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PARCO FLUVIALE DELL'ALCANTARA
Approfondimento
Approfondimento: PARCO FLUVIALE DELL'ALCANTARA
Si estende su una superficie di 1.927,48 ettari, posta fra le province di Catania e Messina. Istituito nel 2001 e gestito dall'Ente parco fluviale dell'Alcantara, deve il suo fascino soprattutto alle numerose "Gole", tanto suggestive da essere famose in tutto il mondo. Nel periodo compreso fra i secoli VII-VI a.C. la zona fu interessata dalla presenza greco-calcidese ma non mancano testimonianze arabo-bizantine e reperti di testimonianze normanne. Sembra che in epoca preistorica vi scorresse un fiume su sedimenti argillosi; in seguito enormi eruzioni vulcaniche avrebbero incanalato nel letto del fiume un magma fluido, che sarebbe sprofondato fin nei tratti più argillosi, causando la formazione degli attuali colonnati basaltici. A Motta Camastra (ME) si ha un esempio scenografico di queste spettacolari sculture della natura, che ne costituiscono aspetto unico e inconsueto. Di sicuro la struttura degli attuali basalti è stata generata da eventi geologici e geotermici particolarmente intensi. Il bacino idrografico del fiume Alcantara trae origine dalle balze dei Monti Chirico, Musarra, Pietracavallo, Serra Mosca, Rocca S. Giorgio, Porcheria, Monte Parco e Punta Inferno e ha una superficie di circa 573 chilometri quadrati. Le sue acque scorrono tra il massiccio vulcanico etneo (a sud) e le propaggini meridionali dei monti Nebrodi e Peloritani (a nord), per poi raggiungere il mar Jonio dopo circa 52 chilometri. I litotipi sedimentari, metamorfici e vulcanici che affiorano nel bacino sono strutturalmente collegati con le successioni sedimentarie dell'Appennino maghrebide siciliano, le metamorfiche dell'arco calabro, e le vulcaniti etnee. Dal punto di vista vulcanologico, in epoca preistorica e protostorica l'alveo dell'Alcantara è stato ostruito a più riprese da colate laviche, che ne hanno anche modificato il corso. Nella zona apicale del bacino idrografico si è formato il lago Gurrida (che costituisce l'unico esempio di lago di sbarramento lavico in Sicilia), a causa di una colata che ha ostruito l'alveo del fiume Flascio. Sin dal 1493 lo storico Pietro Bembo descrisse una valle Alcantara ricca di boschi di platani, querce e roveri. Attualmente la macchia mediterranea si trova soprattutto nell'ambiente fluviale ripario; il fiume Alcantara è circondato da un mondo variopinto, colorato da fiori spontanei, come anemoni, cisti, papaveri e viole, arbusti di oleandro, betulle, fichidindia selvatici "di giardara", olmi, ontani, pioppi e salice bianco. Diversi sono pure i tipi di orchidee, tutte splendide, che popolano l'ambiente: ophrys tentheridinifera, ophrys fusca, orchis papilionacea. Secondo le zone, differenti risultano i tipi di coltivazione di albero da frutta: la bassa-media valle può essere definita "zona dell'agrume"; la media-alta valle (o zona Etnea) come "zona della vite e del castagno" e quella della valle alta come "zona dell'olio extravergine". La morfologia differenziata dell'ambiente fluviale consente pure la sopravvivenza a una variegata molteplicità di specie animali; nella zona montana, nei pressi della sorgente e alla confluenza con il parco dei Nebrodi, è possibile trovare uccelli rapaci, che si dirigono verso l'Alcantara a caccia di cibo.