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Provincia di TERNI
Capoluogo: Terni
Scheda
- Superficie: 2.121,95 Kmq
- Abitanti: 232.540
- Densità: 109,59 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 055
- Numero comuni: 33
Provincia di Terni - Statistiche
Territorio. Provincia estesa nella parte sud-occidentale della regione, delimitata a settentrione dai monti del Pievese e dal corso del torrente Fersinone, a oriente dai monti Volsini e dalla valle del fiume Tevere, a occidente e a meridione dalla dorsale appenninica (Monti Reatini e massiccio del monte Aspra). La profonda crisi che dal secondo dopoguerra ha stravolto il tradizionale assetto delle campagne ha alterato anche il vecchio rapporto di subordinazione tra città e spazio rurale, favorendo un pronunciato inurbamento. Ciononostante, la distribuzione della popolazione provinciale, che presenta un indice di vecchiaia elevato ed è suddivisa in 33 comuni, si è mantenuta complessivamente uniforme, anche nelle zone montane, per loro natura poco ospitali. Modellata nel corso dei millenni dai fiumi Tevere e Nera -quest'ultimo forma, alla confluenza con il fiume Velino, la spettacolare cascata delle Marmore-, la circoscrizione ternana presenta caratteristiche geologiche e naturalistiche di grande interesse: si tratta, infatti, di una tipica zona di transizione dal paesaggio appenninico interno, caratterizzato da valli anguste e ombrose, ai rilievi del subappennino, che disegnano un paesaggio meno aspro di colline, pianure e ampie vallate. Dal punto di vista geologico prevalgono formazioni calcaree e marnoso-arenacee, alternate a terreni argillosi, incisi da scenografici calanchi, nonché a suoli sabbiosi e vulcanici messi a coltura; non mancano inoltre altopiani tufacei, che terminano bruscamente con scarpate di notevole altezza, sorta di bastioni naturali bordati di boschi di querce e castagni. L'orizzonte montano è caratterizzato da gole e forre, che incidono profondamente i fianchi dei rilievi e ne dividono le sommità ampie e tondeggianti, occupate da prati e pascoli. Sulle pendici dei monti dilagano cerri, lecci, corbezzoli, carpini neri, roverelle e pini d'Aleppo mentre lungo i fiumi e intorno ai bacini lacustri prevalgono macchie ripariali di salici, pioppi e ontani. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale, concesso con Regio Decreto, campeggiano tre fasce "ondate" d'argento, sormontate da tre api d'oro.
Comunicazioni. Fin dall'antichità l'attuale territorio provinciale ha assolto la funzione strategica di cerniera tra il Lazio e le regioni nord-orientali della penisola; non è un caso, quindi, che le più importanti arterie della provincia coincidano con vie di comunicazione storiche e tuttora essenziali, quali la strada statale n. 3 Flaminia, che conduce da Roma a Fano (PS), nelle Marche, e la n. 3 bis Tiberina (E45), che collega i due capoluoghi di provincia umbri a Sansepolcro (AR), in Toscana, e a Bagno di Romagna (FO), in Emilia-Romagna. Sulla statale n. 3 Flaminia, all'altezza del capoluogo provinciale, si innesta la n. 209 Valnerina, mentre sulla n. 3 bis Tiberina (E45) confluiscono gli assi ortogonali delle statali n. 448 di Baschi, n. 204 Ortana e n. 79 Reatina. Nella porzione più occidentale della circoscrizione provinciale scorrono inoltre parallele l'autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli), la statale n. 71 Umbro-casentinese-romagnola e la linea ferroviaria Roma-Firenze-Bologna, dalla quale si dirama la linea Orte-Falconara Marittima; all'altezza del capoluogo provinciale, da quest'ultima si dipartono inoltre due tratte ferroviarie secondarie, la Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona e la Terni-Perugia.
Storia. Abitata in epoca preromana da popolazioni etrusche e umbre, l'attuale circoscrizione provinciale venne completamente assoggettata da Roma nella prima metà del III secolo a. C. e, all'epoca della riorganizzazione amministrativa augustea, entrò a far parte della REGIO VI (UMBRIA), con la sola eccezione del municipio di NARNIA (Narni), inserito nella REGIO V (PICENUM), e dell'Orvietano, compreso nella REGIO VII (ETRURIA). All'indomani del crollo dell'impero romano fu investita dalle orde barbariche, subendo devastazioni immani al tempo della guerra greco-gotica; fu quindi riorganizzata amministrativamente dai longobardi, i quali la inserirono nel ducato di Spoleto, con la sola esclusione di una sottile striscia di territorio compresa tra Amelia e Narni, che rimase in mani bizantine. Contesa tra il papa, i longobardi e i franchi, nella seconda metà del secolo VIII fu conquistata infine da questi ultimi e, in seguito allo sfaldamento dell'impero carolingio e all'anarchia che ne seguì, fu teatro dell'ascesa di piccoli feudatari locali, quali i Monaldeschi e i Cesi, che consolidarono il loro potere nei secoli successivi. Dal secolo XI all'alba del XVI conobbe lo sviluppo dell'istituzione comunale e lunghe e sanguinose guerre tra guelfi e ghibellini, che favorirono l'ascesa di capitani di ventura come Braccio da Montone. Dopo la riconquista del cardinale Albornoz, tra la metà del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento fu aggregata allo Stato Pontificio, di cui fece parte, escluso il breve periodo delle guerre napoleoniche, fino all'annessione al regno d'Italia.
Struttura socio-economica. Le principali trasformazioni verificatesi nell'assetto socio-economico della provincia a partire dal secondo dopoguerra consistono in un marcato esodo rurale, nell'abbandono dei centri storici più decentrati nonché nell'addensamento, a volte caotico, delle attività produttive lungo gli stretti fondovalle, a ridosso delle arterie viarie più importanti. Dalla fine degli anni Ottanta, tuttavia, si assiste a una marcata inversione di tendenza, indotta in parte dalla crisi del settore industriale agli inizi del decennio: appare sempre più radicata, infatti, l'esigenza di un migliore utilizzo delle risorse ambientali e culturali, delle quali, per altro, la circoscrizione ternana è particolarmente ricca. Situata strategicamente a metà strada tra Firenze e Roma, rappresenta infatti un'ideale valvola di sfogo per i sempre più numerosi abitanti della capitale che concepiscono le ferie come piccole interruzioni delle usuali attività lavorative, da consumarsi nel corso dell'intero anno. L'immagine turistica che la provincia proietta all'esterno, tuttavia, è ancora nettamente inferiore alle sue potenzialità: questo fa sì che la permanenza media dei visitatori sia piuttosto bassa e che il flusso turistico risulti distribuito in maniera disomogenea sul territorio. Nonostante la sfavorevole congiuntura dell'industria, la provincia continua a mostrare una spiccata vocazione per questo tipo di attività: vanta, infatti, alcune storiche industrie, concentrate per lo più nella conca ternana, che da oltre un secolo rappresenta l'emblema del processo d'industrializzazione regionale. Pur rivestendo un ruolo complementare e subordinato rispetto ai settori più avanzati dell'economia, l'agricoltura incide notevolmente sulla formazione del reddito con l'olivicoltura e la viticoltura - soprattutto nell'Orvietano, quest'ultima alimenta una rinomata produzione di vini bianchi di assoluta eccellenza-. Il commercio, i servizi e la pubblica amministrazione hanno trovato la loro sede elettiva nel capoluogo provinciale e nei comuni di Orvieto, Narni e Amelia.
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