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Provincia di CHIETI
Capoluogo: Chieti
Scheda
- Superficie: 2.588,35 Kmq
- Abitanti: 396.497
- Densità: 153,19 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 069
- Numero comuni: 104
Provincia di Chieti - Ambiti
DEFINIZIONE Prima della grande ristrutturazione amministrativa nazionale operata nel 1927, che portò all'istituzione della provincia di Pescara, gli allora 120 comuni della circoscrizione chietina erano riuniti nei circondari di Chieti, Lanciano e Vasto. Ancora oggi a questi tre poli urbani, in cui si concentra un terzo della popolazione provinciale, fanno riferimento altrettanti bacini territoriali generati dall'attuale distribuzione dei servizi primari. I tre ambiti sub-provinciali, individuati in base ad un'analisi ragionata di tipo strutturale, sono il Chietino, inteso come bacino di attrazione del capoluogo di provincia, la Val di Sangro, e il Vastese.
Chietino -Val Pescara: Chieti e San Giovanni Teatino; -Medie e basse valli dei fiumi Alento e Foro: Ari, Bucchianico, Cascanditella, Casalincontrada, Fara Filiorum Petri, Filetto, Francavilla al Mare, Giuliano Teatino, Miglianico, Ripa Teatina, San Martino sulla Marrucina, Torrevecchia Teatina, Vacri e Villa Magna; -Ortonese: Arielli, Canosa Sannita, Crecchio, Orsogna, Ortona, Poggiofiorito e Tollo; Massiccio della Maielletta: Guardiagrele, Pennapiedimonte, Pretoro, Rapino e Roccamontepiano.
Val di Sangro -Massiccio della Maiella: Fara San Martino (area di transizione) e Palombaro; -Valle del fiume Aventino e media e bassa valle del fiume Sangro: Altino, Archi, Atessa, Bomba, Borrello, Casoli, Civitaluparella, Civitella Messer Raimondo (area di transizione), Colledimacine, Colledimezzo, Fallo, Fossacesia, Gamberale, Gessopalena, Lama dei Peligni, Lettopalena (area di transizione), Montazzoli (area di transizione), Montebello sul Sangro, Monteferrante, Montelapiano, Montenerodomo, Paglieta, Palena, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Quadri, Roccascalegna, Roio del Sangro, Rosello, Sant'Eusanio del Sangro, Taranta Peligna e Villa Santa Maria; -Lanciano e dintorni: Castel Frentano, Frisa, Lanciano, Mozzagrogna, Rocca San Giovanni, Santa Maria Imbaro, San Vito Chietino e Treglio.
Vastese -Versante meridionale della valle del fiume Osento e valle del fiume Sinello: Carpineto Sinello (area di transizione), Casalanguida (area di transizione), Casalbordino, Cupello, Furci, Gissi, Guilmi, Monteodorisio, Pollutri, Roccaspinalveti, San Buono, Scerni, Vasto, Villalfonsina; -Valli dei fiumi Treste e Trigno: Carunchio, Castelguidone, Castiglione Messer Marino, Celenza sul Trigno, Dogliola, Fraine, Fresagrandinaria, Lentella, Liscia, Palmoli, San Giovanni Lipioni, San Salvo, Schiavi di Abruzzo, Torrebruna e Tufillo.
CHIETINO
Territorio. Questo vasto ambito territoriale è composto, in successione longitudinale, da una fascia interna montuosa, rappresentata dal gruppo della Maiella, da una zona di colline dalla sommità larga e piatta -il Subappennino Frentano-, che racchiude i sistemi vallivi trasversali dei fiumi Pescara, Alento e Foro, e da un'esile cimosa litoranea in larga parte pianeggiante. La netta contrapposizione geologica fra le argille e le arenarie subappenniniche, suscettibili di forte erosione, e le masse calcaree dell'Appennino, resistenti alle sollecitazioni meccaniche, è all'origine della varietà del paesaggio: da un lato le formazioni calanchiformi poco pronunciate ma fitte dei bacini dell'Alento e del Foro, nonché il distacco rovinoso di grandi masse instabili nella zona di Guardiagrele, Montepiano e Orsogna; dall'altro lo spettacolo selvaggio dei ripidi pendii montani, su cui faggi e pini si spingono fino ai 1.700 metri di altitudine, segnando il limite inferiore delle praterie da pascolo e dell'affioramento delle nude rocce calcaree. La porzione di litorale compresa nei limiti di questo ambito territoriale presenta una successione di arenili sabbiosi dalla foce del Pescara a quella del Foro, poi si frange in pittoresche scarpate precipiti sul mare. Su questo tratto di costa e su una larga porzione del retroterra collinare la densità demografica è elevatissima: vi si espande a macchia d'olio l'area metropolitana di Chieti-Pescara, costituita, oltre che dai due capoluoghi di provincia, dai comuni pescaresi di Città Sant'Angelo, Montesilvano e Spoltore e da quelli chietini di San Giovanni Teatino, Ripa Teatina, Torrevecchia Teatina e Francavilla al Mare. I comuni dell'area risultano aggregati nella Usl n. 1 di Chieti e nei distretti scolastici n. 9 e n. 15.
