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Provincia di BIELLA
Capoluogo: Biella
Scheda
- Superficie: 913,72 Kmq
- Abitanti: 187.314
- Densità: 205,00 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 096
- Numero comuni: 82
Provincia di Biella - Ambiti
DEFINIZIONE Dal punto di vista prettamente naturalistico-morfologico il territorio provinciale appare estremamente variegato e complesso: la cornice montana a nord-ovest e l’arcata del sistema vallivo intorno al capoluogo, unite per ampi tratti dalla cerniera discontinua delle colline; si conclude a sud con l’algida monotonia delle risaie.
Ma queste aree, altamente differenziate nella morfologia territoriale, mostrano dal punto di vista insediativo ben nette omogeneità, rappresentate dai maggiori nuclei urbani, nonché principali centri amministrativi di riferimento: Biella e Cossato. I numerosi corsi d’acqua che irrorano la zona hanno favorito, già dall’antichità, l’insediamento e il sorgere delle attività tipiche della provincia. I vari nuclei urbani che nascono intorno ai centri economici principali vanno a delineare quelli che ora si possono considerare i due ambiti sub-provinciali. Questa divisione, quindi, può definirsi in base a criteri di ordine storico-economico ed insediativo piuttosto che naturalistico-morfologico. Territorialmente, comunque, le due aree urbane di Biella e Cossato, sono approssimativamente delimitate da un rilievo collinare di notevole importanza.
Distretto di Biella: Andorno Micca, Benna, Biella, Borriana, Callabiana, Camburzano, Campìglia Cervo, Candelo, Cavaglià, Cerrione, Donato, Dorzano, Gagliànico, Gràglia, Magnano, Massazza, Miagliano, Mongrando, Muzzano, Netro, Occhieppo Inferiore, Occhieppo Superiore, Pettinengo, Piedicavallo, Pollone, Ponderano, Pralungo, Quittengo, Ronco Biellese, Ròppolo, Rosazza, Sagliano Micca, Sala Biellese, Salussola, Sandigliano, San Pàolo Cervo, Selve Marcone, Sordèvolo, Tavigliano, Tollegno, Torrazzo, Verrone, Villanova Biellese, Viverone, Zimone, Zubiena, Zumàglia.
Distretto di Cossato: Ailoche, Biòglio, Brusnengo, Camandona, Caprile, Casapinta, Castelletto Cervo, Cerreto Castello, Còggiola, Cossato, Crevacuore, Crosa, Curino, Gifflenga, Lessona, Masserano, Mezzana Mortigliengo, Mosso Santa Maria (oggi Mosso), Mottalciata, Piatto, Pistolesa (oggi in Mosso) Pòrtula, Pray, Quaregna, Soprana, Sostegno, Strona, Ternengo, Trivero, Valdengo, Vallanzengo, Valle Mosso, Valle San Nicolao, Vèglio, Vigliano Biellese, Villa del Bosco.
DISTRETTO DI BIELLA
Territorio. L’area che si sviluppa intorno al capoluogo presenta una morfologia differenziata: dalle cime montuose delle Prealpi Biellesi alle ricche colline, alle arse pianure. È irrorata da numerosi corsi d’acqua da cui si irradiano altrettanto numerosi torrenti e canali. I principali sono l’Elvo e il Cervo -quest’ultimo nasce dal lago della Vecchia, il bacino montano più grande del biellese-, il torrente Oremo, originario delle pendici del monte Muanda, il torrente Viona e Ingagna, il rio Ottima, che nasce dal lago della Vecchia e sfocia nel fiume Sesia, il torrente Olobbia. A sud del comprensorio si trova il bacino lacustre del lago di Viverone (230 m): alimentato da sorgenti sotterranee, non ha emissari; le sue rive vengono sfruttate turisticamente e nelle sue acque nuotano coregoni, lucci, pesci persici, arborelle. Il lago è anche di notevole interesse archeologico: in esso sono state individuate diverse palafitte sommerse appartenenti all’età del bronzo. Nelle vicinanze si trova il lago di Bertignano, anch’esso alimentato da sorgenti sotterranee, e uno stagno il Purcarel, nelle cui acque si possono ancora scorgere i resti di un antico villaggio di circa 3.000 anni fa. A questi si aggiungono numerosi laghetti e piccoli torrenti montani.
