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Provincia di TORINO
Capoluogo: Torino
Scheda
- Superficie: 6.830,25 Kmq
- Abitanti: 2.290.990
- Densità: 335,42 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 001
- Numero comuni: 315
Provincia di Torino - Ambiti
DEFINIZIONE Il territorio può essere suddiviso in tre aree, le cui caratteristiche fisiche ed economiche sono tra loro profondamente distinte: l’Area delle Alpi Cozie, al confine francese, costituita da territori vallivi del comprensorio di Lanzo (Grande, Ala, Viù), di Susa e Chisone; il Canavese (diviso in “alto” per la parte a nord e “basso” per quella meridionale), che include la città di Ivrea e la zona collinare prealpina e alpina fino al confine con la Val d’Aosta; il Torinese, che comprende l’area urbana e i comuni della pianura fino ai confini con le province di Cuneo e Asti. Tale distinzione deriva del retaggio storico-culturale costituitosi nel corso dei secoli.
Area Alpi Cozie: Airasca, Ala di Stura, Almese, Angrogna, Avigliana, Balangero, Balme, Bardonècchia, Bibiana, Bobbio Pèllice, Borgone Susa, Bricheràsio, Bruzolo, Buriasco, Bussoleno, Cafasse, Campiglione-Fenile, Cantalupa, Cantòira, Càprie, Cavour, Cercenasco, Ceres, Cesana Torinese, Chialamberto, Chianocco, Chiomonte, Chiusa di San Michele, Clavière, Coassolo Torinese, Coazze, Condove, Cumiana, Exilles, Fenestrelle, Frossasco, Garzigliana, Germagnano, Giaglione, Giaveno, Gravere, Groscavallo, Inverso Pinasca, Lanzo Torinese, Lèmie, Luserna San Giovanni, Lusernetta, Macello, Massello, Màttie, Meana di Susa, Mezzenile, Mompantero, Monastero di Lanzo, Moncenìsio, Novalesa, Osasco, Oulx, Perosa Argentina, Perrero, Pessinetto, Pinasca, Pinerolo, Piscina, Pomaretto, Porte, Pragelato, Prali, Pramollo, Prarostino, Rorà, Roletto, Roure, Rubiana, Salbertrand, Salza di Pinerolo, San Didero, San Germano Chisone, San Giòrgio di Susa, San Pietro Val Lèmina, San Secondo di Pinerolo, Sant’Ambrògio di Torino, Sant’Antonino di Susa, Sauze di Cesana, Sauze d’Oulx, Scalenghe, Sestriere, Susa, Torre Pèllice, Traves, Usseaux, Ussèglio, Vàie, Valgiòie, Venàus, Vigone, Villafranca Piemonte, Villar Dora, Villar Focchiardo, Villar Pèllice, Villar Perosa, Virle Piemonte, Viù.
Canavese: Agliè, Albiano d’Ivrea, Àlice Superiore, Alpette, Andrate, Azèglio, Bàiro, Baldissero Canavese, Banchette, Barbanìa, Barone Canavese, Bollengo, Borgiallo, Borgofranco d’Ivrea, Borgomasino, Bosconero, Brosso, Burolo, Busano, Caluso, Càndia Canavese, Canìschio, Caravino, Carema, Cascinette d’Ivrea, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Ceresole Reale, Chiaverano, Chiesanuova, Cicònio, Cìntano, Cirié, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Còrio, Cossano Canavese, Cucèglio, Cuorgné, Fàvria, Feletto, Fiorano Canavese, Foglizzo, Forno Canavese, Frassinetto, Front, Grosso, Ìngria, Issìglio, Ivrea, Lèssolo, Levone, Locana, Loranzè, Lugnacco, Lusigliè, Maglione, Mathi, Mazzè, Mercenasco, Meugliano, Montalenghe, Montalto Dora, Noasca, Nole, Nomàglio, Ogliànico, 'rio Canavese, Ozegna, Palazzo Canavese, Parella, Pavone Canavese, Pecco, Perosa Canavese, Pertùsio, Piverone, Pont Canavese, Prascorsano, Pratiglione, Quagliuzzo, Quassolo, Quincinetto, Ribordone, Rivara, Rivarolo Canavese, Rivarossa, Rocca Canavese, Romano Canavese, Ronco Canavese, Ruèglio, Salassa, Salerano Canavese, Samone, San Benigno Canavese, San Carlo Canavese, San Colombano Belmonte, San Giòrgio Canavese, San Giusto Canavese, San Martino Canavese, San Maurìzio Canavese, San Ponso, Scarmagno, Sèttimo Rottaro, Sèttimo Vittone, Sparone, Strambinello, Strambino, Tavagnasco, Torre Canavese, Trausella, Traversella, Valperga, Valprato Soana, Vàuda Canavese, Vestignè, Vialfrè, Vico Canavese, Vidracco, Villanova Canavese, Villareggia, Vische, Vistròrio.
