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Provincia di TERNI
Capoluogo: Terni
Scheda
- Superficie: 2.121,95 Kmq
- Abitanti: 232.540
- Densità: 109,59 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 055
- Numero comuni: 33
Provincia di Terni - Ambiti
DEFINIZIONE Osservando l'andamento dei due principali corsi d'acqua della regione, il fiume Tevere e il suo affluente Nera, si impongono all'attenzione, con assoluta evidenza geografica, i due comprensori in cui la circoscrizione ternana può essere idealmente suddivisa: l'Orvietano, delimitato dai confini nord-occidentali della provincia e dal medio corso del fiume Tevere, e il comprensorio amerino-narnese-ternano, raccolto intorno al bacino del fiume Nera. Anche sotto il profilo storico ed economico i due ambiti territoriali si presentano chiaramente distinti: l'Ovietano, di antica cultura etrusca, mostra una spiccata vocazione turistica e agricola; nel comprensorio amerino-narnese-ternano, di altrettanto antica cultura umbra, hanno trovato invece la loro sede ideale alcuni tra gli impianti industriali storici della penisola -questa vocazione per il settore secondario ha resistito al passare del tempo, tanto che oggi la zona rappresenta uno dei bacini industriali più importanti d'Italia-.
Orvietano : Allerona, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea (area di transizione), Montecchio, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Orvieto, Parrano, Porano, San Venanzo.
Comprensorio amerino-narnese-ternano : Acquasparta, Alviano (area di transizione), Amelia, Arrone, Attigliano, Avigliano Umbro, Calvi dell'Umbria, Ferentillo, Giove, Lugnano in Teverina, Montecastrilli, Montefranco, Narni, Otricoli, Penna in Teverina, Polino, San Gemini, Stroncone, Terni.
ORVIETANO
Territorio. Stretto tra la valle del fiume Tevere a oriente e i monti Volsini a occidente, questo ambito territoriale è ulteriormente delimitato a meridione dai Monti Amerini, che lo separano dal bacino del fiume Nera, e a settentrione dai monti del Pievese e dal corso del torrente Fersinone. Può essere diviso in tre zone geologiche ben distinte: una di origine vulcanica a sud-ovest, una centrale, in cui prevalgono formazioni argillose e sabbiose, e una sud-orientale, caratterizzata dalla presenza di calcari e depositi marnoso-arenacei. La prima zona è costituita da un vasto, morbido e ondulato altopiano tufaceo, sul quale dilagano il giallo-oro e il verde brillante dei campi di frumento, girasoli e mais, accanto ad estesi vigneti e oliveti. La parte centrale del comprensorio è disegnata invece da una successione di colline adatte alle coltivazioni, i cui declivi hanno ceduto nel tempo all'erosione delle acque meteoriche e di scorrimento superficiale, aprendosi in suggestivi calanchi -nella fascia altimetrica più elevata, questi rilievi collinari presentano un'estesa copertura arborea di boschi cedui, vecchi anche di cinquant'anni e formati in prevalenza da cerri, lecci e roverelle-. La zona sud-orientale dell'Orvietano, infine, è stata plasmata dalla forza primordiale delle acque, che hanno scavato nel tenero calcare grotte, doline e strette gole, come quella che il Tevere attraversa per immettersi nel comprensorio orvietano. Lungo il corso dei fiumi e intorno ai bacini lacustri si può osservare una rigogliosa vegetazione ripariale di salici, ontani e pioppi, nonché estesi canneti di PHRAGMYTES, rifugio di una ricca avifauna palustre.
Comunicazioni. La principale arteria del comprensorio orvietano è costituita dalla strada statale n. 71 Umbro-casentinese-romagnola che, in questo tratto, scorre parallela e contigua all'autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli) e alla linea ferroviaria Roma-Firenze-Bologna. Grande importanza, per ciò che concerne la mobilità della popolazione provinciale, riveste anche la statale n. 448 di Baschi, che collega la n. 71 alla n. 3 bis Tiberina (E45).
