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Provincia di VITERBO

Capoluogo: Viterbo

Scheda

 
Stemma della provincia Viterbo
   

Provincia di Viterbo - Ambiti

DEFINIZIONE Sotto gli aspetti naturalistico, insediativo ed economico-produttivo la provincia può essere grossomodo suddivisa in due fasce parallele, orientate in direzione nord-ovest-sud-est: la pianura costiera e l’altopiano della Tuscia, nella porzione occidentale; i comprensori vulcanici dei Volsini e dei Cimini, nella parte centrale. La prima zona ingloba la porzione laziale della Maremma mentre la seconda comprende la fascia montuosa e collinare centrale, con i laghi di origine vulcanica di Bolsena e Vico e il capoluogo provinciale, e si estende fino al limite della provincia di Roma, dalla quale la dividono le propaggini settentrionali dei monti Sabatini. Resta esclusa da questa ipotesi di suddivisione la fascia di territorio compresa nella valle del Tevere, con i comuni che ne fanno parte, a causa della sua posizione geografica, che le dona caratteristiche di tipo “sovraregionale” determinandone, al contempo, una sorta di “irriducibilità” al resto del Viterbese.

Valle del Tevere: Bassano in Teverina, Bomarzo, Castiglione in Teverina, Civita Castellana, Civitella d’Agliano, Gallese, Graffignano, Orte. [La

VALLE DEL TEVERE ha rappresentato fin dall’antichità, oltre che una via di transito fondamentale, un vero e proprio confine naturale tra le genti latine e quelle etrusche; durante l’alto Medioevo, inoltre, funse da “corridoio” per i collegamenti tra Roma e Ravenna, nuova capitale dell’impero d’occidente dopo le conquiste gote. Il paesaggio è caratterizzato da una vasta pianura di fondovalle, intensamente coltivata e antropizzata, che diventa angusta solo nei dintorni di Orte, dove il Tevere è costretto tra le ripide scarpate formate dalle estreme propaggini dei monti Cimini; dolci colline, coperte di vigne e oliveti, e isolati speroni di rocce tufacee, sui quali si arroccano borghi dal caratteristico colore ocra, fanno ala al corso delle acque. La conformazione del terreno è assai favorevole alle comunicazioni e all’insediamento di infrastrutture industriali: la vallata accoglie, infatti, i tracciati dell’autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli) e delle linee ferroviarie “Direttissima” Roma-Firenze e Roma-Firenze-Bologna nonché l’importante polo industriale di Civita Castellana, che, con Orte, rappresenta anche un importante polo di attrazione commerciale.]

Maremma Laziale: Blera, Canino, Montalto di Castro, Monte Romano, Tarquinia, Tuscania.

Cimini-Volsini: Acquapendente, Arlena di Castro, Bagnoregio, Barbarano Romano, Bassano Romano, Bolsena, Calcata, Canepina, Capodimonte, Capranica, Caprarola, Carbognano, Castel Sant’Elia, Celleno, Cellere, Corchiano, Fabrica di Roma, Faleria, Farnese, Gradoli, Grotte di Castro, Ischia di Castro, Latera, Lubriano, Marta, Montefiascone, Monterosi, Nepi, Onano, Oriolo Romano, Piansano, Proceno, Ronciglione, San Lorenzo Nuovo, Soriano nel Cimino, Sutri, Tessennano, Valentano, Vallerano, Vasanello, Vejano, Vetralla, Vignanello, Villa San Giovanni in Tuscia, Viterbo, Vitorchiano.

MAREMMA LAZIALE

Territorio. Costituisce l’estrema propaggine meridionale della Maremma, che si estende grossomodo tra Cecina (LI), in Toscana, e Tarquinia. Occupata in passato da vaste paludi, oggi praticamente scomparse, fatta eccezione per piccole zone attorno alla foce del fiume Fiora e nei pressi di Tarquinia, appare come una vasta e, a tratti, selvaggia pianura, incisa profondamente dal corso dei fiumi e occupata da estesi pascoli e altrettanto grandi distese coltivate a grano, tra le quali emergono di quando in quando fitte macchie di roverella e lecci. Si tratta di una tra le zone meno antropizzate dell’intera regione, con un profilo geometrico assai monotono, caratterizzato da quote raramente superiori ai 200 m di altezza -i fiumi scorrono quasi ovunque incassati al di sotto dei 100 m-.

Comunicazioni. L’arteria fondamentale del comprensorio è la statale n. 1 Aurelia, dalla quale, nei pressi di Tarquinia, si dirama la n. 1 bis, in direzione della statale n. 2 Cassia; in prossimità di Montalto di Castro, inoltre, sulla storica consolare converge la statale n. 312 Castrense, che conduce verso il lago di Bolsena. Per quanto concerne i collegamenti ferroviari, parallelamente alla costa tirrenica corre la linea di rilievo nazionale Roma-Pisa.

