Territorio. La provincia occupa la parte più orientale del Molise; la sua popolazione, distribuita in 84 comuni, unisce al legame con la tradizione la vivacità dei centri maggiori: La parte settentrionale del massiccio del Matese chiude il territorio provinciale ad ovest, mentre le rive del fiume Biferno sono fiancheggiate da rilievi collinari ed alto-collinari che degradano fino al litorale. Questa parte del territorio provinciale si caratterizza per l'abbondanza di estensioni atte al pascolo e di coltivazioni cerealicole, olivi ed alberi da frutta; costoni rocciosi e pendii coperti di vegetazione arborea movimentano il paesaggio in prossimità del capoluogo. Modeste estensioni pianeggianti si trovano ai piedi del Matese ed in prossimità della costa. Di dimensioni apprezzabili i due laghi artificiali di Occhito e di Guardialfiera. Lo stemma provinciale raffigura una ghirlanda di spighe di grano che racchiude una stella d'argento ad otto raggi.
Comunicazioni. Le principali direttrici del traffico stradale sono rappresentate dalle strade statali 647 Fondo valle del Biferno, 645 Fondo valle del Tappino, 17 Appulo-Sannitica e 16 Adriatica; alle spalle del litorale corre l'autostrada A14. Il territorio provinciale è interessato da quattro tracciati ferroviari: le linee Campobasso-Vairano, Campobasso-Benevento, Campobasso-Termoli e la linea adriatica Bologna -Bari. Mancano piste di atterraggio per aeromobili. L'unico porto è Termoli.
Storia. Terra dei Sanniti (Frentani nella parte più vicina al litorale, Pentri ad Ovest del capoluogo regionale), abitata fin dal Medioevo anche da Slavi ed Albanesi, questa parte della regione custodisce negli scavi archeologici di Monte Vairano, nel Museo Sannitico di Campobasso e nel museo di Baranello i reperti storici di maggior valore; le città di Boiano e Sepino costituivano i centri principali della civiltà sannitica e furono crocevia di scambi e traffici durante il periodo delle colonie romane; Sepino, in particolare, offre ancora oggi un'idea precisa della struttura urbanistica delle antiche città nei suoi ruderi ben conservati.
Struttura socio-economica. L'agricoltura è ancora diffusa e conta sulle produzioni della valle del Biferno (olio e vino Doc); si allevano bovini, ovini e specie avicole. L'industria è presente nei settori alimentare e metalmeccanico, nell'edilizia e nell'indotto (materiali da costruzione, impiantistica). Sviluppato il terziario, dal commercio ai trasporti, dal credito alle attività di consulenza e ricerca; meno evidente l'apporto dell'artigianato che resiste in alcune attività tradizionali nei centri minori. Questi rimangono per lo più emarginati dai circuiti economici che interessano il capoluogo ed i comuni più sviluppati: ne consegue un lento processo di spopolamento che preserva l'aspetto originario ed affascinante dei piccoli centri ma non aiuta certo a rendere più confortevole l'esistenza quotidiana dei loro abitanti, costretti ad un pendolarismo diffuso.