Storia. Frequentato fin dall'età del ferro, come attesta la presenza di due necropoli, l'Orvietano fu parte integrante dell'Etruria interna ma, per via della sua posizione geografica marginale nell'ambito dei domini etruschi, mostrò anche una notevole permeabilità a realtà politiche e culturali diverse. Il ruolo di santuario della Dodecapoli svolto dalla città di VELZNA o VELSZUNA (Orvieto) favorì l'ascesa economica e politica dell'intero comprensorio, che venne definitivamente assoggettato da Roma nel 264 a. C. Entrati in seguito a far parte della VII REGIO augustea (ETRURIA), nell'alto Medioevo Orvieto e il suo circondario conobbero le invasioni barbariche e la sanguinosa guerra greco-gotica, prima di essere annessi al ducato longobardo di Spoleto (605 d. C.). Nel basso Medioevo i numerosi borghi arroccati sui rilievi del comprensorio furono lungamente soggetti al dominio di Orvieto, libero comune dal XII al XIV secolo, e di alcune potenti famiglie locali, quali i Monaldeschi, gli Spada e i signori di Baschi, oltre che di capitani di ventura come Braccio da Montone. Incluso nello Stato Pontificio dalla metà del XV secolo, l'Orvietano ne uscì solo nel 1861, allorché entrò a far parte del regno d'Italia.
Struttura socio-economica. Il comprensorio vanta un'antica e nobile tradizione di vitivinicoltura e la fertilità che lo caratterizza favorisce in genere le coltivazioni intensive destinate all'industria di trasformazione; particolarmente rinomata, inoltre, risulta essere la locale produzione olearia. Le attività industriali si concentrano intorno ad Orvieto che, oltre a vantare un'ampia diversificazione produttiva (stabilimenti alimentari, elettronici, chimici, tessili e dell'abbigliamento), si giova della presenza di importantissimi tracciati viari e ferroviari. In tutto il comprensorio, inoltre, va sottolineata l'esistenza di realtà produttive di rilievo locale e di dimensioni artigianali, specializzate nei comparti cosiddetti tradizionali (prodotti alimentari, materiali da costruzione e lavorazione del legno, della pietra, del vetro e del ferro battuto). Anche il terziario, e in particolare il turismo, ha trovato ideali condizioni di sviluppo in questa zona, che mostra una notevole disponibilità di strutture ricettive moderne e confortevoli: benché caratterizzati da periodi di permanenza piuttosto brevi, i flussi turistici sono in costante aumento. Oltre ad Orvieto, che assolve la funzione di polo di aggregazione dell'intero comprensorio, sono punti di riferimento commerciale e burocratico-amministrativo i comuni di Amelia, Terni, Perugia e Viterbo, nel Lazio.
COMPRENSORIO AMERINO-NARNESE-TERNANO
Territorio. Il comprensorio abbraccia la parte mediana e terminale del bacino del fiume Nera, fino alla confluenza nel Tevere, che traccia a occidente i confini con il vicino Lazio. Dal punto di vista geologico e geomorfologico si possono individuare tre zone nettamente distinte: a est e sud-est i massicci calcarei e calcareo-marnosi del sistema appenninico, incisi dal lungo solco della Valnerina e culminanti con le cime dei monti Aspra (1.652 m) e Torrinara (1.308 m); al centro del comprensorio la conca ternana, sulla quale confluiscono le vallate del torrente Aia e dei fiumi Nera e Serra, nonché la dorsale dei monti Martani, con i sistemi collinari di San Gemini e Montecastrilli; a occidente il sistema montuoso amerino-narnese, che abbraccia un tavolato tufaceo di origine vulcanica e la valle del fiume Tevere. Anche il paesaggio risulta assai vario: modellato dalla secolare azione dell'uomo nelle zone meno acclivi, alle quote più elevate è caratterizzato dalla massiccia presenza di faggete, pascoli e boschi cedui (cerri, roverelle e carpini neri); le medie e basse colline, a base argillosa e sabbiosa, sono il dominio indiscusso della vite, dell'olivo, del frumento, del mais e del girasole, mentre i fondovalle e le piane alluvionali sono caratterizzati dalla forza proliferante degli agglomerati urbani; lungo il corso dei fiumi, intorno ai laghi e a ridosso della cascata delle Marmore, domina inoltre un'interessante vegetazione ripariale e lacustre formata da pioppi, salici, ontani neri ed estesi canneti, nonché lecci e pini d'Aleppo.
