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LAGO MAGGIORE
Approfondimento
Approfondimento: LAGO MAGGIORE
Attraversato da nord a sud dal confine tra le regioni Piemonte e Lombardia e proteso per alcuni chilometri anche in territorio svizzero, è il secondo lago d'Italia ed è chiamato anche Verbano secondo l'antica definizione classica; il nome Maggiore gli è stato dato perché è il più grande di quelli dell'area in cui si trova. La sua formazione è frutto dell'azione erosiva di un grande ghiacciaio presente in epoca glaciale nella regione valliva in cui scorre il fiume Ticino. Ha una superficie di 212,16 kmq, un perimetro di 179 km; il volume delle acque contenute è di 37.100.000.000 di mc. Sulla sua superficie affiorano sette isole più grandi e due isolotti di minori dimensioni, su cui sorgono i castelli di Cannero. Principale immissario, che in esso versa le sue acque all'estremità nord-orientale per poi uscirne a sud, nei pressi di Sesto Calende (VA), è il Ticino, che vi si immette dopo aver attraversato una vasta area alluvionale dovuta alle sue continue esondazioni. Tra gli altri suoi immissari vanno ricordati: il Cannobino, il San Bernardino e il Toce, che si immettono lungo la sponda occidentale; il Giona, il Tresa (emissario del lago di Lugano), il Bardello (emissario del lago di Varese) e altri minori, che si immettono, invece, lungo la sponda orientale. A differenza del lago di Garda, le sue acque risentono delle piogge primaverili e autunnali e dello scioglimento delle nevi, per cui memorabili sono rimaste le piene degli anni 1872 e 1968, nel corso delle quali il livello delle acque si innalzò di circa 7 metri. Sulle sue sponde paesaggi semplici e austeri si alternano ad altri di incantevole maestosità: il bellissimo golfo di Pallanza (Verbania, in provincia di Verbano-Cusio-Ossola) con i suoi scenari di picchi alpini coperti da nevi perenni; la pianura di Mottarone (Stresa, nella stessa provincia piemontese) ricca di giardini e ville; la rocca del santuario di Santa Caterina del Sasso (Leggiuno, in provincia di Varese); la collina di San Quirico con la sua rocca di Angera (VA). Il clima, come quello di altri laghi, è molto mite e le coltivazioni sono tipicamente mediterranee, con ulivi, cedri, limoni, aranci, cui si affiancano anche piante tropicali. I venti che vi soffiano sono la tramontana del nord, tipica delle prime ore del mattino, l'invenea, che soffia da sud dopo le dieci del mattino, il mergozzo e la maggiora, quest'ultima foriera di tempeste. È ricco di trote, lucci, carpe, tinche, anguille ecc.; tuttavia, la pesca è regolamentata da una vera e propria convenzione italo-svizzera di sfruttamento e sviluppo. Le sue sponde, lungo le quali prevale l'attività turistico-alberghiera, che funge da richiamo per numerosi villeggianti in ogni stagione, sono a densità abitativa elevata.