Comune montano, sorto nel Medioevo in un territorio abitato sin dalla più remota antichità; la sua economia è sostenuta principalmente dal terziario. La comunità dei cicilianesi, il cui indice di vecchiaia è compreso nella media, risiede nel capoluogo comunale e in un certo numero di case sparse. L’abitato, ubicato sulla cima di un alto colle fra due valli fluviali, è disposto a corona intorno al castello Theodoli. Le ampie distese di seminativi che rivestono i poggi e i fondovalle sono dominate dalle vette frastagliate di due catene montuose di natura calcarea, caratterizzate da un aspetto brullo e pietroso: sulle pendici tormentate dal carsismo, che ha dato vita a numerose doline, si dispongono rade formazioni di roverella, cerro, paliuro e orniello, alternate a grandi cespi di graminacee; in primavera fioriscono inoltre narcisi e orchidee. La fauna non presenta grandi particolarità: piccoli mammiferi, come la volpe, la lepre, il tasso, il moscardino e alcune specie di piccoli roditori, convivono con vari uccelli, tra cui la gazza e la cornacchia bigia. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurata la Madonna con il Bambino in braccio, affiancata da due rami di rose rosse, fioriti, e posta su una verde campagna. Nella “punta” dello scudo compare la scritta COMMUNITAS CASTRI CICILIANI in lettere d’oro.