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Provincia di TERAMO
Capoluogo: Tèramo
Scheda
- Superficie: 1.947,64 Kmq
- Abitanti: 309.838
- Densità: 159,08 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 067
- Numero comuni: 47
Provincia di Teramo - Statistiche
Territorio. Provincia nord-orientale dell'Abruzzo, formata dall'arco esterno dell'Appennino abruzzese e da un'ampia fascia collinare orlata da una costa bassa, sabbiosa e generalmente rettilinea. Una crisi profonda ha investito dal secondo dopoguerra ad oggi la sua impostazione rurale, indebolendo il legame con la tradizione soprattutto nelle aree maggiormente esposte agli stimoli del progresso -la costa e le valli fluviali che dall'Appennino si prolungano fino alla cimosa litoranea-. La popolazione provinciale, caratterizzata da un indice di vecchiaia nella media e distribuita in 47 comuni, è uniformemente sparpagliata su tutto il territorio, che presenta nel complesso un'armatura urbana policentrica, da cui sono escluse solo le zone montane della circoscrizione. Queste ultime sono infatti aspre e poco ospitali: sul versante orientale dei Monti della Lega e ancor di più su quello nord-orientale del massiccio del Gran Sasso, che comprende le vette più elevate dell'intero Appennino (Corno Grande e Corno Piccolo), la natura, fiera ed indomita, ostenta nude pareti di roccia calcarea, profondi valloni e immense foreste di faggi e abeti (il bosco Martese e le foreste di San Germano e Langammella). La fascia collinare che si estende dagli ultimi contrafforti di queste catene montuose al mare è invece un ambiente propizio alle colture e all'insediamento, dove i fiumi che discendono turbolenti dall'Appennino si allargano e prendono a scorrere placidi bagnando i coltivi -imponenti i bacini Vomano e del Tordino-. Lo stemma provinciale raffigura una sbarra e due croci trifogliate.
Comunicazioni. Lungo il litorale corrono alcune delle principali arterie della provincia (la strada statale n. 16 Adriatica, la linea ferroviaria Bologna-Bari e l'autostrada A14 Bologna-Taranto ), che, in corrispondenza delle stazioni balneari di Alba Adriatica, Giulianova e Roseto degli Abruzzi, incrociano dei tracciati viari e ferroviari trasversali di grande importanza, adagiati nelle principali valli fluviali della circoscrizione (la statale n. 259 della Val Vibrata, la n. 80 del Gran Sasso d'Italia, la n. 150 della valle del Vomano, nonché il tronco ferroviario Teramo-Giulianova). Nel capoluogo di provincia approda inoltre l'autostrada Roma-Teramo (A24), proveniente dall'Aquilano attraverso il traforo del Gran Sasso, mentre al di là del confine con le Marche, lungo l'asse vallivo del fiume Tronto, si snodano la statale di grande comunicazione n. 4 Salaria, il raccordo Ascoli Piceno-Porto d'Ascoli dell'autostrada A14 e il tronco ferroviario che congiunge i medesimi estremi. La cittadina di Giulianova è dotata di strutture portuali per lo più riservate ai pescherecci, in fase di ammodernamento.
Storia. Popolata in età preromana da tribù di indole fiera e bellicosa (picenti, pretuzii e sabini), in epoca classica la provincia, con i floridi municipi di HATRIA (Atri) e INTERAMNIA PRAETUTIORUM (Teramo), entrò a far parte quasi per intero della V REGIO augustea, il Piceno, diversamente dal resto dell'Abruzzo, che fu aggregato alla IV. Con il crollo dell'impero romano i barbari discesero nel Teramano come nel resto della penisola: ai goti successero i longobardi e a questi i franchi, che organizzarono amministrativamente il territorio creando la contea di APRUTIUM. In quel periodo e ancora nei secoli successivi le estremità meridionale e settentrionale della circoscrizione rimasero rispettivamente sotto l'influenza dei conti di Penne e della mensa vescovile di Ascoli Piceno, mentre nel cuore della provincia, a partire dal XIV secolo, si venne consolidando il dominio degli Acquaviva, che raggiunse l'apice nel Cinquecento e si protrasse fino al XVIII secolo. Dal 1140, quando Ruggero II completò la conquista dell'Abruzzo, le colline teramane divennero il confine settentrionale del regno di Napoli e mantennero questo ruolo fino all'unità d'Italia.
Struttura socio-economica. Più che nelle altre province abruzzesi in quella teramana la distribuzione dei beni, delle risorse e delle infrastrutture non fa registrare pesanti squilibri, fermo restando un certo divario fra le aree interne, fisiologicamente marginali, e la fascia collinare e litoranea. Dopo un periodo di disorientamento seguito alla crisi generale dell'economia agro-pastorale, la maggior parte dei comuni montani del Teramano ha cominciato a valorizzare i propri itinerari storico-naturalistici, con il fermo proposito di contendere il primato delle presenze turistiche alle stazioni balneari della provincia. L'economia della fascia collinare è una fonte generosa di benessere: la viticoltura, di antica e nobile tradizione, alimenta un'eccellente produzione di vino Montepulciano, Cerasuolo e Trebbiano d'Abruzzo. L'industria si è sviluppata notevolmente, ricalcando il policentrismo della provincia e adottando un modello imprenditoriale di tipo endogeno, basato su unità produttive di dimensioni piccole e medie e sulle attività cosiddette tradizionali -la maggiore concentrazione di stabilimenti si osserva nella zona del capoluogo provinciale, nella Val Vibrata e lungo il litorale-. Il terziario ha la sua sede elettiva a Teramo e nelle sette stazioni balneari della provincia (Alba Adriatica, Giulianova, Martinsicuro, Pineto, Roseto degli Abruzzi, Silvi e Tortoreto), fra le quali Giulianova gode di una posizione di preminenza.
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