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Provincia di MATERA

Capoluogo: Matera

Scheda

 
Stemma della provincia Matera
   

Provincia di Matera - Ambiti

DEFINIZIONE Nel territorio provinciale si possono individuare due ambiti sub-provinciali, che si sono andati definendo sia in base alla differente natura del territorio che per fattori storici. In linea orientativa si possono distinguere la zona della Fascia Ionica, che occupa la porzione sud-est del territorio provinciale e che affaccia sul mar Ionio, e la zona del Materano, che comprende la restante parte del territorio provinciale. L’ambito della Fascia Ionica comprende 12 comuni che fanno riferimento per i servizi amministrativi e sanitari ai centri di Policoro e Pisticci. L’ambito del Materano si distribuisce in 19 comuni che gravitano invece per i principali servizi su Matera, Stigliano e Tricarico.

Materano: Accettura, Aliano, Calciano, Cirigliano, Ferrandina, Garaguso, Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, Matera, Miglionico, Montescaglioso, Oliveto Lucano, Pomarico, Salandra, San Mauro Forte, Stigliano, Tricarico.

Fascia Ionica: Bernalda, Colobraro, Craco, Montalbano Ionico, Nova Siri, Pisticci, Policoro, Rotondella, San Giorgio Lucano, Scanzano Jonico, Tursi, Valsinni.

Materano

Territorio. Occupa la porzione settentrionale del territorio provinciale, distribuendosi tra montagne e fasce di terra pianeggiante. A est si trova il paesaggio delle Murge, caratterizzato dall’affioramento di stratificazioni calcaree fessurate e profondamente incise nel tempo dai corsi d’acqua. Centro di gravitazione per le strutture burocratico-amministrative sovracomunali, per il commercio e per i servizi di maggiore rilevanza è Matera.

Comunicazioni. L’area, come il resto della provincia, non è servita adeguatamente dalle vie di comunicazione. Il raccordo autostradale Potenza-Sicignano degli Alburni e la A3 Salerno-Reggio Calabria nonché la A14 Bologna-Taranto servono solo indirettamente quest’ambito. Le strade statali di maggior rilievo sono: la n. 7 via Appia, la n. 99 di Matera, la n. 271 di Cassano e la n. 380 dei Tre Confini. La rete ferroviaria di riferimento è costituita dalle linee Battipaglia-Metaponto e Rocchetta Sant’Antonio/Lacedonia-Gioia del Colle. Gli scali aeroportuali di riferimento sono, come per il resto della provincia, quello di Bari/Palese e quello di Napoli/Capodichino, come pure per il servizio marittimo si fa riferimento ai porti di Maratea (PZ) e di Molfetta (BA) nonché a quelli di Bari e Taranto.

Storia. Le prime testimonianze di insediamenti umani nella zona risalgono quasi certamente all’epoca paleolitica, quando le gravine erano utilizzate come luoghi ideali per la nascita di villaggi preistorici. Al periodo Neolitico si fanno risalire i villaggi del Materano. Nel VII secolo a. C. i greci colonizzano queste zone. Tra il IV e il III secolo a.C. giungono sul territorio i romani. Con la caduta dell’impero romano questa zona, come il resto della regione, cade nel più profondo isolamento e subisce le invasioni delle popolazioni barbare d’oltralpe. La zona del materano rimase comunque un dominio bizantino. I bizantini, rifugiatisi in Lucania per sfuggire alle persecuzioni della religione iconoclasta orientale, diedero origine alle chiese rupestri, ancora oggi visibili e visitabili, sulla Murgia Materana. In seguito le scorrerie dei saraceni costrinsero le popolazioni locali a cercare rifugio in quelle roccaforti naturali che sono le Gravine. Con i normanni, nel Medioevo, la zona raggiunse un discreto sviluppo economico ed edilizio con il popolamento delle cave che sarebbero diventati gli attuali “Sassi”. In seguito saranno gli svevi e gli angioini a contendersi il territorio. Gli angioini nel XIII secolo prendono il potere istituendo un rigidissimo sistema feudale. Tra il XIII e il XV secolo si consolida il potere borbonico. Nel corso del ‘700 queste zone conoscono aspre battaglie e moti di rivolta per i continui cambi di potere. Tra il 1861 e il 1868 tutta l’area, come il resto della regione, è vittima del fenomeno dell’emigrazione. Tra il 1861 e il 1868, tutta la regione è interessata dal fenomeno del brigantaggio, una piaga generata dalla intollerabile indigenza della popolazione, che si ribella sempre più spesso al potere costituito. La natura stessa dei luoghi facilita l’azione dei briganti sul territorio. Nel corso del secolo XX la zona è stata interessata dall’emigrazione di massa, un fenomeno che si è attenuato solo a partire dagli anni ’70.

