo comparto, in particolare, ha conosciuto negli ultimi anni uno sviluppo notevole grazie a un’intelligente politica di svecchiamento e miglioramento dei servizi, oltre che a un’attenta operazione di marketing in occasione del Giubileo dell’anno Duemila. Il settore secondario, che vede rappresentati la maggior parte dei suoi comparti, concorre per un quarto circa alla formazione del reddito della provincia mentre incidono in maniera lievissima sulla quantità di ricchezza prodotta le attività del settore primario: queste ultime, praticate soprattutto nella zona un tempo occupata dallo stagno di Maccarese, oggi prosciugato, sono incentrate sulle produzioni orticole, sulla coltura della vite e, in misura minore, dell’olivo nonché sulla piscicoltura.
COLLI ALBANI E MONTI SABATINI
Territorio. Si tratta di due distinte zone di origine vulcanica situate, rispettivamente, a sud-est e settentrione rispetto a Roma. I Colli Albani rappresentano i resti dell’antico Vulcano Laziale, la cui attività eruttiva, iniziata circa 700.000 anni fa, fu l’ultima ad esaurirsi in tutta la regione. Ancora oggi sono ben visibili l’ampio recinto esterno (monte Artemisio), dai versanti interni ripidi e dalle pendici esterne dolcemente declinanti, e un cratere secondario centrale, che raggiunge la massima elevazione con il Monte Faete (956 m), la vetta più alta di questo sub-comprensorio, e con il Monte Cavo o Monte Albano (949 m), sede nell’antichità del tempio di Giove Laziale. La zona compresa fra la cerchia esterna e il cono centrale è stata riempita da materiali piroclastici e sedimentari, che l’hanno trasformata in un’area pressoché pianeggiante, regno della viticoltura e dell’olivicoltura. Il complesso vulcanico laziale comprende anche altri crateri, alcuni dei quali oggi colmati dalle acque dei laghi di Albano e di Nemi -noto quest’ultimo nell’antichità come LACUS NEMORENSIS o SPECULUM DIANAE, in quanto presso le sue rive sorgevano il tempio e il bosco sacro (NEMUS) dedicati alla dea Diana-. La fertilità del suolo vulcanico e l’umidità del clima diedero origine a rigogliose foreste di faggio, che sino al Settecento ammantavano gran parte di questi rilievi, assieme a boschi misti, cerrete e, nei versanti esposti a meridione, a nereggianti leccete; oggi una faggeta sopravvive sul Monte Cavo, insieme a castagneti, boschi poco estesi di querce da sughero e brandelli di pinete, perennemente minacciati dalla speculazione edilizia. Sui monti Sabatini, che fanno corona all’antico cratere oggi in parte colmato dalle acque del lago di Bracciano, alla macchia mediterranea e ai querceti, tipici della zona, si uniscono i faggi e i secolari cerri della Macchia Grande di Manziana; l’intera zona, inoltre, si ammanta di fioriture multicolori in primavera (pervinche dai fiori azzurri, primule, mammole, ciclamini). Il fenomeno geologico più appariscente, testimonianza del residuo vulcanesimo di questo territorio, è rappresentato dalla Caldara di Manziana, una zona pianeggiante delimitata dal tipico recinto circolare e caratterizzata dalla presenza di sorgenti solfuree che generano piccoli geyser; assai singolare è, inoltre, l’argenteo boschetto di betulle che circonda la Caldara. Di grande suggestione, all’estremità settentrionale del comprensorio, sono anche le gole del torrente Treja, che si fa strada tra le rocce tufacee generando spettacolari cascatelle e profonde forre dalle pareti a strapiombo.
Comunicazioni. Situandosi immediatamente a ridosso della metropoli di Roma, rispettivamente a meridione e settentrione, questi comprensori sono interessati da alcune delle più affollate e sature direttrici del traffico provinciale, che ogni giorno smistano decine di migliaia di pendolari verso i luoghi di lavoro concentrati nella capitale d’Italia. Le arterie fondamentali sono rappresentate dalle statali n. 7 Appia, n. 215 Tuscolana e n. 217 dei Laghi, per quanto riguarda l’area dei Colli Albani, e le
n. 2 Cassia e n. 493 Claudia Braccianese, per quello che concerne i monti Sabatini; il territorio è, inoltre, lambito nella sua porzione meridionale dalla diramazione dell’autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli). Le tratte ferroviarie più importanti sono tutte di rilievo metropolitano: la Roma-Capranica-Viterbo, per il comprensorio sabatino, e la Roma-Frascati, la Roma-Velletri e la Roma-Albano Laziale, per il comprensorio albano.