Comunicazioni. La grande rete di traffico iscritta in questo ambito territoriale è formata da assi ortogonali: lungo il confine settentrionale della provincia corrono le arterie trasversali della Val Pescara -la statale n. 5 Tiburtina Valeria, la linea ferroviaria Roma-Pescara e l'autostrada Torano-Pescara (A25)-, mentre paralleli alla costa si snodano i tracciati longitudinali della strada statale n. 16 Adriatica, della linea ferroviaria Bologna-Bari e del tronco autostradale Bologna-Taranto (A14). La viabilità minore, sfrutta i ripiani vallivi dei corsi d'acqua come strumenti di penetrazione nelle aree interne: con grande efficacia la strada statale n. 263 della valle del Foro e la n. 538 Ortona-Guardiagrele collegano i centri costieri con i punti nevralgici dell'entroterra collinare e montuoso. Al sistema ben strutturato dei collegamenti terrestri si aggiunge l'aeroporto regionale, che ricade nel comprensorio di San Giovanni Teatino ma è più noto come aeroporto di Pescara, ed il porto commerciale di Ortona.il porto commerciale di Ortona.
Storia. I villaggi preistorici di Terrazzi-Zannini e di Madonna del Freddo (Chieti) testimoniano l'antichità del popolamento di questo bacino territoriale, che conobbe il dominio dei frentani nell'attuale circondario di Ortona e quello dei marrucini nel tratto compreso fra i fiumi Pescara e Foro e, al di là di questo limite, nella zona di Guardiagrele, Rapino e forse Crecchio. In seguito alla guerra sociale (91-88 a. C.) queste genti ebbero un glorioso municipio, TEATE, che fin dalle prime attestazioni alto-medievali risulta retto da una struttura di governo eminentemente vescovile. Passata indenne attraverso il rapido avvicendamento delle dominazioni longobarda, franca, normanna, sveva e angioina, la città esercitò un ruolo di guida su un ambito territoriale sempre più esteso, che fu prima gastaldato, poi contea e infine giustizierato CITRA FLUMEN PISCARIAE. Quest'ultimo, ben più ampio dell'attuale circoscrizione, fu creato nel 1272 dal governo angioino e rimase stabile fino all'unità d'Italia. Con la legge borbonica del 1816, all'interno di tale unità amministrativa veniva individuato il circondario di Chieti, corrispondente all'attuale bacino di gravitazione del capoluogo provinciale.
Struttura socio-economica. Rispetto agli ambiti territoriali che gravitano su Lanciano e Vasto, il Chietino può ancora vantare una certa superiorità infrastrutturale e produttiva: nel circondario di Ortona, infatti, è localizzata la zona agricola più vivace della provincia nel campo della coltivazione, commercializzazione e trasformazione dei prodotti vitivinicoli; nei comuni di San Giovanni Teatino e di Ortona, inoltre, hanno sede i due nuclei industriali che formano il principale polo produttivo abruzzese, senza contare che il capoluogo provinciale accentra, oltre alle principali funzioni direzionali e amministrative, un complesso di attività terziarie che non ha riscontro nel resto della circoscrizione. In ordine decrescente di importanza, Chieti, Ortona e Guardiagrele rappresentano i nuclei urbani di riferimento dell'area, mentre Francavilla al Mare e San Giovanni Teatino, pur avendone i requisiti, non assolvono a questa funzione perché assorbiti dal comune di Pescara con cui confinano e di cui costituiscono l'hinterland turistico, commerciale e produttivo.