Torinese:: Alpignano, Andezeno, Arignano, Baldissero Torinese, Beinasco, Bòrgaro Torinese, Brandizzo, Bròzolo, Bruìno, Brusasco, Buttiglièra Alta, Cambiano, Candiolo, Carignano, Carmagnola, Casalborgone, Caselette, Caselle Torinese, Castagneto Po, Castagnole Piemonte, Castiglione Torinese, Cavagnolo, Chieri, Chivasso, Cinzano, Collegno, Druento, Fiano, Gàssino Torinese, Givoletto, Grugliasco, Isolabella, La Cassa, La Lòggia, Lauriano, Leinì, Lombardore, Lombriasco, Marentino, Mombello di Torino, Moncalieri, Montaldo Torinese, Montanaro, Montèu da Po, Moriondo Torinese, Nichelino, None, Orbassano, Osàsio, Pancalieri, Pavarolo, Pecetto Torinese, Pianezza, Pino Torinese, Piòbesi Torinese, Piossasco, Poirino, Pralormo, Reano, Rivalba, Rivalta di Torino, Riva presso Chieri, Rìvoli, Robassomero, Rondissone, Rosta, San Francesco al Campo, Sangano, San Gìllio, San Màuro Torinese, San Raffaele Cimena, San Sebastiano da Po, Sàntena, Sciolze, Sèttimo Torinese, Torino, Torrazza Piemonte, Trana, Trofarello, Val della Torre, Vallo Torinese, Varisella, Venarìa Reale, Verolengo, Verrùa Savòia, Villarbasse, Villastellone, Vinovo, Volpiano, Volvera.
AREA ALPI COZIE
Territorio. È delimitato a ovest dal confine italo-francese, a oriente dalla pianura e a nord dalle Valli di Lanzo; procedendo verso sud si incontrano: la Val Grande, la Val di Ala, la Val di Viù e, successivamente, le valli di Susa e di Pinerolo. In questa zona le Alpi Cozie cedono il passo alle Graie con uno scenario di alte vette, meta di generazioni di alpinisti. I fiumi di fondovalle sono a carattere torrentizio; i principali sono: la Stura (dalle Valli di Lanzo) e la Dora Riparia (dalla Val di Susa); entrambi sono affluenti del Po, che incontrano nella zona del torinese. La vegetazione è tipicamente alpina, con la presenza di castagni e, con l’aumentare della quota, faggi e larici, che cedono il posto all’ambiente glaciale (in costante diminuzione). Le valli più a settentrione sono strette e ripide mentre quelle più a meridione, offrono in alternativa ampie conche verdi e pendii più dolci. Sono presenti numerosi parchi naturali che raccolgono una discreta varietà di fauna e di flora.
Comunicazioni. Sin dall’antichità la zona delle Alpi Cozie è stata la principale via di comunicazione con la Francia, grazie ai passi del Monginevro e del Moncenisio (attraversato da Annibale nel 218 a.C.). Giulio Cesare fece costruire la via “Cottia per Alpem” nel 58 a.C. per permettere alle sue legioni il transito per la conquista delle Gallie. Il Frejus, il più antico traforo ferroviario d’Europa, sito in Val di Susa, garantisce agevoli transiti oltre il confine francese in tutte le stagioni. Sono allo studio ampliamenti per consentire la realizzazione della sospirata linea ad alta velocità. Alternativa alla ferrovia è l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia che collega il confine con la città di Torino. Due strade statali collegano i passi con la città di Susa: la n. 25 del Moncenisio e la E70 Strada Tangenziale di Torino. Nelle altre valli le comunicazioni sono più difficoltose. I collegamenti aerei per quanto riguarda i voli nazionali e internazionali sono garantiti dall’aeroporto di Cuneo/Levaldigi e da quello di Torino/Caselle; per le linee intercontinentali dirette ci si serve dell’aerostazione di Milano/Malpensa. Il porto a cui si fa riferimento è quello di Savona.
