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Regione BASILICATA
Capoluogo: Potenza
Scheda
- Superficie: 9.994,61 Kmq
- Abitanti: 590.601
- Densità: 59,09 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 17
- Numero province: 2
- Numero comuni: 131
Regione Basilicata - Statistiche
La regione dei Sassi, che occupa una posizione baricentrica nell’Italia meridionale, si estende su una superficie complessiva di 9.992 km2 e conta più di 600.000 abitanti. Confina ad ovest con la Campania, a nord e a est con la Puglia, a sud con la Calabria e si affaccia, ma solo per brevi tratti, sul mar Ionio a sud-est e sul mar Tirreno a sud-ovest. L’antico termine di Lucania deriva dal nome degli antichi abitanti della zona ed è rimasto attualmente ad indicare il sistema montuoso che attraversa la regione, l’Appenino lucano (il nome Basilicata deriva dal termine “basilikòs”, con il quale i bizantini chiamavano il funzionario governativo in epoca medievale). Caduto in disuso, fu ripristinato ufficialmente negli anni tra il 1932 e il 1948, per poi essere nuovamente abbandonato, anche se gli abitanti della regione continuano a chiamarsi lucani. La forma irregolare della Basilicata, chiusa dalle regioni circostanti e con piccole aperture marittime, ha fatto sì che la regione abbia sempre avuto un ruolo marginale rispetto ai centri propulsori della vita economica italiana. La natura montuosa di gran parte del territorio, la scarsità di grandi vie di comunicazione e il diffuso degrado ambientale hanno aggravato ulteriormente la situazione economica di una regione che, solo nell’ultimo ventennio, si è avviata verso una, se pur ridotta, dimensione industriale. Il capoluogo regionale è Potenza. Le aree più densamente popolate sono quelle tra Melfi e Potenza e la fertile area del Metapontino. La popolazione si distribuisce in 131 comuni, di cui 100 fanno capo alla provincia di Potenza e 31 a quella di Matera. La regione risente ancora del grande flusso migratorio che la spopolò tra la fine dell’Ottocento e fino agli anni Settanta del Novecento ed ha attualmente una media di 61 abitanti per km2, meno di un terzo della media nazionale. Gran parte della popolazione si raccoglie in comuni su alture o dorsali, secondo il modello di organizzazione territoriale tipico dei paesi del Sud. In crescita è l’insediamento nelle zone litoranee, facilitato dall’esistenza di strade e ferrovie.
Collegamenti. La natura stessa della regione, montagnosa e con pochi accessi al mare, non ha dotato la Basilicata di vie di comunicazione naturali. Le strade sono sempre state poche e difficili da costruire, il che ha contribuito ad accentuare l’isolamento di questa terra. La rete stradale principale era costituita, fino agli anni Sessanta del Novecento, dalle strade statali con caratteristiche di strade di montagna, che convergevano su Potenza. A queste si aggiungevano altre strade statali, che interessavano in modo più diffuso il territorio regionale, e alcune strade provinciali. Dal 1970 ad oggi sono stati fatti grandi sforzi per portare a termine la rete delle strade a scorrimento veloce lungo le valli dei principali fiumi (Bradano, Basento, Agri, Sinni), che attraversano l’intera regione in direzione Nord-Ovest-Sud Est, e due collegamenti in direzione Nord-Sud (Potenza-Melfi-Candela e la s.s. n. 585 di Fondovalle del Noce). Si sta anche completando la rete con strade trasversali in direzione Nord-Sud per connettere tra di loro in più punti le strade a scorrimento veloce esistenti lungo i fondovalle e raggiungere il numero più alto di comuni. Questo sistema di viabilità minore dovrebbe contribuire ad aggregare intorno a punti strategici la popolazione dei vari comprensori. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, la Basilicata viene lambita per un tratto dalla linea ferroviaria tirrenica (Napoli-Battipaglia-Paola) di importanza nazionale, che però ha solo la stazione di Metaponto in territorio lucano. Interessano sempre marginalmente la regione: la linea ionica (Reggio di Calabria-Metaponto-Taranto), di importanza interregionale, e la linea a carattere locale Rocchetta Sant’Antonio/Lacedonia-Gioia del Colle (sostituita da servizio autobus). Di carattere interregionale risulta il collegamento della linea Battipaglia-Potenza-Metaponto, che corre praticamente parallelo al raccordo autostradale Potenza-Sicignano degli Alburni e alla s.s. 407 Basentana. Questa tratta ferroviaria è da considerarsi il principale asse ferroviario della regione. L’unica autostrada, che interessa solo marginalmente il territorio regionale, è la A3 Napoli-Reggio Calabria. A breve distanza dal territorio regionale si trovano: a nord la A16 Napoli-Canosa e ad est la A14 Bologna-Taranto. Per gli aeroporti si fa riferimento a quello di Bari/Palese, a nord, e a quello di Lamezia Terme/Sant’Eufemia, a sud, l’uno in Puglia e l’altro in Calabria; per le linee intercontinentali dirette ci si serve dell’aerostazione di Napoli/Capodichino, in Campania. Il sistema portuale di riferimento, fatta eccezione per il porto turistico di Maratea, è quello pugliese o campano, a nord, oppure quello calabrese, a sud. I principali centri di gravitazione della regione sono i due capoluoghi di provincia; importanti sono anche: Stigliano, Tricarico, Pisticci e Policoro, in provincia di Matera, nonché Marsicovetere, Melfi, Rionero in Vulture, Venosa e Lagonegro, in provincia di Potenza.
