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Provincia di MATERA
Capoluogo: Matera
Scheda
- Superficie: 3.446,12 Kmq
- Abitanti: 203.770
- Densità: 59,13 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 077
- Numero comuni: 31
Provincia di Matera - Statistiche
Territorio. Situata nella zona sud-est della regione, confina ad ovest con la provincia di Potenza, a nord e a est con la Puglia, a sud-est con il mar Ionio e a sud con la provincia di Cosenza, in Calabria. Il territorio è caratterizzato da un’ampia fascia collinare che si differenzia dal resto della regione, prevalentemente montuoso. Si alternano zone caratterizzate da un paesaggio movimentato ad altre più pianeggianti, tra le quali spicca la piana di Metaponto, unica pianura dell’intera regione, un tempo area paludosa e malarica, oggi completamente bonificata e intensamente coltivata. Nell’entroterra ionico si trova la Murgia Materana, area di notevole interesse archeologico per l’esistenza di villaggi neolitici e contraddistinta da un paesaggio bianco dovuto alla natura calcarea del terreno, scavato da gole, gravine e grotte naturali che compongono un paesaggio di grande suggestione. Tra i corsi d’acqua si segnalano il Bradano, il Basento, l’Agri e il Sinni, che sfociano nel mar Ionio. Tra i laghi quello artificiale di San Giuliano, sul fiume Bradano, è al centro dell’oasi di protezione faunistica di San Giuliano, frutto di una grande opera di rimboschimento. Nell’oasi di San Giuliano si trovano rappresentati molti esemplari di uccelli, il che rende quest’area preziosa per la conservazione di patrimonio faunistico che purtroppo, nel resto della regione, è stato duramente depauperato. Un’area di grande attrattiva è il Parco Nazionale del Pollino, ai confini con la Calabria, ricco di vegetazione e di un variegato patrimonio faunistico. Nell’ambito della provincia sono state istituite le comunità montane del “Basso Sinni”, “Collina Materana” e “Medio Basento”. La popolazione si distribuisce in 31 comuni ed è caratterizzata da un indice di vecchiaia al di sotto della media nazionale. Gran parte della popolazione, come nel resto della regione, è dedita ad attività agricole, che rappresentano ancora oggi, in netto ritardo con il resto d’Italia, la principale fonte di reddito degli abitanti. In espansione il settore turistico, soprattutto sulla fascia ionica, dove le bellezze paesaggistiche attraggono un numero sempre maggiore di visitatori.
Lo stemma provinciale, partito, è stato concesso con Decreto Reale. Sullo sfondo azzurro del primo campo spiccano cinque colonne doriche; nella seconda sezione, smaltata d’argento, si raffigura un’aquila in volo abbassato.
Comunicazioni. Il territorio provinciale è ancora poco servito dalla vie di comunicazione: l’infrastrutturazione della regione in questo senso infatti è ancora recente. Alcune strade, costruite negli ultimi anni, collegano una parte delle maggiori zone abitate, rompendo l’isolamento. La statale n. 407 Basentana è una strada a più corsie che unisce i monti alle valli. La zona della Val d’Agri è percorsa dalla statale n. 103, detta appunto di Val d’Agri. Ci sono poi la statale n. 277 di Calle, la n. 96 Barese e la n. 380 dei Tre Confini. Altre strade statali presenti sul territorio provinciale sono: la n. 7 Appia, la n. 92 dell’Appennino meridionale, la n. 99 di Matera, la n. 106 Jonica, la n. 176 della Valle del Basento, la n. 271 di Cassano, la n. 598 di Fondo Valle d’Agri, la n. 653 della Valle del Sinni. Il casello autostradale di riferimento è quello
di Potenza, che immette sul raccordo autostradale Potenza-Sicignano degli Alburni, che collega l’intera regione all’autostrada A3 Napoli-Reggio Calabria, tratto Salerno-Reggio Calabria. I comuni della parte orientale della provincia, invece, gravitano sull’autostrada A14 Bologna-Taranto. Il principale asse ferroviario che serve la zona è la linea Battibaglia-Potenza-Metaponto, alla quale si allaccerà la Matera-Ferrandina, in avanzata fase di realizzazione. Altre linee di cui ci si serve sono: la Salerno-Reggio di Calabria, la Taranto-Reggio di Calabria, la Rocchetta Sant’Antonio/Lacedonia-Gioia del Colle (sostituita da servizio autobus). Per quanto riguarda gli scali aerei si fa riferimento a quelli di Bari/Palese e di Napoli/Capodichino, mentre per il traffico marittimo ci si serve del porto turistico e peschereccio di Molfetta (BA) e di quello turistico di Maratea (PZ), oltre che dei due importanti porti pugliesi di Bari e Taranto.