Storia. Abitate sin dall’antichità da popolazioni celtiche, le valli di questa particolare zona conservano lingue e usi a metà fra quelli italiani e quelli francesi. La tribù celto-liguri che vi abitavano furono molte: tra esse gli Ocelenses e i Lancenses, che occupavano le Valli delle tre Sture. All’epoca di Augusto, completata la romanizzazione della Gallia, il sopravvivere di nuclei autonomi in un’area strategica come quella alpina costituiva un anacronismo e una minaccia. Ancora una volta si fece ricorso sia alla diplomazia sia all’intervento militare: per la diplomazia si ricorda l’alleanza con il re segusino Cozio, che accettò il governo di Roma (da lui prendono il nome le Alpi Cozie). Dopo la caduta dell’impero romano, dipesero dal governo franco finché gli imperatori germanici, eredi di Carlo Magno, nell’undicesimo secolo lasciarono il controllo dei passi a un loro feudatario di fiducia: Umberto di Biancamano (capostipite della casata sabauda). Le valli che costituiscono quest’area sono tutte di tradizione provenzale. Conobbero un certa indipendenza grazie alla collaborazione tra comunità vallive, che costituirono solide fratellanze, denominate “escarton”. Sciolto questo sodalizio, la zona cadde sotto alterne dominazioni: francese, savoiarda e saracena. Area di confine, era fortificata per difendere le sue importanti vie di comunicazione (ancora oggi sono visibili e visitabili i forti di Exilles, Fenestrelle e Chaberton). Va sottolineata la presenza della più numerosa comunità valdese in territorio italiano: insediati, in particolare, nelle valli del Pinerolese, i valdesi (cristiani protestanti seguaci di Valdo) furono oggetto di spietate persecuzioni; solo con lo Statuto Albertino fu concessa loro piena libertà religiosa.
Struttura socio-economica. Grande importanza riveste il turismo, in particolare per la Val di Susa, sede del comprensorio sciistico più vasto d’Italia (la Vialattea) distribuito su 140 piste per un’estensione lineare di 400 km con ben 92 impianti di risalita: sarà sede delle olimpiadi invernali nel 2006. Il turismo è legato soprattutto all’offerta di varie opportunità, da quelle sportive a quelle culturali e storiche (fortezze, antichi sentieri e villaggi), senza dimenticare la forte attrattiva paesaggistica e naturalistica. Parte importante nell’economia delle valli, è l’allevamento bovino e ovino, con conseguente produzione casearia (Toma) e della carne (tagli tipici regionali). Dopo un periodo di discreto sviluppo nel dopoguerra, l’industrializzazione si è arrestata: la distanza dalle grandi vie di comunicazione e le difficili condizioni climatiche, infatti, rappresentano altrettanti fattori disincentivanti.
CANAVESE
Territorio. Il nome “Canavese” deriva dall’antica Canava, che si trovava in riva al torrente Orco, tra le attuali Cuorgnè, Rivarolo Canavese e Castellamonte. Storicamente l’area si identifica con il nucleo attorno al quale si è sviluppata e ha influito in modo massiccio la città di Ivrea. È posta al confine con la Val d’Aosta e, per un breve tratto (quello della valle Orco), con la Francia. La natura geografica è varia poiché comprende l’alta quota (4.061 m del comprensorio del Gran Paradiso), le colline dell’anfiteatro morenico di Ivrea e la pianura prossima a Torino. I valichi sono assenti e l’unico passaggio è costituito da quello che costeggia la Dora Baltea. Tutta la zona a nord è occupata dal Parco Nazionale del Gran Paradiso, che in territorio piemontese si estende per circa 35.000 ettari, costituendo uno dei più grandi parchi europei. Nella zona collinare sono presenti alcuni laghi di origine glaciale, resti degli antichi ghiacciai che nel Quaternario lambivano la zona di Torino. La parte pianeggiante, formata dai depositi alluvionali del Po, è il primo lembo della lunga pianura padana. Il clima è continentale o alpino, appena mitigato in prossimità dei laghi.