Storia. Questo comprensorio, in parte popolato già durante l’età del bronzo, vide l’affermarsi della raffinata civiltà etrusca, che ebbe nelle città-stato di Tarquinia, Tuscania e Vulci alcuni dei suoi più fiorenti e potenti insediamenti. Durante il Medioevo fu terra di conquista per goti e longobardi, prima di essere formalmente annesso al Patrimonio di San Pietro; vide inoltre l’ascesa di potenti famiglie nobiliari, come gli Anguillara e, in parte, i Farnese. Dal XIV secolo fino al 1870 fu parte integrante dello Stato della Chiesa; nell’Ottocento conobbe il fenomeno del brigantaggio.

Struttura socio-economica. Le caratteristiche geomorfologiche e climatiche hanno sempre favorito le attività agricole, che, nonostante il declino subito negli ultimi decenni, sono ancora largamente praticate: grandi distese di cereali, coltivazioni industriali e pascoli, infatti, occupano una buona porzione di suolo. Il settore secondario, che ha le sue zone elettive altrove nella provincia, si concentra intorno a Tarquinia e Montalto di Castro. Tuttavia, è il terziario, dominato dai comparti del commercio e del turismo, il settore trainante dell’economia del comprensorio.

CIMINI-VOLSINI

Territorio. Il monte Cimino (1.053 m), di origine vulcanica, è l’unica cima del Viterbese che supera la quota di mille metri; a meridione un altopiano ampio e ondulato lo collega al cratere occupato dal lago di Vico, dominato dal cono del monte Venere (838 m). Nella parte settentrionale del comprensorio spicca la presenza del lago di Bolsena, il più ampio bacino vulcanico d’Italia. A oriente di questo lago, verso la valle del Tevere, il paesaggio è caratterizzato da fossi, valloni, speroni tufacei, altopiani coltivati e calanchi -questi ultimi vanno lentamente sgretolando la splendida Civita di Bagnoregio, costruita su un balcone tufaceo adagiato su di un banco di argille plioceniche, assai sensibili all’erosione delle acque meteoriche-. Al centro del comprensorio sorge Viterbo, alle cui porte numerose sorgenti calde, sfruttate fin dall’antichità, come quella di Bullicame, rappresentano un’ulteriore testimonianza della natura vulcanica dei luoghi.

Comunicazioni. La struttura urbana, residenziale e produttiva del comprensorio è sorretta dalla statale di grande comunicazione n. 2 Cassia, intersecata, all’altezza del capoluogo provinciale, dalla superstrada Viterbo-Orte-Terni; sull’antica consolare converge la statale n.1 bis Aurelia, che collega la Cassia all’Aurelia, mentre, all’altezza di Montefiascone, se ne distacca la statale n. 71 Umbro-casentinese-romagnola. Le tratte ferroviarie di rilievo regionale Viterbo-Attigliano e Orte-Capranica, quella metropolitana Roma-Capranica-Viterbo e quella in concessione Roma-Fabrica di Roma-Viterbo svolgono un prezioso ruolo nello smistamento del sostenuto traffico pendolare verso la capitale.

Storia. Le rive dei laghi di Bolsena e di Vico furono popolate fin dall’età del bronzo; insediamenti come Bisenzio, presso l’odierna Capodimonte, e Castel d’Asso, nei dintorni di Viterbo, testimoniano invece la presenza degli etruschi, ai quali, probabilmente, si deve il primo abbassamento del livello del lago di Vico, per ricavarne terre coltivabili. Dopo la caduta di Roma, prima delle conquiste longobarde e franche, queste terre furono a lungo contese tra goti e bizantini; sull’isola Martana, nel lago di Bolsena, fu assassinata Amalasunta (535), figlia di Teodorico. Compreso nel Patrimonio di San Pietro, il comprensorio fu a lungo nelle mire di Orvieto e di potenti famiglie, come gli Orsini e i Farnese; tra il XVI e il XVII secolo vide lo sviluppo del potente ducato autonomo farnesiano di Castro; fino al 1870 fu compreso nello Stato della Chiesa.

Struttura socio-economica. Questo comprensorio concentra buona parte delle risorse economiche della provincia, particolarmente per quello che riguarda il settore secondario, che raccoglie i suoi apparati produttivi intorno al capoluogo provinciale e nei comuni di Vetralla e Fabrica di Roma. L’agricoltura e la piscicoltura di acqua dolce hanno anch’esse un ruolo di un certo rilievo. Il settore trainante dell’economia è, tuttavia, anche in questo comprensorio, quello terziario. Viterbo è polo di attrazione burocratico-amministrativo mentre per i consumi ci si rivolge anche a Ronciglione.

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