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PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

Approfondimento

Approfondimento: PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

Fondato nel 1922, è il più antico d'Italia e si estende nelle Alpi occidentali (le Graie), sull'intero massiccio del Gran Paradiso, a cavallo tra Piemonte e Valle d'Aosta. Costituisce il primo esempio di tutela naturalistica e ambientale in Piemonte e in Italia. L'ambiente fisico è dato da cinque valli e da numerosi valloni di minore entità. Simbolo del parco è lo stambecco, specie in via di estinzione alla fine del 1700, che venne protetta dalle Regie Patenti nel 1821, dando origine all'istituzione del parco, soprattutto per tutelarla dall'indiscriminata caccia che ne facevano le popolazioni locali: l'esigenza di creare il parco originò, dunque, dalla necessità di conservare un ambiente montano adatto alla sopravvivenza della "capra ibex", che anche agli inizi del Novecento era in serio pericolo di estinzione. Nato, dunque, come riserva di caccia allo stambecco del re Vittorio Emanuele II, fu donato allo stato nei primi decenni del XX secolo. Se vi dominano gli stambecchi, che con circa tremila esemplari sono ben rappresentati nel parco, anche perché favoriti dalle condizioni climatiche e morfologiche del luogo, non mancano altri ungulati come camosci, marmotte ma anche mammiferi, come cinghiali, ermellini, tassi, donnole, lepri alpine, volpi, tassi e scoiattoli; meno frequenti sono la lepre comune, la faina e la martora. Fra i volatili sono circa ottanta specie, anche rare, tra le quali l'aquila reale, la poiana, lo sparviero, l'astore, il gufo reale, la pernice bianca e il corvo imperiale. Le vallate sono solcate da numerosi rii e torrenti che ospitano una ricca ittiofauna, costituita soprattutto dalla trota, nelle tre varietà: comune, iridea e fario. Il paesaggio di imponenti montagne e di profonde vallate è completato da una vegetazione ricca e variegata. Sulle alte vette si trovano i licheni come prime forme di vegetazione: sulle rupi e nelle zone detritiche crescono sassifraghe, semprevivi e artemisie. La vegetazione, costituita da praterie alpine, pascoli e boschi di larici e di latifoglie, occupa soltanto il 10% dell'area complessiva: per la maggior parte è composta da conifere (abete bianco, abete rosso e larice), mentre ricca è la flora, che conta alcune specie rare nelle Alpi e le profumatissime genziane. La sua superficie di 200.000 ettari è circondata da un perimetro di 180 chilometri. Dagli 800 metri del fondovalle l'altitudine si eleva fino ai 4.061 della vetta omonima. Vi sono stati censiti ben sessanta ghiacciai. Luogo di interesse nel parco è il Gran Piano di Noasca, una delle zone meno conosciute, meta ideale per chi vuole osservare branchi di camosci e stambecchi al pascolo. All'interno del parco è un centro studi veterinari della fauna alpina, che si occupa di osservare, curare e reintrodurre stambecchi e camosci.

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