Comunicazioni. Il Canavese ha un’antica ed efficiente rete viaria alla quale è affiancata quella moderna, che però è insufficiente e sottodimensionata: la maggior parte delle strade è di competenza provinciale. I trasporti su cui si basa la vita economica
sono per lo più affidati alla gomma, mentre la rete ferroviaria ha subito un forte ridimensionamento per via dello spopolamento a cui l’area è soggetta; parte dei collegamenti sono affidati a ferrovie private, che offrono una buona alternativa a quella statale, presente solo in pochi grandi centri. La zona, essendo ricca di corsi d’acqua a carattere torrentizio, è stata soggetta ad alluvioni (in particolare quella del 2000) che hanno reso necessario il rifacimento di numerosi ponti andati distrutti. È presente l’autostrada A5 che collega Torino con Aosta; lo snodo presso Ivrea la mette in comunicazione con la A4 Torino-Trieste, e quindi, con Milano. La valle Orco, la principale del comprensorio, pur confinando con la Francia, è cieca: solo due sentieri attraversano il confine mettendo in comunicazione il Parco Nazionale del Gran Paradiso con il simmetrico francese della Vanoise. I collegamenti aerei per quanto riguarda i voli nazionali e internazionali sono garantiti dall’aeroporto di di Torino/Caselle; per le linee intercontinentali dirette ci si serve dell’aerostazione di Milano/Malpensa. Il porto a cui si fa riferimento è quello di Genova.
Storia. Le prime popolazioni che si insediarono nel territorio canavese furono i Liguri, che allora occupavano, oltre all’odierna Liguria, anche gran parte dello stesso Piemonte e della costa tirrenica sino alla foce dell’Arno. Ad essi poi si aggiunsero i Celti, penetrati da oriente nell’alto Piemonte. L’interesse di Roma per la Pianura Padana occidentale si manifestò solo agli inizi del II sec. a.C., al termine della seconda guerra punica. La necessità di proteggere stabilmente due importanti colonie quali Piacenza e Cremona, già gravemente minacciate dai Galli, e l’aiuto offerto da molti Liguri ai Cartaginesi durante il conflitto giustificarono la nuova politica di intervento. La penetrazione nel territorio non avvenne attraverso un unico episodio di conquista, bensì molto gradualmente. Dopo la fondazione di colonie poco più a sud, nel 100 a.C. nacque Eporedia (Ivrea), alle porte della Val d’Aosta, per fronteggiare le scorrerie dei Salassi. Il I secolo a.C. si connotò come decisivo per la romanizzazione del Piemonte, prima con Cesare, poi con Augusto. Fino al IV secolo durò la Pax Romana. Seguirono le invasioni barbariche, la conquista longobarda (si costituì allora il ducato d’Ivrea) e, nel 773, l’avvento dei carolingi. Poi, con il passare del tempo, si ebbe un collasso delle città, divenute obiettivo principale di saccheggi a causa dell’indebolimento dell’autorità centrale. La marca d’Ivrea passa nelle mani dei Savoia tra i secoli X e XII ma solo nel XVI inizia la modernizzazione, con un ritrovato sviluppo economico. La storia più recente del Canavese ripercorre le sorti di Ivrea. Numerosi sono i resti di un glorioso passato: da quelli più antichi, provenienti direttamente dalle tribù celtiche, sotto forma di megaliti, a quelli dell’occupazione romana, come ponti, torri e mura, a quelli che più contraddistinguono il panorama canavese medioevale: i suoi castelli. Quando Torino iniziò ad acquistare rilevanza, dopo il trasferimento della capitale da Chambery, Ivrea e l’area circostante subirono un declino e la dipendenza burocratica.
Struttura socio-economica. Il Canavese si distingue per l’elevato frazionamento urbano, che si registra anche all’interno dei singoli comuni. I terreni sono estesi e intensamente sfruttati in pianura (colture di frumento, mais, riso, foraggi, barbabietola da zucchero, soia, ortaggi e, lungo i corsi d’acqua, pioppi) mente sui rilievi collinari, sono utilizzati soprattutto per colture di alto fusto (frutteti, castagneti e noccioleti) o vitivinicole (Erbaluce). Nella parte montana vi sono allevamenti di capi sceltissimi di bovini della razza alpina, con conseguente produzione di formaggi, per la maggior parte a pasta molle e di tipo artigianale mentre in pianura l’allevamento bovino si orienta verso la razza piemontese ed è affiancato da quello di pollame e suini. Sempre in campo agricolo ed alimentare, è da segnalare la presenza di produzioni enologiche e dei distillati nonché dell’industria dolciaria. È di grande importanza il polo industriale delle comunicazioni e dell’elettronica, seppure, quest’ultimo, in forte flessione rispetto al recente passato. L’area che trae giovamento da queste imprese è quella intorno a Ivrea, dove nacque la storica industria delle macchine da scrivere e dove, più recentemente, è nata un’altrettanto nota società per le telecomunicazioni. L’industria metalmeccanica è rappresentata da aziende che producono soprattutto per il comparto dell’automobile. L’area alpina è potentemente sfruttata per la produzione di energia elettrica grazie alla presenza di numerose dighe (ben 7) e centrali idroelettriche.
