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CAMPAGNA DI CRIMEA
Approfondimento
Approfondimento: CAMPAGNA DI CRIMEA
Combattuta attorno alla fortezza di Sebastopoli tra il 1853 e il 1856, ebbe come antagonisti l'Impero turco e la Russia, ognuno dei quali era appoggiato da una coalizione; le parti in campo ebbero in totale oltre 250.000 vittime. Il movimento rivoluzionario degli anni 1848-49 aveva dimostrato come in Europa continuassero a prevalere le idee conservatrici o reazionarie. Le grandi potenze europee non erano rette da ordinamenti liberali, esclusa l'Inghilterra che conservava i propri ben saldi in una consolidata tradizione, sostenuta anche da una prosperità economica e da un prestigio politico che ne facevano la fortuna; in Francia, invece, ad esempio, Napoleone III conservava nel suo Secondo Impero il regime autoritario, sotteso da paternalismo demagogico. La situazione dell'Occidente europeo, dunque, era data dalla presenza di una classe borghese, divenuta egemone, che venne a patti con le vecchie aristocrazie e che divenne conservatrice, pur di controllare le classi subalterne. In Europa orientale, invece, con un'aristocrazia terriera ancora potente, sussistevano i regimi dispotici, come ad esempio in Russia, dove l'autocrazia dello Zar Nicola I ne costituiva l'esempio più evidente. In Italia la situazione era analoga, se si esclude il Regno di Sardegna, in cui il sovrano Vittorio Emanuele II era consigliato dal D'Azeglio nel conservare lo Statuto albertino, con ciò risultando gradito a tutti gli ambienti liberali della penisola. Il governo del Piemonte fu condizionato positivamente dal Cavour, che riuscì a procurarsi una maggioranza parlamentare dinamica e aperta, anche per il "connubio" con le forze democratiche moderate del Rattazzi. Con mano sicura, Cavour nella politica interna procedette anche in maniera spregiudicata, pur di riuscire a svecchiare il regno dal punto di vista economico e giuridico; nella politica estera, poi, il suo obiettivo era nell'assicurarsi l'alleanza con la Francia, per prevenire le conseguenze dell'auspicato conflitto con l'Austria. Quando lo zar Nicola I si intromise negli affari dell'Impero turco e le truppe anglo-francesi intervennero in favore dei turchi, Cavour inviò in Crimea un corpo di spedizione di 15.000 uomini, che fiancheggiasse le truppe alleate dei turchi. Il motivo vero di attrito fra Russia e turchi era da ricercare nel vecchio interesse da parte dello zar per gli Stretti; pretestuosamente, però, egli si elevò a difensore dei sudditi turchi di religione cristiana. La Turchia reagì bellicosamente, forte dell'appoggio dell'Inghilterra e della Francia di Napoleone III; la Russia si vide, così, costretta a prendere le armi. In seguito all'occupazione dei principati di Moldavia e Valacchia (autonome ma sotto la nominale sovranità turca) da parte delle truppe zariste, la Francia e l'Inghilterra uscirono allo scoperto, schierandosi dalla parte turca e inviando rinforzi nel mar Nero. La fortezza di Sebastopoli riuscì a resistere per un anno all'assedio, fino al settembre del 1855. Cavour accettò di far partecipare le truppe piemontesi, pur di agevolare una guerra contro l'Austria (sperava che questa si alleasse con la Russia), che avrebbe spostato nella pianura padana: l'Austria rimase, però, neutrale. La guerra ebbe fine con la caduta della fortezza di Sebastopoli e nel corso del Congresso di Parigi si stabilì che la Russia liberasse la Moldavia e la Valacchia, che la Turchia equiparasse musulmani e cristiani e che il Mar Nero venisse neutralizzato e il Danubio aperto alla navigazione commerciale: di fatto l'Inghilterra ebbe i più grossi vantaggi dal congresso, benché Napoleone avesse agito quasi come mediatore dei contrasti internazionali. Cavour ebbe la sua piccola vittoria, riuscendo a porre sul tavolo delle questioni anche i problemi inerenti l'Italia, malgrado il parere contrario del rappresentante austriaco; l'opposizione, però, cui apparteneva il Brofferio, non vide di buon grado l'alleanza del Piemonte con Francia e Inghilterra, che aveva imposto sacrifici notevoli e non aveva dato reali vantaggi. V. anche BENSO, CAMILLO (CONTE DI CAVOUR)