Territorio. La morfologia è di tipo prevalentemente montuoso (per il 46,8%) o collinare (per il 45,2%), mentre le pianure occupano appena l’8% della superficie regionale. La superficie lucana si può distinguere nettamente in due zone: ad ovest si stendono i rilevi dell’Appennino lucano, un’area che grosso modo si può far coincidere con la provincia di Potenza; ad est si distende un’ampia fascia collinare che forma essenzialmente la provincia di Matera e che digrada dolcemente verso il mar Ionio, lungo il quale si estende l’unica vera pianura della regione, quella metapontina. L’Appennino lucano occupa una porzione di territorio che dalla Sella di Conza, in Campania (700 m), termina in Calabria, al passo dello Scalone (1.740 m). La catena montuosa è formata da vari massicci isolati, tra i quali spiccano quelli del Cilento (interamente in Campania), che sottolineano la scarsa uniformità della regione dal punto di vista territoriale. Le quote delle montagne lucane oscillano tra i 1.200 e i 2.000 metri, un’altitudine media piuttosto elevata per un rilievo appenninico. Dal punto di vista paesaggistico la catena montuosa presenta una grande varietà di forme, da quelle arrotondate dalle colate laviche del monte Vulture (1.327 m), un antico vulcano spento situato al confine settentrionale con la Campania, al gruppo aspro del Sirino (monte del Papa 2.005 m), che si caratterizza per le guglie che richiamano i paesaggi dolomitici. Il massimo complesso montuoso dell’Appennino meridionale è costituito dal massiccio del Pollino, situato all’estremo sud del territorio regionale e condiviso con la Calabria. È la natura stessa della montagna lucana, pur molto suggestiva, ad aver creato condizioni sfavorevoli ad un buon popolamento della regione. I terreni appenninici lucani sono infatti formati in gran parte da un substrato di rocce calcaree, sui cui si sono sovrapposte coperture di argille e sabbie, soggetti a facili erosioni e dilavamento. Una situazione aggravata da un selvaggio disboscamento, responsabile di un grave dissesto ambientale. La problematica situazione geomorfologica ha fatto sì che la Basilicata detenga il negativo primato di maggiori superfici soggette a frane. A rendere ancora più precaria la situazione è la sismicità di gran parte del territorio lucano. Nella zona più interna compaiono rilievi isolati da cui si dipartono lunghe dorsali solcate dal corso dei fiumi diretti verso la costa ionica. La sezione orientale è occupata dalla formazione calcarea tipica dell’altopiano delle Murge pugliesi, un tavolato a terrazze digradanti. La costa del tratto lungo il mar Tirreno si estende alta e rocciosa per appena 15 km mentre il litorale sul mar Ionio occupa circa 35 km, disegnando un bordo pianeggiante e orlato da cordoni sabbiosi. L’unica pianura della regione è l’antica piana di Metaponto (dal nome di una fiorente colonia fondata dai greci nell’VIII secolo a.C.), un tempo paludosa e malarica, ora bonificata e intensamente coltivata e che è la zona più ricca e produttiva della regione. Il sottosuolo della Basilicata ha rivelato, da non molto, risorse interessanti, come quelle del gas naturale e del petrolio. A differenza delle altre regioni dell’Italia meridionale, soprattutto rispetto alla confinante Puglia, l’idrografia della Basilicata è abbastanza sviluppata. I più rilevanti corsi d’acqua sono il Bradano (167 km) e il Basento (149 km), che raggiungono entrambi il mare nei pressi dell’antica città di Metaponto. Altri fiumi di una certa importanza sono l’Agri (136 km) e il Sinni (94 km). Nonostante la relativa lunghezza, i fiumi lucani hanno portata fortemente variabile, passando da fortissime piene (che provocano alluvioni) alle prolungate magre estive responsabili di siccità. Per regolamentare meglio il regime idrico e a scopo irriguo, su alcuni fiumi sono stati creati bacini artificiali, come quello di Pertusillo sull’Agri e di San Giuliano sul Bradano. I laghi più interessanti sono i due piccoli laghi di Monticchio, craterici, nell’area del Vulture, ed il Sirino, al margine occidentale dell’omonimo