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Regione ABRUZZO

Capoluogo: L'Àquila

Scheda

 
Stemma della regione Abruzzo
   

Regione Abruzzo - Statistiche

Regione verde d'Europa con tre parchi nazionali, un parco regionale e venticinque riserve naturali, si estende per 10.794 chilometri quadrati sul versante orientale dell'Italia centrale e presenta un assetto economico molto articolato: nel suo territorio convivono infatti l'economia tipica dell'alta montagna, tradizionalmente legata all'utilizzo del pascolo e delle risorse boschive, oggi impegnata nella riquali- ficazione dell'ambiente in funzione turistica; quella delle conche montane, delle principali valli fluviali e delle colline litoranee, dominata dall'agricoltura intensiva, dalle colture specializzate e da attività industriali di rilievo non solo locale; e infine quella costiera, monopolizzata dalle attività marinare e dal turismo balneare. I diversi indirizzi dell'economia sono solo alcune delle caratteristiche che oppongono, per fare un esempio, gli abitanti della Marsica e dell'Aquilano, protagonisti di intensi scambi con Roma, alle genti del Teramano, non immuni da influenze culturali marchigiane; ciò nonostante l'Abruzzo può vantare una chiara identità geografica e antropica. Legata nell'immaginario collettivo allo stereotipo di terra quasi ostile popolata in prevalenza da pastori e montanari, la regione è da millenni luogo di incontri e di scambi vivaci: ai mercanti diretti dall'Italia centro-settentrionale a Napoli e viceversa attraverso la storica Via degli Abruzzi, alle decine di migliaia di pastori in marcia lungo il polveroso tracciato dei tratturi e al movimento migratorio, che in questo secolo ha portato circa un milione e mezzo di abruzzesi lontano dalla terra d'origine, si sono aggiunti o sostituiti ai nostri giorni i flussi sempre più intensi del turismo alla scoperta dei tesori di questa terra: natura, storia, arte e folclore.

Collegamenti. La regione fa da cerniera: fra Adriatico e Tirreno, nel tratto dominato dalla capitale, e fra la parte settentrionale e quella meridionale della penisola. Lungo queste due direttrici corrono le principali linee ferroviarie, strade statali e autostrade abruzzesi: la direttrice trasversale coincide grosso modo con la statale n. 5 Tiburtina Valeria, la linea ferroviaria Roma-Pescara e l'autostrada Torano-Pescara (A25); la direttrice longitudinale è articolata in un asse interno (la statale n. 17 dell'Appennino abruzzese e le linee ferroviarie Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona e Sulmona-Carpinone) e un asse litoraneo (la statale n. 16 Adriatica, la linea ferroviaria Bologna-Bari e l'autostrada Bologna-Taranto (A14)). Nell'ambito del trasporto aereo numerosi passi avanti sono stati compiuti negli ultimi decenni: lo scalo regionale di Pescara, il "Pasquale Liberi", va progressivamente aumentando il traffico di linea e l'attività charteristica -l'aeroporto "Leonardo da Vinci" di Roma/Fiumicino rimane un insostituibile punto di riferimento per i collegamenti intercontinentali-. Allo stesso tempo anche i quattro porti della regione (Giulianova, Pescara, Ortona e Vasto), da sempre penalizzati dalle modeste caratteristiche naturali del litorale abruzzese e dalla limitatezza degli scambi con i paesi dell'Est, su cui si affacciano, si sono avviati con successo sulla strada della complementarietà, della diversificazione dei compiti e della specializzazione. I centri di gravitazione della provincia aquilana -Avezzano, L'Aquila, Sulmona e Castel di Sangro- sono ubicati nel cuore di vaste conche montane, dove si concentra la maggior parte della popolazione, degli insediamenti e delle attività produttive dell'Abruzzo interno; anche nella provincia di Chieti è facile individuare tre comprensori, che fanno capo al capoluogo di provincia, a Lanciano e al polo industriale e terziario di Vasto-San Salvo; la limitata estensione della circoscrizione pescarese e teramana, invece, fa sì che i capoluoghi di provincia assolvano ad un'efficace funzione direttiva ricorrendo in misura ridotta alla mediazione di poli urbani integrativi.