Storia. Reperti risalenti al paleolitico medio e superiore -tra il 40.000 e l’8.500 a. C. circa- testimoniano dell’antichità del popolamento della zona dei Colli Albani; nessuna traccia di insediamenti così antichi si ha, invece, per il sub-comprensorio dei monti Sabatini, per il quale, tuttavia, sono abbondanti i ritrovamenti risalenti ad epoche più recenti (neolitico ed età del bronzo). Un’altra differenza tra questi due sub-comprensori, inoltre, è data dal fatto che appartennero, tra il X e il IX secolo a. C., a due aree culturali diverse: a quella villanoviana e laziale-falisca i monti Sabatini, a quella esclusivamente laziale i Colli Albani. In epoca storica i due territori seguirono le vicende dell’intera provincia e furono successivamente inglobati nello Stato della Chiesa. In particolare, la zona dei Colli Albani -nota anche con il nome di Castelli di Roma, poiché qui sorsero dall’alto Medioevo le dimore fortificate delle più nobili famiglie romane, dalle quali provennero la gran parte dei pontefici- è una zona turistica e di soggiorno di antica origine, per l’amenità dei luoghi e il clima salubre. Tra il XVI e il XVII secolo, con la formazione di territori autonomi all’interno dello Stato della Chiesa, il comprensorio dei monti Sabatini venne inglobato nel ducato di Bracciano e quello dei Colli Albani, seppure solo in parte, nel principato di Paliano; successivamente gran parte dei due sub-comprensori fu rispettivamente infeudata agli Altieri, agli Odescalchi, ai Chigi, ai Colonna, ai Borghese e ai Cesarini.
Struttura socio-economica. Si tratta di due sub-comprensori in cui è forte il movimento pendolare in direzione di Roma per quello che concerne le attività lavorative; tuttavia non mancano poli produttivi di un certo rilievo, come quelli di Albano Laziale e Ariccia, che negli ultimi anni hanno goduto di uno sviluppo costante grazie anche agli incentivi offerti dall’intervento straordinario per il Mezzogiorno -tra gli svariati comparti prevalgono quelli della costruzione e installazione d’impianti, della metallurgia e dell’abbigliamento, soprattutto per il settore dell’alta moda-. I Colli Albani sono particolarmente adatti alla viticoltura, che fin dall’epoca romana offre vini di assoluta eccellenza e rinomati internazionalmente. Albano Laziale, Frascati e Velletri rappresentano poli di attrazione commerciali e burocratico-amministrativi per la zona dei Colli Albani; su Bracciano gravitano invece i flussi di consumo del comprensorio sabatino.
DORSALE APPENNINICA E PREAPPENNINICA
Territorio. Tutta una serie di catene minori, che comprendono tra gli altri i Monti Prenestini, Tiburtini, Ruffi, Affilani, Cornicolani e Lucretili, formano una barriera, vera avanguardia degli Appennini, per chi da Roma viaggi in direzione dell’Abruzzo. Il territorio è diviso in due parti quasi simmetriche dal corso del fiume Aniene, che ha origine dalle pendici del monte Tarino (1.959 m), nella catena appenninica dei Simbruini, e si getta nel Tevere alle porte della “città eterna”. Contraddistinguono questo territorio ampie e amene vallate, circondate da cime che in qualche caso superano i 2.000 metri di altezza e ricchissime di acque, per via delle abbondantissime precipitazioni piovane e nevose e della natura carsica del suolo -tali caratteristiche climatiche e geologiche hanno dato origine a una serie di copiose sorgenti pedemontane utilizzate fin da epoca romana-. I rilievi calcarei che delimitano la Campagna Romana si presentano brulli e pietrosi sui versanti meridionali e occidentali mentre carpini, ornielli, roverelle e, più raramente, lecci ricoprono i versanti più umidi rivolti a settentrione e a oriente; alle quote più elevate i monti Tiburtini ospitano faggete poco estese alternate ad ampi pianori carsici mentre in prossimità dei corsi d’acqua e delle sorgenti si osservano orchidee, anemoni e narcisi. Rigogliosa e assai varia è la vegetazione che ammanta il massiccio dei Simbruini, formata prevalentemente da vaste faggete e querceti altrettanto estesi: alle quote più elevate si afferma una flora tipica dell’alta montagna, che annovera, tra l’altro, primule, crochi, soldanelle, genziane, ribes alpino e un endemismo centro-appenninico, il semprevivo italico; nelle foreste di faggio si aprono verdi radure, dove si ergono imponenti esemplari ultracentenari di acero; nelle aree umide e ombrose crescono muschi, equiseti e felci e nelle zone soleggiate fioriscono piante mediterranee come la fillirea, il bosso e il ligustro; estese leccete si distendono inoltre tra Cervara di Roma e Subiaco e fra Subiaco e Jenne. L’ambiente naturale ancora incontaminato favorisce la sopravvivenza del lupo appenninico, dell’aquila reale e del falco pellegrino; le acque del fiume Aniene e le sue rive ospitano invece il gambero di fiume, il martin pescatore e il merlo acquaiolo, che con la loro presenza testimoniano il basso livello di inquinamento delle acque.