rilievo. Numerosi sono invece i laghi artificiali, come quelli di San Giuliano, di Gannano e di Pertusillo. Il degrado naturale si riflette anche sulla vegetazione: la superficie boschiva copre appena il 19% della superficie regionale mentre le continue erosioni hanno impoverito i pascoli e la macchia mediterranea. Nel Parco Naturale del Pollino si può comunque ammirare una notevole varietà di flora: dai cerri agli aceri, dai carpini ai faggi. Anche il patrimonio faunistico è stato danneggiato dalle degradate condizioni ambientali: ci sono pochi esemplari di cinghiali, lupi, lepri, volpi e alcuni uccelli rapaci.
Clima. Limitata ad ovest dalla linea dello spartiacque dell’Appennino Lucano, deve la sua unità climatica all’omogenea eposizione di tutta la regione; la catena degli Appennini la protegge dalle correnti occidentali. Favorita dall’azione mitigratice dei mari meridionali italiani, in inverno è interessata dalle frequenti depressioni che, provenienti dal Golfo di Genova, attraversano l’Italia e si spingono verso sud-est interessando la regione con estese precipitazioni. Altra configurazione barica apportatrice di marcato maltempo si ha quando tutta la penisola è interessata da forti correnti di tramontana con formazione di una depressione sul mar Ionio: aria fredda di origine artica determina temperature molto basse accompagnate da abbondanti nevicate. La regione assume, allora, quei caratteri di continentalità con persistenza del manto nevoso a quota superiore ai 500 metri, per diversi giorni, anche una settimana. In estate e in autunno è perturbata da fenomeni di instabilità ai quali il rimescolamento diurno dà un contributo decisivo. Questo carattere si accentua particolarmente sui rilievi ove, assai spesso, le cime dei monti sono orlate da nubi convettive imponenti e a carattere isolato. In autunno è la regione più piovosa ma, per la conformazione geologica del terreno, non può trarre tutti quei benefici che solitamente derivano dall’acqua. I fiumi, non molto estesi, hanno carattere torrentizio.
Attività produttive. La Basilicata è una delle più povere regioni d’Italia, come confermano l’elevata percentuale degli addetti al settore agricolo e, tra le attività terziarie, il peso altrettanto eccessivo svolto dall’amministrazione pubblica. Infine, una parte non indifferente delle famiglie vive grazie alle pensioni acquisite dagli uomini che, trascorsa una vita di lavoro all’estero o in altre regioni, hanno fatto ritorno al loro paese. In questa regione nel corso dei secoli l’insediamento umano ha sempre trovato ostacoli nella natura ostile del territorio, nella piaga della malaria che, fino agli inizi del secolo scorso, flagellava le zone costiere, e nella difficoltà delle comunicazioni. A ciò si aggiunga la povertà del suolo e delle risorse naturali, l’eredità del sistema latifondistico e l’organizzazione territoriale basata su centri abitati isolati. Per questi motivi la regione ha conosciuto un notevole decremento demografico, causato da consistenti flussi migratorio verso l’estero e il nord Italia: una tendenza che si è andata attenuando solo negli anni ’70 del Novecento. Oggi circa un quinto della popolazione attiva trova occupazione nell’agricoltura, in controtendenza con la percentuale d’Italia. Diffuse sono la cerealicoltura (per produzione di grano duro desti nato in massima parte ai pastifici campani) e le coltivazioni legnose (viti, agrumi, olivi). Nel fertile litorale ionico l’adozione di un sistema razionale nelle tecniche produttive ha permesso di ottenere buoni risultati in alcune colture specializzate, come barbabietola da zucchero, ortaggi, agrumi, tabacco e fragole in serra. Le aree montane vedono significativi segni di dinamismo nel settore zootecnico, con un incremento del patrimonio di capi bovini nonché un ampliamento e una razionalizzazione della dimensione degli allevamenti. Praticamente irrilevante è il contributo economico della pesca. Il sottosuolo è piuttosto ricco di risorse naturali, tra le quali spiccano i giacimenti di gas naturale di Pisticci e Ferrandina, in provincia