Territorio. Per la maggior parte della sua estensione la regione presenta una morfologia molto accidentata. L'Abruzzo interno, infatti, è percorso da tre principali catene montuose longitudinali: quella esterna, che si affaccia sull'Adriatico, comprende le vette più elevate dell'Appennino, racchiuse nei massicci della Laga, del Gran Sasso e della Maiella; quella mediana va dal massiccio del Velino a quello del Sirente e ai monti Genzana e Pratello; la terza abbraccia i monti Simbruini e i monti della Meta, sconfinando nel Lazio. I tre schieramenti montuosi, separati da altrettante conche montante di notevole estensione (il Fucino, la conca aquilana e quella sulmonese), si presentano per lo più come complessi unitari di rocce calcaree, incise da forre, gole, cañon e grotte e interrotte a tratti da vasti altipiani carsici -Campo Imperatore e gli altipiani delle Rocche, delle Cinquemiglia e di Navelli-. A questo spettacolo di indomita fierezza si contrappone il paesaggio dolcissimo della collina abruzzese, analogo ai più celebrati della Toscana e dell'Umbria, con il regolare mosaico di campi coltivati, praticelli, casali e siepi che si spinge dalle falde dei colossi montuosi alla cimosa litoranea; quest'ultima si estende, con andamento lineare leggermente concavo, per 129 chilometri dalla foce del fiume Tronto a quella del Trigno e si presenta per circa due terzi bassa e sabbiosa, mentre è piuttosto frastagliata e rocciosa a sud di Ortona. Alla formazione dell'arenile hanno concorso tutti i principali fiumi abruzzesi: Tronto, Vibrata, Salinello, Tordino, Vomano, Piomba, Tavo-Saline, Aterno-Pescara, Alento, Foro, Sangro, Sinello e Trigno -solo i fiumi Velino e Liri riversano le loro acque nel mar Tirreno-. Sbarramenti artificiali di corsi d'acqua hanno creato per scopi irrigui i laghi di Serranella e di Penne nella fascia collinare e per la produzione di energia quelli del Sangro e di Campotosto rispettivamente nella Val di Sangro e nella parte settentrionale dell'Aquilano -fra i pochi bacini lacustri naturali spicca il lago di Scanno-. La vegetazione che orlava un tempo il litorale abruzzese è stata in gran parte inghiottita dal cemento; quella della fascia collinare si è piegata all'opera secolare dell'uomo, che ha lasciato sopravvivere estensioni limitate di minuta boscaglia; la vegetazione tipica degli ambienti montani, invece, si presenta straordinariamente rigogliosa -immense foreste di faggio miste ad abete e, soprattutto sul massiccio della Maiella e sui monti Simbruini e Marsicani, a ginepro e pino mugo-. Fra i boschi più suggestivi spiccano il bosco Martese e le foreste di San Gerbone e Langammella sulla Laga, il bosco Chiarino sul Gran Sasso e le faggete del Cerasolo, di Valle Cerchiata e del Sirente sul massiccio del Velino-Sirente. La volontà di tutelare questo inestimabile patrimonio naturale ha portato all'istituzione del Parco nazionale d'Abruzzo nei primi decenni di questo secolo, a cui si sono aggiunti il Parco nazionale della Maiella e quello del Gran Sasso e dei Monti della Laga in tempi molto recenti. Il sottosuolo, invece, è piuttosto avaro di risorse: si segnalano i giacimenti petroliferi di Vallecupa (Alanno) e Casalbordino, le industrie estrattive di asfalto e bitume in decadenza sulla sponda destra del fiume Pescara e le riserve di metano del Vastese, che integrano l'abbondante produzione regionale di energia idroelettrica.

Clima. Sul versante occidentale dell'Appennino abruzzese piovono mediamente 150 cm annui di acqua, mentre sul versante orientale si va da un massimo di 100 cm l'anno ad un minimo, sulla costa e nella valle del fiume Pescara, di circa 60 cm. In generale le precipitazioni sono più frequenti in autunno e, anche se di poco, meno intense in inverno e primavera. In alcune zone dell'Appennino abruzzese piove o nevica anche 100 giorni l'anno. I venti prevalenti sono correlati al transito delle perturbazioni di origine atlantica: essendo la regione protetta ad ovest dall'Appennino, i venti provengono da sud-est (scirocco) prima del transito delle perturbazioni, da nord-est (grecale) dopo il passaggio delle perturbazioni. In estate il loro regime è per lo più quello di brezza.