Struttura socio-economica. Il sistema economico del Materano è tuttora uno dei più fragili d’Italia. L’agricoltura è stata per molto tempo l’unica fonte di reddito. Le colture principali sono i cereali, le barbabietole da zucchero, l’ulivo, la vite, gli agrumi e il tabacco. Notevole è la produzione di pomodori, mandorle, fragole, noci e fichi. L’allevamento è costituito nella maggior parte dalla pastorizia ovina e caprina. In anni più recenti anche il comparto industriale ha assunto un certo peso nel reddito della popolazione, che trova oggi possibilità di impiego nel settore delle produzioni alimentare, tessile, chimica, metallurgica, del legno, degli articoli in gomma e plastica, dell’edilizia, delle apparecchiature elettriche, di gas e di energia elettrica. Fiore all’occhiello dell’industria locale è il distretto materano dei salottifici. La presenza di bellezze naturali incontaminate e la vicinanza all’oasi del lago di San Giuliano favoriscono un discreto flusso turistico verso questi luoghi.

Fascia Ionica

Territorio. Si estende nella zona sud-orientale della provincia, dove si protende la pianura metapontina originata dall’accumulo del materiale eroso e trasportato fino a valle dai principali corsi d’acqua della Basilicata, sfocianti tutti nel mar Ionio. La pianura ionica, un tempo paludosa e malarica, è stata bonificata e sottoposta a coltura intensiva, trasformandosi in una delle zone più produttive della regione. Il paesaggio è piuttosto brullo e desolato, caratterizzato da rilievi argillosi e colline coperte di uliveti. Il territorio si presenta con un profilo geometrico regolare e con variazioni altimetriche appena accennate; i suoi comuni fanno riferimento, per i servizi amministrativi e sanitari, a Policoro e Pisticci.

Comunicazioni. La rete viaria non è ancora sufficiente ad assicurare un copertura capillare del territorio. L’autostrada di riferimento è la A14 Bologna-Taranto, mentre attraversano il territorio la statale n. 176 della Valle del Basento, la n. 106 Jonica e il tracciato della n. 598 di Fondo Valle d’Agri. La viabilità ferroviaria è assicurata dalla linea Battibaglia-Metaponto e dalla Taranto-Reggio di Calabria. Per il servizio aeroportuale si fa riferimento alla scalo di Bari/Palese e a quello di Napoli/Capodichino. I terminali del traffico marittimo sono il porto turistico di Maratea (PZ) e quello di Molfetta (BA), oltre agli importanti scali di Bari e Taranto, in Puglia.

Storia. Abitata già in epoca paleolitica, tra il Neolitico e l’età del Bronzo, quest’aera divenne centro di passaggio verso il mar Ionio. Risale al VII secolo a.C. la colonizzazione greca dell’area, quando Metaponto divenne uno dei centri cardine della civiltà della Magna Grecia. Tra il IV e il III secolo a. C. la piana metapontina fu occupata dai romani. Con la caduta dell’impero romano iniziarono le scorribande dei barbari d’oltralpe. La dominazione normanna portò un relativo benessere ma, nei secoli seguenti, queste zone furono oggetto di aspre contese tra svevi e angioini. Con la dominazione angioina ha inizio il feudalismo. L’origine di molti comuni si può far risalire a quel periodo storico. Il potere borbonico si consolidò tra il XIII e il XV secolo, quando molti centri della zona furono in mano di potenti e nobili famiglie sempre in lotta tra loro. Anche nel corso del 1700 si assiste a continue lotte per il potere, che vessarono la popolazione locale. Negli anni che precedono l’unità d’Italia la condizione di grave indigenza generò la ribellione al potere, che trovò espressione nel grave fenomeno del brigantaggio. Nel corso del 1900 la piaga di queste zone fu l’emigrazione in massa della popolazione in cerca di migliori condizioni di vita all’estero e nel nord Italia. Una situazione che si è andata ridimensionando solo negli anni ’70 del secolo XX, quando ha cominciato a svilupparsi anche un debole tessuto industriale.

Struttura socio-economica. La maggior parte della forza lavoro locale è impegnata nell’agricoltura, che si basa sulla coltivazione di cereali, in particolare frumento, di ortaggi, di foraggi, di uva, di ulivo, di agrumi e di frutta. Nella fascia del metapontino si trovano coltivazioni specializzate, in pieno campo e in serra, con produzioni di notevole qualità di uva, agrumi, pesche, ortaggi, fragole e kiwi. È diffuso anche l’allevamento del bestiame, soprattutto avicoli, ovini e caprini ma anche bovini, suini ed equini. Un discreto contributo all’economia locale è dato dal settore industriale, incentrato sulla produzione alimentare, tessile, metallurgica, elettronica, edile, chimica, del legno, di articoli in plastica e di abbigliamento. Completano il quadro del comparto industriale il settore dell’edilizia e quello della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica. La vicinanza alla costa ionica, a Metaponto e al lido di Scanzano Jonico richiama periodicamente un considerevole flusso di turisti sul posto, attratti anche dalle bellezze naturalistiche del bosco Pantano di Policoro.

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