Comune collinare, sorto probabilmente nel Medioevo in un territorio popolato fin dalla remota antichità; la sua economia si basa soprattutto sulle attività rurali. I barbaranesi, che presentano un indice di vecchiaia superiore alla media, vivono concentrati per la maggior parte nel capoluogo comunale, situato su un ripiano tufaceo a forma di cuneo, ma si distribuiscono anche nell’aggregato urbano elementare di Bandita e in svariate case sparse. La parte antica dell’abitato, ancora circondata dalla medievale cinta muraria munita di torri cilindriche e quadrate, conserva caratteristiche abitazioni costruite con blocchi di tufo di colore rossiccio, con portali e finestre contornati da fasce di peperino grigio. Il comprensorio comunale comprende ambienti molto diversi tra loro: vaste estensioni di prati adibiti al pascolo, tipiche della bassa Maremma, ne occupano la parte meridionale; la scabrosità delle “forre”, profonde gole prodotte nel tufo dall’azione erosiva delle acque, e il rigoglio della vegetazione caratterizzano invece il corso del torrente Biedano e dei suoi affluenti; sui poggi prosperano le colture di cereali, vite e olivo, insieme a piccole estensioni boschive ravvivate dai colori di numerose specie di orchidee selvatiche. Una suggestiva aura millenaria viene conferita all’intero territorio barbaranese dalla presenza qua e là di resti archeologici. Sullo sfondo d’argento dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è raffigurata una torre rossa, merlata “alla guelfa” e fondata su una verde campagna.