Piccola comunità di montagna, di origine medievale, protetta dal palazzo baronale che svetta su un impervio roccione; la sua economia ha un'impronta rurale ma si auspica il potenziamento delle attività turistiche e commerciali come rimedio ad una fase di bassa congiuntura che rischia di cronicizzarsi. La comunità dei gamberalesi, che presenta un indice di vecchiaia particolarmente elevato, si è sparpagliata nelle poche aree disponibili del comprensorio, evitando l'accentramento e dando vita ad una serie di piccoli agglomerati urbani (Casale Belisari, Casale Ciabacchi, Casale Conicella, Casale Galeoti, Casale Giardinari, Casale Mosè, Casale Panicotti, Casale Stazione Ferroviaria e Casale Tesoro). Dal fondovalle del fiume Sangro, che segna il limite sud-orientale del comprensorio gamberalese, alla cima dei Tre Monti, che svetta a nord-ovest dell'abitato, i valori altimetrici crescono rapidamente raggiungendo i 1.822 metri; i pochi coltivi a ridosso del fiume sono man mano sostituiti dalle aree incolte, dalle praterie da pascolo e dai boschi di faggio: è un ambiente impervio e inospitale quello che si estende alle spalle dell'abitato e che trova riscontro nella varietà e nell'asprezza del profilo geometrico del territorio comunale; tra la vegetazione di faggi, abeti e querce riposa il lago di Gamberale. Nello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, è raffigurato un gambero per evidente assonanza con il toponimo.