Comunicazioni. Solo la porzione più interna di questo comprensorio, ossia la zona compresa tra i monti Prenestini e i Simbruini, patisce un certo disagio, causato da una relativa lontananza dalle grandi direttrici del traffico, mentre la parte rimanente di esso può usufruire di una rete stradale scorrevole e facilmente accessibile, in grado di collegare rapidamente e comodamente i rimanenti comuni del comprensorio alle più importanti statali della provincia. Le arterie fondamentali sono: la strada statale n. 5 Tiburtina-Valeria, che funge da cerniera fra i mari Tirreno e Adriatico nei tratti interessati rispettivamente dalla capitale e dall’area metropolitana di Chieti-Pescara, in Abruzzo; la n. 6 Casilina, che collega Roma a Capua (CE), in Campania, passando per Frosinone e Cassino (FR); le statali n. 600 Ariana e n. 600 diramazione, che collegano i Colli Albani a Colleferro; la statale n. 609 Carpinetana; la n. 411 Sublacense, arteria di grande rilievo turistico che, con un tracciato panoramico e tutto sommato scorrevole, collega con la valle del fiume Aniene, con la Ciociaria; la n. 636 di Palombara, breve arteria di rilievo turistico che lambisce il Parco regionale dei monti Lucretili. Nella sua porzione centrale il territorio è attraversato dall’autostrada Roma-L’Aquila (A24) mentre l’estremo lembo sub-occidentale di esso è servito dall’autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli). Le tratte ferroviarie che interessano il comprensorio sono la Roma-Pescara e la Roma-Cassino-Caserta.
Storia. Le vallate di questo territorio, abitato lungo il basso corso dell’Aniene fin dal paleolitico superiore (8.500 a. C. circa), hanno rappresentato dall’epoca protostorica in poi un luogo naturale di transito per diversi popoli. Caratterizzato, tra il X e il IX secolo a. C., dalla cultura delle tombe a fossa e compreso all’interno del ceppo linguistico osco-umbro o italico-orientale, il comprensorio fu assoggettato a Roma fra il IV e il III secolo a. C; dopo l’eclisse dell’impero romano la fascia più interna di esso venne conquistata dai goti e dai longobardi. Dal XIII secolo l’area venne inglobata nello Stato della Chiesa e successivamente una piccola parte di essa fu inserita nel ducato di Bracciano e nel principato di Paliano (XVI-XVII secolo). Dalla fine del XVII secolo circa fino all’unità d’Italia ampie porzioni di questo comprenso
rio furono infeudate alle nobili famiglie dei Barberini, dei Borghese e dei Colonna.
Struttura socio-economica. Diversi comuni situati nelle aree più interne e montuose di questo comprensorio hanno conosciuto nel passato un sensibile fenomeno di abbandono e spopolamento; un’inversione di questa tendenza si è andata faticosamente affermando negli ultimi due decenni del ventesimo secolo, grazie ad una riqualificazione e a un incremento delle attività turistiche nonché a una parziale riconversione delle attività legate all’agricoltura di sussistenza in attività eco-turistiche, per le quali è particolarmente adatta la zona dei monti Simbruini -qui, tra l’altro, è situata anche la stazione sciistica di monte Livata (Subiaco)-. Nella porzione del comprensorio più immediatamente a ridosso della conurbazione romana non mancano, tuttavia, importanti poli industriali, come quelli di Tivoli e di Colleferro, specializzati nei comparti della chimica, dell’escavazione e trasformazione dei minerali non metalliferi, della gomma e trasformazione delle materie plastiche e della costruzione e installazione di impianti. Il movimento pendolare verso la capitale è assai forte. Tivoli e Palestrina rappresentano poli di attrazione commerciali e burocratico-amministrativi per i comuni di questo comprensorio, che per i consumi si rivolgono anche a Colleferro e Subiaco.
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