Il paesaggio è molto vario. Alle aree propriamente urbane si alternano ridenti zone adibite a frutteto e vigneto, mentre le pendici montane sono rivestite di faggete e castagni, inframmezzati da verdi pascoli; quelle collinari sono coperte di acacie, noccioli, olmi. Si distingue, a sud di Biella, la Riserva Naturale della Bessa.
Anche una buona parte dell’altopiano selvaggio e suggestivo della Barragia rientra in questo ambito (Candelo). Si tratta di un’area di depositi alluvionali, sedimentati in ambiente deltizio, cioè al limite tra terraferma e mare.
L’arco montano circonda il capoluogo con le vette della Colma di Mombarone, del monte Mucrone, del Mars, del Tovo, Cresto la Punta dei Tre Vescovi e il Monte Rosso; le Cime di Bo, dell’Asnas e di Bonom.
Comunicazioni. La strada statale n. 338 di Mongrando stabilisce, a sud di Biella, un collegamento con l’omonimo comune, attraversa la Serra al confine con la provincia di Torino, ricongiungendosi a sua volta alla strada statale n. 143 Vercellese. Quest’ultima da Ivrea (TO), costeggiando il lago di Viverone, si spinge fino a Vercelli. Sempre da Biella, in direzione nord, la statale n. 144 di Oropa conduce al santuario della Madonna di Oropa, da dove, attraverso percorsi secondari, si può arrivare all’Oasi Zegna in Alta Valle Cervo. L’oasi si può meglio raggiungere lungo la strada statale n. 232 Panoramica Zegna, che la percorre interamente. Il collegamento con Cossato, invece, è dato dalla strada provinciale n. 300 del Passo di Gavia e dalla superstrada Biella-Cossato, strada statale n. 142 Biellese. Le linee ferroviarie presenti in questo ambito sono la Biella-Rovasenda-Novara e la Biella Santhià.
Storia. I ritrovamenti archeologici rinvenuti nel Parco della Burcina, nel maggio 1959, portarono alla scoperta dei resti di un castelliere gallico risalente alla seconda Età del Ferro. Altri ritrovamenti, a sud di Biella (Dorzano), di epoca romana, testimoniano la presenza di altri popoli come i Vittumuli. Di notevole interesse i resti di età preistorica rinvenuti presso il lago di Viverone: si tratta di palafitte risalenti all’età del bronzo, come testimoniano i manufatti in prossimità delle stesse. Quest’area del Biellese subì di fatto tutte le vicende storiche che coinvolsero il territorio provinciale: dalle invasioni barbariche alle scorrerie francesi e spagnole, dal dominio dei vescovi di Vercelli a quello sabaudo, per finire con le vicende sanguinose dell’ultima guerra mondiale. Ma, in particolare, caratteristica delle vicende di quest’area del Biellese è quella delle lotte fra i piccoli e grandi feudatari che si contesero queste terre. Tra le famiglie che dominarono la zona si ritrovano: i Fieschi, i Ferraris, i Cavaglià, i Ferrero, gli Avogadro, i Gattinara e molti altri. La zona, infatti, pullula di castelli-fortezze, collocati nei punti strategici, a difesa dei vari feudi. Fa eccezione, a questo proposito, il “Ricetto” di Candelo, struttura fortificata tardo-medievale realizzata dalla comunità contadina locale senza alcun intervento feudale, su un fondo prima proprietà dei nobili Vialardi di Villanova e poi riscattato dalla cittadinanza. In origine il Ricetto doveva fornire protezione stabile ai prodotti della comunità (soprattutto granaglie e vino), successivamente divenne un rifugio anche per la popolazione. Diversamente, altri ricetti presenti nel territorio fungevano solamente da magazzino per le derrate alimentari.