VAL DI SANGRO
Territorio. Questo imponente sistema vallivo copre quasi la metà del territorio provinciale, che attraversa con la sezione mediana e terminale del suo lungo sviluppo. Proveniente dalla piana di Castel di Sangro (AQ), il fiume fa il suo ingresso nella circoscrizione teatina attraverso un'angusta strettoia e, in questo tratto, scorre ripido fra i monti, fra la vegetazione d'alta quota e i pascoli aromatici, frangendosi sulle rocce che si oppongono al suo passaggio e ricevendo lo scarso apporto idrico di alcuni torrentelli; quindi si allarga nel lungo invaso dell'omonimo lago artificiale di Bomba ed è finalmente raggiunto dal suo maggiore affluente, il fiume Aventino, che gli porta il tributo di acque del versante orientale e meridionale del massiccio della Maiella. Da questo momento il fiume si espande fra le tenui colline Subappennino Frentano, tracciando nell'ampio fondovalle meandri sempre più fitti e raggiungendo la costa presso la marina di Torino di Sangro -ai lati della sua foce, in più punti il litorale precipita sul mare con ripide scarpate, spruzzate del verde delle viti e dell'argento degli olivi-. Le forme dell'insediamento umano rispecchiano il mutare delle condizioni orografiche: nel tratto montano del solco vallivo predominano i centri compatti isolati di pendio abbarbicati alla roccia, mentre in ambiente collinare si passa alle tipiche forme di popolamento ad accentuata dispersione. I comuni dell'area risultano aggregati nel distretto scolastico n. 10 e appartengono alla Usl di Lanciano-Vasto.
Comunicazioni. I cospicui insediamenti industriali della vallata hanno da poco cominciato a riutilizzare la ferrovia Sangritana, che permette di trasferire su treno, fino alla linea adriatica, una gran quantità di merce, attenuando i fenomeni di inquinamento acustico ed atmosferico sulla statale n. 652 del fondovalle del Sangro. Quest'ultima si snoda, contigua al letto del fiume, dal cuore dell'Appennino abruzzese-molisano al litorale frentano, con un tracciato in gran parte scorrevole, tortuoso solo nel tratto compreso fra Gamberale e Quadri.
Storia. Numerosi reperti preistorici sono affiorati in diversi punti della Val di Sangro e soprattutto a Lama dei Peligni, dove è stata riportata alla luce la stazione neolitica di Fonte Rossi, con capanne intonacate. La vallata non fu anticamente di un'unica etnia: la zona compresa fra il bacino dell'Aventino e quello del medio Sangro era abitata dai carecini, che vi fondarono i popolosi centri di CLUVIAE (Casoli) e IUVANUM (Montenerodomo), l'insediamento vicano di TREBULA (Quadri) e un PAGUS di incerta ubicazione; la porzione terminale del Sangro, raccolta intorno al municipio di ANXANO (Lanciano), apparteneva ai frentani e il triangolo Monte Pallano-Atessa-Tornareccio alla piccola tribù dei lucani del Sangro. Ben poco si sa dell'ordinamento della vallata, come di tutto il territorio a sud del fiume Alento, nei secoli bui dell'alto Medioevo. Il gastaldato longobardo gravitante intorno a Chieti, infatti, si arrestava appena a sud di Ortona e solo in seguito all'avvento della dominazione franca, fra IX e X secolo, una nuova entità amministrativa, il COMITATUS TEATINUS, sorse entro gli attuali confini provinciali dei fiumi Pescara e Trigno, del mare Adriatico e del massiccio della Maiella -allora i destini della vallata si legarono alla dinastia dei conti Attonidi e ne seguirono la prepotente ascesa, interrotta nel XII secolo dall'avvento dei normanni-. Con l'istituzione del giustizierato CITRA FLUMEN PISCARIAE ad opera dei sovrani angioini, Lanciano si trovò ad esercitare un delicato ruolo di frontiera orientale di questa vasta circoscrizione amministrativa.
