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Provincia di LECCO
Capoluogo: Lecco
Scheda
- Superficie: 816,17 Kmq
- Abitanti: 335.420
- Densità: 410,97 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 097
- Numero comuni: 90
Provincia di Lecco - Statistiche
Territorio. Provincia di nuova istituzione, originatasi dal distacco (sancito nel 1992) di un gruppo di sei comuni dalla circoscrizione bergamasca e di un gruppo di ottantaquattro dalla circoscrizione comasca, con un totale, quindi, di 90 comuni. Occupa la parte nord-occidentale della regione e si estende -da nord a sud- dal punto in cui l'Adda, presso Colico, sbocca nel lago di Como alle colline della Brianza, che rappresentano l'ultimo fronte delle grandi lingue moreniche, fuoriuscite a ventaglio dalle vallate alpine in epoca glaciale; si sviluppa lungo la riva orientale del lago, comprendendo nei suoi confini i rilievi prealpini e le valli nelle quali scorrono i torrenti che affluiscono al lago; ha il suo centro nella cittadina di Lecco e si allarga, ancora più a sud, su un'area pianeggiante e collinare fittamente abitata: recenti insediamenti industriali e commerciali si alternano ai terreni coltivati. Gli ampi specchi d'acqua dei laghi incastonati tra gli archi collinari (Pusiano, Annone e Garlate) mitigano il clima, facendo prosperare sulle loro rive una florida vegetazione mediterranea. L'aera prealpina, separata dalle Alpi da profondi solchi vallivi, verso sud talvolta si fonde dolcemente con i nastri collinari pedemontani, talvolta incombe bruscamente sulla pianura. La differente composizione e il diverso grado di erosione delle rocce vi determinano rilievi pittoreschi: guglie, pinnacoli e creste dentellate; gole e burroni scavati dai torrenti; non mancano poi alcune cime maestose come le Grigne e il Resegone. Tutta la subregione prealpina appare fittamente popolata e punteggiata da insediamenti industriali e commerciali; non mancano sui pendii le fasce agricole e i centri rurali. Attività fondamentale della zona è il turismo, che interessa i tratti più panoramici e attraenti con alberghi e residenze private. Nell'area provinciale sono già stati istituiti quattro parchi regionali (Valle del Lambro, Curone e Montevecchia, Adda Nord, Monte Barro), che hanno, tra gli scopi istituzionali, la tutela del patrimonio paesistico e naturale e la regolamentazione delle attività produttive e del turismo. Lo stemma provinciale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è troncato, semipartito: la prima parte, su sfondo verde, rappresenta il fiore delle Alpi, rosso, di sei petali; la seconda, su sfondo argento, reca una croce rossa; la terza, su sfondo azzurro, raffigura un leone d'oro. Gli ornamenti esteriori sono quelli da Provincia.
Comunicazioni. Il territorio provinciale dispone di un diffuso e articolato sistema viario e ferroviario, caratterizzato dalla prevalenza delle direttrici nord-sud convergenti su Milano rispetto a quelle trasversali. Cinque direttrici stradali (le strade statali n. 36 del lago di Como e dello Spluga, n. 342 Briantea e diramazione, n. 538 Lariana, n. 639 dei laghi di Pusiano e di Garlate e la tangenziale est di Milano) e sei linee ferroviarie (Milano-Tirano, Milano-Asso, Calolziocorte-Rovato, Molteno-Monza, Colico-Chiavenna, Bergamo-Treviglio) costituiscono la dotazione lecchese per i collegamenti nord-sud. I collegamenti trasversali possono contare su percorsi stradali scarsi (strada statale n. 38 dello Stelvio) e sulle linee ferroviarie Ponte San Pietro-Carnate Usmate e Seregno-Carnate Usmate. Nessun tracciato autostradale attraversa questa parte della regione.
Storia. I rinvenimenti archeologici e l'origine dei toponimi testimoniano la presenza di insediamenti già per l'età del bronzo: villaggi palafitticoli sorsero, infatti, lungo le sponde dei laghetti brianzoli. La colonizzazione romana, che si sovrappose alla fitta maglia di insediamenti di tribù di origine celtica, e l'invasione longobarda originarono i borghi ancora oggi guardati da torri e castelli, che rimandano alla validità strategica di un percorso continuamente conteso. Il lago stesso, con una complessa rete viaria costiera, era strada di traffico ricca di tanti approdi, che da Milano conduceva pellegrini, mercanti ed eserciti verso i passi alpini, lungo le strade del ferro e della seta, che costituivano la ricchezza delle popolazioni della Brianza, di Lecco, delle sue valli e della riviera lariana. La valle del fiume Adda costituì per secoli il confine del ducato di Milano, lungo il quale si scontrarono, nella prima metà del XV secolo, gli eserciti della città ambrosiana e della Serenissima; la pace di Lodi pose fine agli scontri e sancì l'appartenenza del territorio lecchese agli Sforza, nuovi signori di Milano dopo la morte dell'ultimo Visconti. Le scorrerie di Gian Giacomo de' Medici, detto il Medeghino, prelusero alla disastrosa avanzata dei lanzichenecchi, il cui passaggio coincise con la diffusione di violente epidemie di peste. La dominazione austriaca, interrotta dalla breve parentesi delle repubbliche napoleoniche, segnò l'inizio di un lungo periodo di ripresa economica, favorita dalle riforme promosse da Maria Teresa e da Giuseppe II; ai moti risorgimentali seguì l'annessione al Regno d'Italia e il coinvolgimento nei conflitti mondiali.
Struttura socio-economica. La Lombardia nel corso degli ultimi anni ha visto attenuarsi i fenomeni di squilibrio dovuti alla funzione centripeta del polo milanese ed estendersi una complessa urbanizzazione multipolare, attorno alla quale si sta consolidando la "città metropolitana lombarda": Lecco con il suo circondario si configura come uno dei poli metropolitani esterni, che introduce nella "città metropolitana lombarda" aree di alto valore paesistico e naturalistico (il gruppo delle Grigne, i laghi e le colline briantee). Un'area, quindi, dotata di un'economia competitiva, di paesaggi significativi e di una diversificata infrastrutturazione di mobilità. Il sistema produttivo della provincia lecchese è basato principalmente sulle attività industriali, in particolare dell'industria meccanica: il cuore dell'industria meccanica dell'intera area lariana si colloca, infatti, fra Erba (CO), Lecco e la Brianza lecchese e ha alcune estensioni importanti in Valsassina e in Valle San Martino. L'industria lecchese è caratterizzata da un'elevata presenza di piccole e medie imprese e da un alto tasso di imprenditorialità. Il territorio, incapace di accogliere coltivazioni e allevamenti che siano produttivi in modo economico, per le sue caratteristiche fisiche o per le ragioni dei suoi abitanti, è ricco di vene metallifere, calcare, marne e dolomie (nella parte meridionale della fascia montana e pedemontana), che alimentano l'industria estrattiva. La pesca nel lago, un tempo praticata a fini commerciali, ha gradualmente perso la sua importanza man mano che si sviluppavano le attività turistiche, favorite dal rilevante patrimonio paesistico, ricco di testimonianze della sua storia e di molte opere d'arte, che nei secoli vi sono state prodotte e accumulate (chiese, monasteri, ville, fortificazioni militari, nuclei di antica formazione e insediamenti rurali o alpestri, antichi insediamenti produttivi).
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