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Provincia di BERGAMO
Capoluogo: Bèrgamo
Scheda
- Superficie: 2.722,86 Kmq
- Abitanti: 1.075.592
- Densità: 395,02 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 016
- Numero comuni: 244
Provincia di Bergamo - Statistiche
Territorio. Articolata in 244 comuni, si estende al centro della regione: è occupata per più di due terzi dagli spazi montani delle valli Seriana e Brembana, separate a settentrione, a occidente e a oriente da alti crinali, che segnano il confine rispetto ai bacini valtellinesi, lariano e camuno. L'intera area si sviluppa secondo una configurazione binaria principale, rappresentata dai sistemi del Serio e del Brembo, disposti perpendicolarmente alla catena delle Orobie; il sistema secondario è definito dai legamenti trasversali fra le due valli e dai bacini minori delle valli Imagna e Cavallina, che delimitano il versante meridionale del territorio montano, convergendo da ovest e da est sul capoluogo di provincia. Così come la montagna è tanto diversa da valle a valle, anche la pianura bergamasca a sud mostra differenze notevoli: la bassa presenta un terreno argilloso ricco di fontanili e risorgive, che assicurano acqua a temperatura pressoché costante in ogni periodo dell'anno; l'alta pianura, invece, offre un terreno molto permeabile, che difficilmente trattiene le acque, che filtrano molto rapidamente negli strati più profondi. Oltre al Serio e al Brembo una fitta rete di affluenti solca il territorio montano, mentre i laghi di Endine e d'Iseo, in comunione con la provincia bresciana, costituiscono il patrimonio lacustre della provincia bergamasca, aggiungendo un'ulteriore nota di attrazione al già variegato paesaggio. Il clima risente delle differenze morfologiche: se la pianura soffre di elevate temperature estive e di inverni umidi e nebbiosi, sui rilievi e nelle zone lacustri il clima è senza dubbio più mite. La varietà delle caratteristiche morfologiche e climatiche condiziona, inoltre, la vegetazione, che cambia nettamente fra pianura, fascia pedemontana e fascia montana. Una percentuale ragguardevole del territorio provinciale è rappresentata da aree tutelate (Parco dell'Adda Nord, Parco delle Orobie bergamasche, Parco del Serio, Parco dei Colli di Bergamo), che hanno, tra gli scopi istituzionali, la salvaguardia del patrimonio faunistico e botanico, la regolamentazione delle attività agricole e turistiche e la conservazione delle caratteristiche paesaggistiche. Nello stemma provinciale, partito d'oro e di rosso, si rappresentano un'aquila nera, un cervo d'oro e una corona. Il motto è: BERGOMATUM AGER. La sua concessione ufficiale è avvenuta con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Comunicazioni. La rete stradale provinciale è strettamente collegata al capoluogo, a tutti i comuni, grandi e piccoli, e alla rete costituita dalle strade statali. Estremamente articolata è la viabilità ordinaria, che garantisce collegamenti più che soddisfacenti. Gli assi viari più importanti sono rappresentati dalle strade statali n. 11 Padana Superiore, n. 42 del Tonale e della Mendola, n. 294 della Val di Scalve, n. 342 Briantea, n. 469 Sebina Occidentale, n. 470 della Valle Brembana, n. 472 Bergamina, n. 498 Soncinese, n. 510 Sebina Orientale, n. 525 del Brembo, n. 573 l'Ogliese, n. 591 Cremasca, n. 639 del Laghi di Pusiano e di Garlate. Un solo tracciato autostradale attraversa il territorio: l'A4 Torino-Trieste. La rete ferroviaria è costituita dalle linee Lecco-Rovato, Bergamo-Cremona, Seregno-Ponte San Pietro e Brescia-Edolo (quest'ultima gestita dalle Ferrovie Nord Milano) e il collegamento con la rete del traffico aereo è garantito dall'aeroporto di Bergamo/Orio al Serio.
Storia. Il territorio bergamasco risulta abitato fin dalla metà del II millennio a.C. dai liguri, popolazione di origine preindoeuropea e mediterranea; dediti alla pastorizia e alla vita nomade, hanno lasciato poche testimonianze del proprio passaggio. Le tribù nomadi, quando cominciarono a trasformarsi in popolazioni contadine e quindi a stanziarsi in insediamenti stabili, lasciarono tracce più consistenti della propria presenza. Seguì, tra VII e VI secolo a.C., la dominazione etrusca. Intorno alla metà del VI secolo la tradizione storiografica registra un avvenimento catastrofico: l'invasione prima degli insubri e quindi dei cenomani. A partire dal II secolo a.C. la colonizzazione romana, avvenuta attraverso fasi graduali, impresse un nuovo corso alla storia della provincia bergamasca: la centuriazione, ovvero la distribuzione della terra in poderi di uguali dimensioni disposti secondo un disegno a scacchiera, trasformò le campagne in ordinati luoghi di lavoro produttivo e le città si arricchirono di abitazioni in pietra e di sontuosi edifici pubblici. Le invasioni dei visigoti e degli unni, e soprattutto dei longobardi nel 569, in molti casi distrussero quello che i romani, in secoli di paziente lavoro, avevano costruito. Franchi e ungari promossero la ricostruzione delle città, la bonifica delle campagne e la realizzazione di canali per l'irrigazione. Dopo il crollo delle autonomie comunali, il territorio bergamasco cadde sotto la signoria dei Visconti e, nel 1428, fu annesso alla repubblica veneta. Nel 1797 Napoleone Bonaparte promosse la costituzione della repubblica cisalpina e Bergamo fu nominata capoluogo del dipartimento del Serio. L'annessione all'Austria, dopo il crollo dell'impero napoleonico, non cancellò le idee di libertà e uguaglianza ereditate dalla Francia, pienamente realizzate nei moti risorgimentali.
Struttura socio-economica. Un'analisi condotta sulla base delle circoscrizioni del collocamento mostra che all'interno della provincia possono essere individuate tra grandi aree produttive: le aree economicamente "centrali" di Bergamo e delle circoscrizioni vicine, in cui la presenza costante dell'industria manifatturiera si combina con specializzazioni locali; le polarità emergenti di Treviglio e Romano di Lombardia, in marcata crescita demografica in seguito al decongestionamento di Milano e Sesto San Giovanni; le aree settentrionali di Clusone, Almè, Zogno, Lovere e Albino. La relativa scarsità di terreno pianeggiante (visto che valli e monti rappresentano circa due terzi del territorio provinciale), la centralità del territorio lungo la direttrice Torino-Milano-Venezia, la contiguità con l'area metropolitana di Milano, la vicinanza ai mercati hanno contribuito in maniera decisiva allo sviluppo industriale della provincia bergamasca. Caratteristiche peculiari della sua struttura industriale sono le produzioni despecializzate e le attività diversificate, la prevalenza assoluta delle piccole imprese (con una vitale componente artigiana) e la forte esportazione di manifatture. Alcuni comparti (carpenteria meccanica, elettromeccanica ed elettronica, macchine per l'agricoltura, tessile, manufatti in cemento e vetro, materie plastiche e gomma) hanno un peso economico e occupazionale più rilevante, in grado di alimentare forti interazioni economiche. Il rapido sviluppo dei rapporti internazionali e l'avanzamento della tecnologia nel campo dell'informazione hanno contribuito, inoltre, allo sviluppo di una rete di servizi, che si avvale dell'informatica (nelle sue più diverse espressioni), delle società di consulenza, del credito agevolato e di una rete di distribuzione capillare, articolata in forme distributive e in tipologie aziendali estremamente diversificate.
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