Storia. Nell’area del materano sono stati rinvenuti reperti risalenti al Paleolitico, periodo nel quale vi abitavano tribù nomadi che trovavano riparo nelle numerose grotte naturali che contraddistinguono il paesaggio locale. Resti di tombe e di veri e propri insediamenti permanenti sono stati rinvenuti in queste zone, luoghi ideali per la nascita di villaggi in grotta, caratteristici dell’epoca preistorica. I reperti di maggior rilievo sono quelli che testimoniano la presenza delle civiltà greca e romana. I coloni greci vi si insediarono a partire dall’VIII secolo a.C., imprimendo al paesaggio agrario una divisione geometrica in campi squadrati racchiusi tra stradine e canali di scolo delle acque per evitare l’impaludamento dei terreni. Con la colonizzazione romana cominciò l’uso del latifondo, pratica che sarà alla base di un sistema feudale nell’organizzazione economica e responsabile, a lungo andare, dell’arretratezza economica dell’intera regione. Con la caduta dell’impero romano queste zone subirono le invasioni dei barbari d’oltralpe mentre con la dominazione normanna il territorio conobbe un discreto sviluppo economico ed edilizio. In età medievale e nei secoli successivi una serie di feudatari (tra i quali gli Sforza, i Colonna, i Carafa e i Ruffo) si avvicendarono alla guida di molti comuni, il cui toponimo deriva spesso da quello dei feudatari. Negli anni seguenti il territorio divenne fonte di contesa tra gli angioini e gli svevi. In seguito subentrarono gli aragonesi, che dovettero fronteggiare l’arrivo di Carlo VIII di Francia, anche se gli spagnoli conserveranno il regno dal 1500 al 1700. Nel 1663 la Basilicata diviene una vera provincia del Regno e Matera viene nominata capoluogo. Già allora la piaga del brigantaggio poneva gravi problemi nell’amministrazione di queste zone. I problemi dell’area divennero oggetto di attente analisi durante l’Illuminismo e il Risorgimento, quando furono adottati i primi interventi statali. Nel 1904 il governo di Giovanni Giolitti promulgò una legge speciale per la Basilicata, che si proponeva come obiettivo la rinascita della regione. Nel 1927 Matera diventa la seconda provincia della Basilicata. Intanto era già cominciato il forte movimento migratorio, che portò all’estero e nel Nord Italia gran parte della forza lavoro della regione. Solo nel secondo dopoguerra, la riforma agraria e il risanamento delle piana del Metapontino e della Valle dell’Agri hanno dato un contributo al rilancio economico della zona.
Struttura socio-economica. L’agricoltura costituisce ancora il settore principale del fragile sistema economico della provincia, con coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, vite, olive e foraggi. Alla coltivazione dei campi si associa un buon comparto zootecnico con l’allevamento di ovini e caprini e, in incremento, di bovini, suini ed equini. Il settore secondario, pur incentivato da stanziamenti pubblici, ha un peso ancora modesto. Nuclei di industrializzazione si trovano nella zona di Pisticci e Ferrandina, legata ai giacimenti di gas naturale, nella zona di Policoro per lo zucchero, per la meccanica e salottifici a Matera. Il settore industriale offre buone possibilità di impiego nei comparti della produzione alimentare, incentrato sulla produzione lattiero-casearia e sulla conservazione di frutta e ortaggi. Non mancano alcune fabbriche tessili, metalmeccaniche, dell’abbigliamento, delle calzature, del legno e della plastica. La zona del Metapontino, come quelle del Parco Nazionale del Pollino, dell’oasi di San Giuliano e del bosco di Policoro, richiama periodicamente un considerevole flusso di turisti, attratti dalle notevoli bellezze naturalistiche della zona.
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