Struttura socio-economica. È proprio nel cuore di quest’area, nel Parco della Burcina, che furono rinvenuti nel 500 a.C. alcuni rudimentali attrezzi di tessitura. Ciò testimonia della tradizione economica del territorio, fondata sulla tessitura, che a Biella e dintorni si specializza in particolare nel settore laniero. Negli anni più recenti, i processi di crescita urbana hanno interessato le direttrici radiali della pianura, dando luogo, a valle di Biella, ad un ambito insediativo a marcata caratterizzazione produttiva e commerciale.
Anche la Bassa Valle Cervo oggi è sede delle attività produttive e dei maggiori insediamenti residenziali.
Assai diversa è la situazione che si presenta nell’Alta Valle Elvo, a sud del Mucrone, dove per gli estesi pascoli permane un’economia di tipo agro-alimentare e soprattutto zootecnica. La pecora biellese e la pezzata rossa d’Oropa sono due specie autoctone, una ovina e l’altra bovina, di grande pregio. Le altre attività riguardanti il comprensorio si riducono al settore edilizio, che nel comune di Sandigliano vanta tradizione costruttiva con antiche tecniche di edificazione.
Una menzione spetta anche alla lavorazione del ferro di Mongrando e di Netro, per finire con il ricordo della ricerca dell’oro presso il fiume Elvo, nella Bessa, già praticata in epoca romana.
Il turismo, settore attivo, si concentra: nella zona dell’Oropa per il famoso santuario e per la vicinaza con la vetta del Mombarone; presso i bacini lacustri come il lago di Viverone, dove viene praticata la pesca; e in prossimità delle suggestive riserve e dei pittoreschi borghi.
DISTRETTO DI COSSATO
Territorio. L’area che si sviluppa intorno a Cossato è fortemente caratterizzata dagli insediameti della industrializzazione storica del fondovalle, percorso dall’energia motrice dell’acqua, fornita dai corsi fluviali a carattere prevalentemente torrentizio; tra questi si annoverano: lo Strona, sulle cui sponde nasce Cossato, il Sessera, da cui si dirama il Ponzone. Articolazioni significative sono le colline del Mortiglienco, nella bassa Valle Strona, e le montagne che fanno da cornice a Trivero -da ovest ad est-: le cime di Bonom, dell’Asnas, di Foggia; il monte Barone, il monte Solivo, il monte Frascheia: bellezze che si possono ammirare dall’interno del grandioso parco naturalistico e botanico dell’Oasi Zegna, voluta e realizzata da Ermenegildo Zegna nel 1939. Il suo territorio è ricco di pini, abeti, rododendri ed ortensie e abitato da lepri, scoiattoli, tassi e altre particolari specie faunistiche come un rarissimo coleottero dai colori iridescenti, il “Carabus olympiae”, scoperto nei dintorni del Boschetto Sessera, simbolo dell’Oasi. Le pendici collinari del comprensorio, invece, oltre ad essere caratterizzate da un intensivo insediamento, sono riconoscibili per le ampie coltivazioni viticole, specie nei dintorni di Masserano e Lessona, lungo le coste della Sesia. Sempre in questi pressi il paesaggio collinare si fa particolarmente suggestivo per il rosso ed eroso suolo di porfido delle “Rive Rosse”, rivestite ora da querce e castagni ora da ridenti vigneti fra i più pregiati d’Italia. Anche la fascia barragiva compresa in questo ambito è quella dei giacimenti fossiliferi del periodo pliogenico.
