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REPUBBLICHE MARINARE
Approfondimento
Approfondimento: REPUBBLICHE MARINARE
Con questo termine sono chiamate alcune città marittime italiane, in particolare Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, che, tra la fine dell'XI secolo e la prima metà del XIV acquistarono una notevole importanza politica ed economica nel Mediterraneo grazie agli scambi commerciali marittimi, dando vita a una durevole espansione coloniale anche in Oriente. Le rivalità per l'egemonia commerciale e politica nel Mediterraneo, le lotte fratricide interne tra guelfi e ghibellini, l'avanzata dei turchi nel Medio Oriente e nei Balcani furono i principali motivi che, tra i secoli XII e XV, fiaccarono queste città, resero instabili i loro imperi e ne segnarono la lenta e inesorabile decadenza. Già alla fine del X secolo Venezia disponeva di una potente flotta per difendersi, in alleanza con l'impero bizantino, dai pirati illirici e saraceni che devastavano le coste dell'Adriatico, sul quale affermò il suo predominio nel XII secolo. La sua fortuna economica e politica fu dovuta soprattutto agli intensi scambi commerciali con Bisanzio e con l'Oriente, che le valsero un monopolio commerciale fruttuoso e la fondazione di colonie; entrò per questo motivo in lotta con Genova e Pisa, anch'esse desiderose di assicurarsi le vie di traffico con l'Oriente bizantino. In seguito alla quarta crociata (1202-1204), che terminò con la conquista di Costantinopoli e la nascita dell'impero latino d'Oriente, i veneziani crearono un loro stato, guadagnando una ancor più forte posizione di monopolio commerciale e politico. Nel 1261, tuttavia, l'impero latino d'Oriente cadde per opera di Michele VIII Paleologo e Venezia perse i principali privilegi raggiunti, tra cui l'accesso al Mar Nero, che passarono in gran parte a Genova. Dopo l'espugnazione di Bisanzio da parte dei turchi (1453) l'impero coloniale veneziano entrò definitivamente in crisi e fino all'inizio del XVIII secolo la città fu impegnata inutilmente a difenderlo. La fine di Venezia, come di Genova, fu segnata anche dalla radicale trasformazione dell'economia europea, dovuta all'apertura dei traffici dell'Atlantico e dell'oceano Indiano (XVII secolo), in seguito alla scoperta dell'America e della via marittima per le Indie. Genova, diventata libero comune nell'XI secolo, cominciò a costruire la sua potenza commerciale difendendo, inizialmente in alleanza con Pisa, le coste della penisola dai corsari saraceni. La sua espansione coloniale nel Medio Oriente fu minacciata, soprattutto durante il Trecento, da Venezia e poi dall'avanzata ottomana e aragonese. Dopo essere stata sconfitta da Venezia nella guerra di Chioggia (1381) Genova si avviò a un lento declino: nel corso del XV secolo perse le sue colonie d'Oriente, abbandonate a sé stesse, e la sua indipendenza cominciò ad essere minacciata dalla Francia, dagli Sforza e, dal XVII secolo, dalle mire dei Savoia. Pisa sviluppò i suoi commerci nel corso dell'XI e XII secolo, soprattutto nel Mediterraneo occidentale, dove contendeva a Genova il possesso della Sardegna e della Corsica; si volse poi all'Oriente. Il suo declino iniziò nel XIII secolo, dopo la quarta crociata, quando perse le colonie orientali e la sua autonomia cominciò a essere minacciata da Firenze, Lucca e Genova. Il suo tramonto fu segnato dalla sconfitta navale inflittale dai genovesi nella battaglia della Meloria (1284), cui seguirono la perdita della Corsica a favore di Genova (1299) e della Sardegna, che andò agli Aragonesi (1326). Per tutto il XIV secolo passò da una signoria all'altra, finché nel 1406 fu conquistata da Firenze, mentre la sua attività economico-commerciale declinò definitivamente a causa dell'interramento del porto. Amalfi, già padrona dei traffici nel mar Tirreno meridionale, raggiunse il massimo splendore tra il X e XI secolo grazie al commercio con l'Oriente; a questa repubblica marinara si deve la fondazione a Gerusalemme dell'Ospedale di San Giovanni (1048), che sarà la culla del famoso Ordine dei Cavalieri di Rodi, poi Cavalieri di Malta, e la creazione del primo grande codice di diritto marittimo, le Tavole amalfitane. La decadenza della città iniziò nel 1039, quando venne conquistata dai normanni; nel 1131 fu annessa al regno di Sicilia e negli anni 1135 e 1137 subì l'attacco e il saccheggio da parte di Pisa, mentre le basi e le colonie in Oriente vacillavano sotto la minaccia di Bisanzio e di Venezia. Passò da una signoria all'altra finché la sua storia si fuse con quella del regno di Napoli; con l'irreparabile distruzione del suo porto nel 1343 a causa di una tempesta, fu definitivamente esclusa dalla ristretta cerchia delle città marinare.