Attività produttive. Il peso ancora eccessivo del settore primario, caratterizzato dalla tendenza al frazionamento fondiario e dalla massiccia presenza di manodopera in fasce avanzate d'età, potrebbe essere interpretato come un fattore di debolezza dell'economia abruzzese; vanno tuttavia considerati gli enormi progressi della meccanizzazione agricola e delle tecniche irrigue, la stretta connessione fra agricoltura e industria agro-alimentare -basterà ricordare il celeberrimo trittico di vino Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano d'Abruzzo e il pregiatissimo olio, prodotti nelle tre provincie adriatiche- e la funzione di difesa del suolo a cui le coltivazioni assolvono nell'instabile fascia collinare. L'industria si è sviluppata nelle zone favorevoli secondo due modelli dai caratteri diametralmente opposti: da un lato la media e grande impresa, cresciuta grazie agli incentivi per lo sviluppo del Mezzogiorno e ai conseguenti investimenti esterni, attiva nei settori innovativi della chimica, dell'elettronica e della meccanica -è questo il modello prevalente nelle conche montane della provincia aquilana, nel polo industriale chietino, nella media valle del Sangro e nella fascia litoranea del Vastese-; dall'altro un sistema diffuso di imprenditoria locale, con unità produttive di dimensioni piccole e medie specializzate nei settori cosiddetti tradizionali (abbigliamento, tessuti, calzature, mobili, ecc.), come nel distretto industriale della Val Vibrata, nel Teramano, e in alcune zone del Pescarese. Come tutte le regioni italiane in via di sviluppo anche l'Abruzzo ha compiuto enormi passi in avanti verso la terziarizzazione della sua economia. Esiste dunque una diffusa coscienza manageriale, che, avviandosi a raggiungere livelli di piena maturità, trascina con sé e promuove un'intensa attività culturale. Sulla scia di una tradizione editoriale di ben cinque secoli, negli ultimi anni la regione ha conosciuto uno straordinario proliferare di periodici, alcuni dei quali si sono estinti dopo pochi numeri, mentre altri sono riusciti ad imporsi per la qualità dei contenuti ed i pregi formali; intorno alla figure di spicco nate o vissute in Abruzzo -Gabriele D'Annunzio, Ignazio Silone, Benedetto Croce ed Ennio Flaiano, solo per citarne alcune- ruotano inoltre convegni, mostre, concerti e premi letterari di rilievo internazionale (il Flaiano, lo Scanno, il Penne e il Teramo).

Analisi statistica. Area sociale. Le statistiche della sanità indicano l'Abruzzo come una delle regioni meglio servite: sul versante pubblico occupa il quarto posto (6,4 posti per 1.000 abitanti contro la media nazionale di 5,3) mentre è la seconda regione per quanto riguarda gli istituti privati (1,7 posti letto per 1.000 abitanti rispetto alla media nazionale di 1,4). È la nona regione per grado d'istruzione (214 laureati e diplomati per 1.000 abitanti), appena superiore alla media nazionale (211,1), mentre per le altre statistiche culturali e sociali varie si colloca su livelli inferiori alle medie nazionali. Area economica. L'apporto più consistente all'economia regionale è dato dal terziario, con una percentuale del 65,4%, inferiore di poco alla media nazionale del 66,5%. L'incidenza percentuale fornita al Prodotto Interno Lordo dal valore aggiunto dell'industria è vicina al valore medio nazionale (29,4% rispetto al 29,8% dell'Italia) mentre la percentuale del valore aggiunto fornito dal settore agricolo è notevolmente superiore alla media italiana (5,2% contro il 3,7%). Occupa il tredicesimo posto tra le regioni italiane per quanto riguarda il P.I.L. pro-capite, consumi per abitante, percentuale di occupati con valori di poco inferiori alle medie nazionali. Area demografica. Più dell'83% dei comuni ha una popolazione non superiore ai 5.000 abitanti e la classe di ampiezza demografica che va dai 1.000 ai 2.000 abitanti è quella che comprende il maggior numero di comuni (91). Pescara è la città più popolosa, con oltre 120.000 abitanti, mentre il capoluogo regionale non raggiunge i 70.000 abitanti. Nella graduatoria della vita media occupa il terzo posto per gli uomini (74,5 anni rispetto alla media nazionale di 73,4) e l'ottavo posto per le donne (80,3 anni rispetto alla media italiana di 80,0). L'indice di vecchiaia (112,1) è superiore alla media italiana (96,57). Area ambientale. La percentuale di superficie montuosa (65,1%) supera di gran lunga la media nazionale (35,2%) mentre inferiore alla media italiana è la percentuale di superficie collinare (34,9% contro il 41,6%); assente è la superficie pianeggiante. L'Abruzzo occupa il secondo posto per quanto riguarda la qualità delle acque marine secondo la balneabilità con l'81,4% di costa balneabile contro la media nazionale del 56,9%. Quasi il 30% del territorio è ad alto grado di sismicità e oltre il 50% è a media sismicità.

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