Comunicazioni. Intorno al principale tracciato viario che unisce Biella a Cossato, la strada provinciale n. 300 del Passo di Gavia, si sviluppa una fitta rete viaria secondaria che, attraversando perpendicolarmente il territorio, mette in comunicazione i centri urbani di fondovalle. La strada statale n. 232 Panoramica Zegna, incide il territorio in direzione sud-nord; dallo snodo con la strada statale n. 142 Biellese, provenendo da Vercelli, si può risalire per la Valle di Mosso dove la strada si biforca in due direzioni: a ovest verso Biella e a nord-est verso Crevacuore, in alta Valle Sessera. La stessa, a nord, attraversa interamente l’Oasi e, trasformandosi nella famosa “Panoramica Zegna”, crea un suggestivo “trait-d’union” tra i due ambiti sub-provinciali, soprattutto per quanto riguarda la Valle Sessera, altrimenti penalizzata a causa della sua posizione geografica. La linea ferroviaria presente nel territorio è la Biella-Rovasenda-Novara.
Storia. I suggestivi comuni arroccati sui lievi pendii, con i loro borghi antichi, fanno pensare all’origine molto antica di questi territori. Infatti, anche in quest’area del Biellese si ritrovano reperti archeologici di epoca romana, tra cui una necropoli del II secolo d.C., proprio nell’attuale Cossato. E a Mortigliengo si narra di una sanguinosa battaglia in cui i romani sterminarono i cimbri nel 101 a.C. Principalmente fu, per molti secoli, feudo della famiglia Avogadro, in ricordo dei quali oggi rimangono palazzi e fortezze. Alla nobile famiglia, con vari intervalli, si succedettero i Fieschi e altri signori della zona; mentre l’area di Masserano restò feudo pontificio e principato con una sua zecca e un organismo politico a sé stante. Ma, nonostante le traversie della storia locale, anche questo comprensorio fu inglobato nei domini dei vescovi di Vercelli e, successivamente, dei Savoia, come del resto tutto il territorio provinciale e in parte, quello regionale. Durante il Medioevo, poi, molti agglomerati, specie nella Valle Sessera, subirono gli atti vandalici della ribellione dolciniana, fino ad esserne distrutti. La storia della resistenza, infine, completa il quadro degli eventi che drasticamente segnarono la memoria collettiva di questi luoghi.
Struttura socio-economica. Gli insediamenti localizzati nel fondovalle, unitamente a quelli di versante e di crinale, ospitano in Valle Strona una quota altamente rilevante delle attività manifatturiere tessili. La valle trova nei centri di Vallemosso e Mosso Santa Maria i principali riferimenti organizzativi e istituzionali, nonché sedi di attività formative, mantenendo una rilevante relazione con il polo di Cossato. Qui, la tradizione industriale risale al tempo dei romani, quando i grandi lanifici del luogo, fornivano i tessuti per confezionare i “sagi”, rozzi mantelli usati dalle truppe dell’epoca. Il Triverese, in particolar modo, costituisce all’interno del comprensorio un polo produttivo storico, legando in modo significativo la propria fisionomia a carattere insediativo con un gruppo industriale di grande tradizione. Anche la Valle Sessera è largamente marcata dalla produzione manifatturiera e presenta, come buona parte dei quadri ambientali della provincia, episodi significativi di archeologia industriale, che hanno però in questa zona la maggiore concentrazione. Per ciò che concerne il settore agro-alimentare, merita senza dubbio una segnalazione la produzione vinicola, che ha in Lessona uno dei centri più significativi. Famosa per l’omonimo vino, vanta, così come tutto l’ambito collinare, una tradizione storica molto antica, documentata da numerosi ritrovamenti di anfore vinarie e vasi di età romana. Successivamente la viticoltura di queste colline seguì, nel secolo scorso, le vicende legate alle ricche famiglie proprietarie dei terreni coltivati e che potevano disporre di cantine ben attrezzate. Un’altra patria del vino è Masserano, dove si produce il famoso Bramaterra, che sin dall’anno mille viene menzionato nei documenti storici, soprattutto quelli legati alla curia vercellese e al papato.
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