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FRANCHI
Approfondimento
Approfondimento: FRANCHI
Nome con cui i romani indicarono un gruppo di popoli di stirpe germanica (camavi, ampsivari, catruari, catti, brutteri, tencteri, usipeti e tubanti) con cui si scontrarono, separatamente e a più riprese, tra il I secolo a. C. e il I d. C. I franchi erano divisi in due grandi gruppi tribali, quello dei franchi ripuari, stanziati lungo il corso del fiume Reno, e quello dei franchi salii, che occupavano i territori più occidentali, compresi tra il fiume Ijssel e il mar Baltico. Intorno alla metà del III secolo d. C. penetrarono più volte nei confini dell'impero scontrandosi con le legioni romane: furono fermati dall'im-peratore Gallieno intorno al 257, da Aurelio Probo nel 277 e da Massimiano nel 288. L'imperatore Giuliano l'Apostata (360-363), che li aveva battuti nel 356, riconobbe ai franchi lo statuto di FOEDERATI, permettendo a una parte di loro l'ingresso nell'esercito imperiale. Ciò non impedì ad altri gruppi di continuare le scorrerie nei territori dell'impero: dopo un effimero successo romano ad opera del generale Ezio, l'espansione dei franchi nella Gallia e in Germania non trovò più alcun ostacolo. Si deve al gruppo dei franchi salii, dopo la caduta dell'impero romano nel 476, la formazione di una forte compagine statale destinata a scrivere la storia d'Europa. Clodione il Chiomato, morto intorno al 447, re dei franchi salii, fu il capostipite della prima dinastia regnante, quella dei Merovingi -il nome derivò da Meroveo, successore di Clodione, che combatté a fianco del generale romano Ezio contro gli unni nella battaglia dei Campi Catalaunici (451)-; tuttavia fu solo con Clodoveo I (481-511) che le popolazioni franche furono definitivamente unificate sotto l'egemonia dei salii e che si resero indipendenti da Roma, dando origine al regno franco. La conversione al cristianesimo del re Clodoveo nel 496 rafforzò ulteriormente la dinastia franca che, da quel momento in poi, fu sempre alleata della Chiesa di Roma. I Merovingi si estinsero nel 751, con la deposizione dell'ultimo re, Childerico III, da parte di Pipino il Breve, che ricopriva la carica di maestro di palazzo, ovvero amministratore dei beni regi; i maestri di palazzo, a cominciare da Pipino di Héristal, furono i veri padroni del regno franco, visto che il potere dei re merovingi dalla metà del VII secolo si era ormai ridotto a poco più di un simulacro-. Pipino il Breve, terzogenito del maestro di palazzo Carlo Martello, a sua volta figlio illegittimo di Pipino di Héristal, si fece consacrare re dei franchi dai vescovi della Gallia, con l'avallo di papa Zaccaria (741-752) e con la cerimonia dell'unzione a Soissons. Egli, dunque, stabilì legalmente, oltre che di fatto, il dominio della propria famiglia, quella dei Carolingi -da Carlo Martello, vincitore degli arabi nella battaglia di Poitiers (732)-. Il primogenito di Pipino il Breve, Carlo, detto Magno dopo la sua morte, condusse la dinastia carolingia al massimo della sua potenza. Egli divise inizialmente il potere con il fratello Carlomanno ed entrambi sposarono le figlie di Desiderio, re dei longobardi. Alla morte del fratello, avvenuta nel 771, Carlo Magno s'impadronì del regno; re Desiderio intervenne allora per tutelare i diritti di successione dei nipoti, figli di Carlomanno, ma per tutta risposta il genero ripudiò la moglie Ermengarda, prendendo le armi contro il re longobardo. Papa Adriano I (772-795), che vedeva nei longobardi dei pericolosi concorrenti nel dominio della penisola, si schierò dalla sua parte e nel 774, sconfitto Desiderio, ottenne la cessione dei territori appartenuti ai bizantini in cambio dell'incoronazione di Carlo Magno a re dei longobardi. Il sovrano carolingio continuò la sua politica di conquista, assoggettando i sassoni con numerose e sanguinose campagne militari (772-804), distruggendo la potenza degli àvari in Pannonia, fermando i saraceni, nonostante l'epica sconfitta di Roncisvalle ad opera dei baschi (778), e conquistando la Baviera. Raggiunse il culmine della sua vita politica la notte di Natale dell'800, quando nella basilica di San Pietro a Roma papa Leone III (795-816) lo incoronò imperatore: nasceva così quello che in seguito fu chiamato Sacro Romano Impero d'Occidente. Quest'ultimo, che si estendeva dalle steppe della Pannonia ai Pirenei e dal Mare del Nord a Roma, ebbe la propria capitale in Aquisgrana. Era diviso in alcune centinaia di province, ciascuna delle quali aveva a capo un delegato dell'imperatore che deteneva il titolo di COMES (conte); ognuna di esse faceva capo a una città di qualche rilievo e Carlo Magno contava sul vescovo di quella città e sui cosiddetti MISSI DOMINICI -una specie di ispettori- per controllare l'operato del conte. Carlo impose un codice unitario di leggi e una moneta unica e si occupò a fondo della rinascita dell'istruzione e della cultura, coadiuvato da intellettuali di grandissime capacità come Alcuino di York e Paolo Diacono. Divise il regno tra i suoi tre figli, Carlo il Giovane, Pipino e Ludovico il Pio, ma i primi due non gli sopravvissero e quando morì, nell'814, l'impero fu ereditato dal solo Ludovico. Con i figli di quest'ultimo inizia la fase discendente della dinastia carolingia, minata dalle guerre per il predominio imperiale, dalle velleità dei singoli feudatari e della gerarchia ecclesiastica, oltre che dalle nuove minacce di arabi, slavi e normanni. Nello spazio di mezzo secolo, tra l'840 e l'890, l'impero crollò, benché Carlo il Calvo fosse riuscito a impadronirsi della corona imperiale (875) e suo nipote, Carlo il Grosso, a riunificare tutto l'impero (885). L'ultimo discendente della potente dinastia, Luigi V, re di Francia, fu deposto nel 987. Le principali fonti d'informazione sui franchi sono la HISTORIA FRANCORUM, redatta in dieci volumi da Gregorio di Tours, che narra le vicende di questo popolo dal 397 al 591, gli "Annali reali", redatti nella corte franca, e la biografia di Carlo Magno, VITA KAROLI IMPERATORIS, redatta da Eginardo.