di Matera, nonché San Cataldo, nel comune di Bella, in provincia di Potenza. Solo recentemente e grazie ad ingenti stanziamenti pubblici il settore secondario si sta sviluppando, anche se continua ad avere un peso modesto nell’economia della regione. L’industria di trasformazione chimica e metallurgica è il ramo più importante del settore industriale, concentrando il 30% degli addetti. Queste attività sono state le destinatarie della maggior parte dei finanziamenti pubblici per l’industria affluiti in Basilicata. Potenza e Matera accentrano quasi il 60% dell’occupazione nel settore meccanico e nei due capoluoghi si concentrano anche imprese importanti come cementifici, fonderie e industrie di materiale edile. Soprattutto queste ultime hanno un’incidenza occupazionale circa doppia rispetto alla media italiana. Il settore energetico è costituito essenzialmente dall’industria di produzione di energia elettrica e di gas. Un contributo notevole alla qualificazione industriale della regione è stato dato dall’industria automobilistica, mediante la costruzione, nel 1994, di un grande stabilimento a Melfi (PZ). In crescita è il settore turistico, che potrebbe costituire una grande risorsa per questa regione, ricca di bellezze naturali. Anche in questo settore però la regione sconta la mancanza di infrastrutture adeguate ad accogliere un buon flusso turistico. Solo la stazione balneare di Maratea (PZ), sul mar Tirreno, offre servizi alberghieri adeguati mentre in alcune aree protette, come il Parco Nazionale del Pollino e altre suggestive zone dell’interno, si sta costituendo un discreto circuito agrituristico.
Analisi statistica. Area sociale. Le statistiche culturali e sociali varie vedono la regione collocarsi, nel complesso, nelle ultime posizioni con valori molto al di sotto delle medie nazionali. È l’ultima regione per quanto riguarda la spesa pro-capite per spettacoli, manifestazioni sportive e trattenimenti vari e la penultima per diffusione di periodici per abitante, con appena 25 copie contro le 66 della media nazionale. Occupa la diciassettesima posizione per grado di istruzione con 177,4 laureati e diplomati per 1.000 abitanti contro i 211 della media italiana. Area economica. L’apporto più consistente al Prodotto Interno Lordo è dato dal terziario con una percentuale superiore ai valori medi nazionali; discreto è l’apporto dato dal settore agricolo (6,8% contro il 3,7% nazionale) mentre il valore aggiunto del settore industriale è inferiore alla media italiana (23,5% rispetto al 29,8% nazionale). Nella graduatoria dei conti economici la regione occupa le ultime posizioni con valori molto al di sotto delle medie nazionali; è ultima per consumi pro-capite e penultima per Prodotto Interno Lordo pro-capite mentre occupa appena il sedicesimo posto per quanto riguarda il numero di occupati. Area demografica. Diciottesima regione per numero di abitanti, presenta il maggior numero di comuni (36) nella classe di ampiezza demografica che va dai 1.000 ai 2.000 abitanti. Oltre il 73% dei comuni ha una popolazione che non supera i 5.000 abitanti e la città più popolosa è Potenza, con oltre 65.000 abitanti. Nella graduatoria della vita media occupa il secondo posto per gli uomini (74,7 anni rispetto alla media italiana di 73,4) e il diciassettesimo per le donne (79,8 anni rispetto alla media italiana di 80 anni) mentre con un indice di vecchiaia pari a 80,5 (contro il valore nazionale di 96,57) è la quindicesima regione. Area ambientale. La superficie territoriale secondo la zona altimetrica presenta una composizione montuosa per il 46,8% e collinare per il 45,2%; l’8% di superficie pianeggiante completa l’estensione territoriale della regione. Ben l’86% del territorio è classificato, secondo il grado di sismicità, ad un livello medio-alto. Con il 51,9% di costa balenabile si colloca al di sotto dei valori medi nazionali nella graduatoria della qualità delle acque marine balneabili. Con 61 abitanti per km2 si colloca al penultimo posto per densità di popolazione.
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