Comunicazioni. Le strade statali n. 3 Flaminia, n. 3 bis Tiberina (E45) e n. 204 Ortana, fondamentali assi della viabilità provinciale e regionale, costituiscono la struttura portante del tessuto urbano, residenziale e produttivo, del territorio amerino-narnese-ternano; di rilievo comprensoriale ma di elevata importanza turistica sono invece la statale n. 205 Amerina, la n. 79 Reatina e la n. 209 Valnerina, che si snoda sinuosa e panoramica sul fondo dell'omonima verdissima vallata. Il capoluogo provinciale rappresenta un importante snodo della rete di traffico ferroviario: posto lungo la linea Orte-Falconara Marittima, costituisce uno degli estremi della bellissima linea appenninica Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona, oltre che di quella in concessione Terni-Perugia.
Storia. La ricchezza d'acqua, la fertilità del suolo, l'abbondanza di selvaggina e l'importanza strategica dalle locali valli fluviali favorirono, fin dal neolitico, il popolamento di questo comprensorio. In epoca preromana vi si stanziarono genti umbre, alle quali si deve la fondazione delle città di NEQUINUM, la NARNIA romana (Narni), e di INTERAMNA NAHARS (Terni). Conquistato definitivamente da Roma nel corso del III secolo a. C., in età imperiale il territorio fece parte quasi per intero della REGIO VI (UMBRIA), con l'esclusione di NARNIA, inserita nella REGIO V (PICENUM). In seguito alla dissoluzione dell'impero romano conobbe secoli di devastazioni e guerre, trasformandosi in un grande campo di battaglia durante la guerra greco-gotica -i bizantini, usciti vincitori da questo lungo e sanguinoso conflitto, riuscirono a conservare il corridoio naturale della valle del Tevere anche dopo l'avvento dei longobardi (VIII secolo), fino alla conquista franca-. Dopo alterne vicende che, nei secoli basso-medievali, videro Papato, Impero e potenti famiglie locali, come i D'Alviano, contendersi il dominio di borghi e rocche della zona, a partire dal XV secolo il territorio entrò a far parte dei domini della Chiesa, cui rimase fino all'annessione al regno d'Italia (1861).
Struttura socio-economica. Nella conca ternana e intorno a Narni si concentra gran parte dell'apparato produttivo dell'intera regione: Terni, in modo particolare, rappresenta da oltre un secolo uno dei poli industriali più importanti d'Italia, sede di storiche industrie siderurgiche e chimiche alle quali si sono affiancate, nel corso degli anni, grandi e medie imprese alimentari, tessili, elettroniche, editoriali e tipografiche; accanto a queste, va rilevata inoltre l'esistenza di un sistema abbastanza diffuso di imprenditoria locale, basato su aziende di piccole dimensioni e di livello artigianale. Nonostante la crisi attraversata dal settore secondario negli anni Ottanta, questo rappresenta ancora, in termini assoluti, la principale fonte di ricchezza del territorio ma c'è da dire che anche il terziario, compreso quello avanzato, ha trovato nel Ternano una delle sue sedi elettive, traendo grandi vantaggi dal dinamismo dell'industria. Il turismo, pur rappresentando ancora una quota limitata di investimenti e di occupazione, è in costante e positiva crescita, mentre l'agricoltura, che produce soprattutto uva da vino, olive, frumento e mais, è ormai una voce minoritaria dell'economia locale. Amelia, Narni e Terni fungono da poli di aggregazione di questo ambito sub-provinciale, che gravita anche su Orte (VT), Perugia e Todi (PG) per il commercio e i servizi.
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