TORINESE
Territorio. Posta tra le province di Cuneo, Asti, Alessandria e Vercelli, è la zona in cui sorge Torino. I confini non sono rappresentati da fiumi o crinali; più che essere dovuti alla natura del terreno, sono invece di natura politica e storica, segno ancora attuale delle antiche frammentazioni medioevali. La natura del terreno è prevalentemente piana o collinare. L’origine del terreno, come per tutta la pianura padana, è alluvionale. La posizione è favorevole dal punto di vista commerciale poiché rappresenta il crocevia di importanti collegamenti con i grandi centri italiani e francesi.
Comunicazioni. Il sistema viario, seppur valido, è ancora insufficiente a smaltire l’intenso traffico cui è soggetto; è per questo che la E70 Strada Tangenziale di Torino sarà soggetta ad ampliamenti che, grazie alle interconnessioni con la direttissima per Caselle (aeroporto), con le autostrade A5 Torino-Aosta, A4 Torino-Trieste e A21 Torino-Brescia, soddisferà le necessità di mobilità della zona. Una rete ferroviaria ben sviluppata, invece, fornisce collegamenti, frequenti e ben distribuiti, con tutto il territorio nazionale e con l’Europa occidentale; in special modo a Torino sono presenti ben cinque stazioni, con uno sviluppo di circa 15 km per il solo circuito urbano, segno evidente dell’importanza dello scalo. È presente anche una linea ferroviaria privata, che garantisce i collegamenti con i comuni non serviti da quella statale. È in progetto anche la costruzione di nuove linee. I collegamenti aerei per
quanto riguarda i voli nazionali e internazionali sono garantiti dall’aeroporto di Cuneo/Levaldigi e da quello di Torino/Caselle; per le linee intercontinentali dirette ci si serve dell’aerostazione di Milano/Malpensa. Il porto a cui si fa riferimento sono quelli di Savona e Genova.
Storia. Il Torinese fu abitato sin dall’antichità dalla tribù celtica dei Taurini. Quando gli invasori romani giunsero ai confini dei territori controllati dagli autoctoni, si cercarono accordi e l’occupazione non fu nel complesso sanguinosa. La fondazione di Torino, avvenuta nella seconda metà del I secolo a.C., seguì di circa un centinaio di anni quella di Tortona, a sud, e di circa settantacinque anni quella di Ivrea, a nord; la nascita di Augusta Taurinorum deve essere inserita nel quadro di ottime relazioni tra i romani e le popolazioni celtiche locali. L’evangelizzazione, proveniente dalla sede episcopale di Milano attraverso le grandi direttrici stradali, si affermò nel corso del IV secolo, dapprima nei nuclei urbani. Occupata dai longobardi e successivamente dai franchi, l’area fu contesa successivamente dai signori del Monferrato e dai Savoia. In epoca rinascimentale conobbe un certo sviluppo: vennero realizzate opere notevoli, sia di pregio architettonico che di innovativa ingegneria militare.
Cadde ripetutamente sotto il dominio francese, fino alla caduta di Napoleone e alla conseguente Restaurazione. Dopo di che fu fucina principale del Risorgimento e delle grandi innovazioni e iniziative che porteranno alla costituzione del regno d’Italia nel 1861.
Struttura socio-economica. Di tipica tradizione industriale e agricola, conta presenze turistiche di rilievo nella sola area cittadina. Storicamente sono presenti sul territorio le più grandi società italiane operanti nel comparto metalmeccanico; ad esse si affiancano anche produzioni di altri comparti: tessile ed abbigliamento, elettronico e delle telecomunicazioni, poligrafico e dell’editoria, della gomma e del terziario. Per la sua massiccia industrializzazione la zona è tra le più attive d’Italia, facendo parte, con Milano e Genova, del cosiddetto “triangolo industriale”, vero motore trainante dell’economia nazionale. Grazie alla fertilità dal terreno, che permette coltivazioni intensive, grande sviluppo è stato impresso anche all’industria alimentare e a quella dolciaria in particolare. Sede, anche col suo politecnico, di uno dei principali poli universitari d’Italia, garantisce l’accesso a una grande varietà di indirizzi di studio.
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