Struttura socio-economica. La vitalità del settore primario, lo straordinario rilievo del complesso industriale metalmeccanico localizzato a Piazzano di Atessa, nel cuore della vallata, e la copiosa disponibilità di risorse naturalistiche solo parzialmente valorizzate nelle zone montane del solco vallivo fanno della Val di Sangro l'ambito della provincia chietina che concentra il maggior numero di risorse e potenzialità espansive in tutti i settori economici -ciò non esclude tuttavia l'esistenza di profondi squilibri fra il litorale e la fascia collinare retrostante da un lato e l'entroterra montuoso dall'altro, che difetta di basilari forme di economia produttiva-. Il ruolo di polo di aggregazione e di guida del processo di sviluppo è svolto da Atessa e da Lanciano, che dispone di un ricco apparato commerciale e della gamma completa dei servizi primari -al centro di Casoli compete la funzione di semplice polo integrativo-.
VASTESE
Territorio. Quest'ambito territoriale, esteso, a sud della Val di Sangro, dall'Appennino abruzzese-molisano al litorale, racchiude il versante meridionale della valle del fiume Osento, il bacino fluviale del Sinello e l'ampia vallata del fiume Trigno -con il suo principale affluente, il fiume Treste-, che traccia per ben 45 chilometri il confine con il Molise. Provenienti da un fronte di anonimi rilievi non molto elevati e caoticamente disposti che prendono il nome di Monti dei Frentani, i quattro fiumi defluiscono verso il mare entro valli anguste e solitarie anche nel tratto libero da costrizioni orografiche e compreso fra le duttili argille delle colline subappenniniche; queste ultime si inseguono come morbide onde sotto il tappeto uniforme dei seminativi fin quasi al litorale, dove formano brevi tratti di costa alta e la pronunciata sporgenza di Punta della Penna. Nel paesaggio umano la casa sparsa, dilagante nel Subappennino Frentano a nord del fiume Sangro, perde il monopolio a favore di forme intermedie fra il rigoroso accentramento e l'accentuata dispersione delle sedi umane. Tutti i comuni dell'area risultano aggregati nella Usl di Lanciano-Vasto e nel distretto scolastico n. 11.
Comunicazioni. Diversamente dal Chietino e dalla Val di Sangro, questo bacino territoriale risente della mancanza di adeguati collegamenti fra il litorale -percorso dai tracciati longitudinali della strada statale n. 16 Adriatica, della linea ferroviaria Bologna-Bari e dell'autostrada Bologna-Taranto (A14)- e l'entroterra collinare e montuoso. All'origine di questa difficoltà si pone la modesta funzionalità dei fondovalle trasversali, anche se non va certamente sottovalutata l'importanza di alcuni tracciati vallivi -la strada statale n. 86 Istonia, che unisce la n. 17 dell'Appennino abruzzese con la stazione balneare di Vasto Marina e la n. 650 del fondovalle del Trigno, che da San Salvo Marina conduce all'entroterra molisano e campano. Il porto di Vasto-Punta della Penna collega l'estremità meridionale del litorale abruzzese alle rotte commerciali dell'Adriatico e più in generale del Mediterraneo.
Storia. Le vicende storiche dell'estremità meridionale della circoscrizione chietina non sono state sufficientemente indagate, sia in relazione alle epoche più remote sia per quanto riguarda quelle relativamente più recenti. Popolata anticamente dalla tribù dei frentani, questa porzione di territorio a sud del fiume Sangro ebbe un unico municipio, HISTONIUM, che non raggiunse mai lo splendore di Ortona e Teate.
Struttura socio-economica. La specializzazione e la progressiva riduzione delle aree coltivate del Vastese ha determinato l'abbandono di quelle interne e marginali che risultano meno servite dalla rete stradale e che richiedono maggiore impegno di manodopera e di macchine agricole. Mentre l'alto Vastese vive con crescente drammaticità la sua condizione di area più depressa dell'intero territorio provinciale, la costa e le colline litoranee alternano vaste estensioni di colture specializzate (vigneti e serre) a moderne stazioni balneari e a due imponenti complessi industriali (Vasto e San Salvo), formati da imprese chimiche e manufatturiere della meccanica di precisione, da attività estrattive e di trasformazione di minerali non energetici e di metalli. La concentrazione di beni e risorse sul litorale e il fallimento dei tentativi di riscatto dell'entroterra fanno del Vastese il più debole dei bacini territoriali teatini. Con San Salvo, che si può considerare la sua naturale prosecuzione, Vasto è il punto di riferimento dell'intera area, anche se da qualche tempo il comune di Gissi, per effetto della sua posizione centrale e della sua buona dotazione di infrastrutture, funge da polo di aggregazione della vallata del Sinello.
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