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Provincia di UDINE

Capoluogo: Udine

Scheda

 
Stemma della provincia Udine
   

Provincia di Udine - Statistiche

Territorio. Articolata in 137 comuni, è la più vasta e la più popolosa del Friuli-Venezia Giulia, benché nel 1968 sia stata notevolmente ridotta a seguito della costituzione della nuova provincia di Pordenone. Occupa la parte centrale della regione ed è compresa tra le province di Belluno (Veneto), Gorizia, Venezia (Veneto) e Pordenone, nonché l’Austria e la Slovenia. È prevalentemente montuosa a nord e pianeggiante a sud. La parte montuosa comprende: il versante meridionale delle Alpi Carniche e una modesta sezione delle Alpi Giulie; l’intera Carnia, vasta regione che corrisponde all’alto bacino del Tagliamento; la lunga valle del fiume Fella; l’ampia conca di Tarvisio; parti cospicue delle Prealpi Carniche e delle Prealpi Giulie, separate dal corso medio del Tagliamento. La pianura friulana è raccordata ai rilievi prealpini da morbide ondulazioni collinari. L’alta pianura è costituita da depositi ghiaiosi, che rendono permeabile il terreno, mentre la bassa pianura è caratterizzata da una presenza costante d’acqua, che si manifesta con un fitto reticolo di corsi d’acqua, alimentati da risorgive, canali e fossi. In provincia di Udine sono censiti 510 torrenti e corsi d’acqua e 66 laghi. Nella zona alpina e prealpina esiste un sistema fluviale ben sviluppato: i principali fiumi sono il Tagliamento e i torrenti Fella, Degano e But. A causa della diversa natura delle rocce che formano i bacini montani, la composizione delle acque è assai varia e alcune sono classificate come tipicamente “minerali”. Nell’alta pianura la presenza di ghiaie permeabili fa sì che tutti i corsi d’acqua siano assorbiti nel sottosuolo, tranne che nei periodi di piena. La ghiaia è permeata in profondità da un’unica falda freatica, che satura solamente in prossimità della zona delle risorgive, per effetto del cambiamento di permeabilità a contatto con le formazioni meno porose situate verso la costa. Il clima presenta caratteri di transizione da quello temperato a quello continentale: da sud a nord diminuiscono progressivamente i valori termici e aumentano quelli pluviometrici. Le precipitazioni sono più frequenti nei mesi autunnali e nella tarda primavera. Una percentuale ragguardevole del territorio provinciale è rappresentata da aree tutelate come parchi urbani, parchi naturali sovracomunali e parchi naturali regionali (Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, Parco Naturale delle Prealpi Giulie, Riserva Naturale del Lago di Cornino, Riserva Naturale della Valle Canal Novo, Riserva Naturale delle Foci dello Stella, Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo), istituiti per la salvaguardia del patrimonio faunistico e botanico, la regolamentazione delle attività agricole e turistiche e la conservazione delle caratteristiche paesaggistiche. Lo stemma provinciale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, riproduce l’immagine di un’aquila d’oro cinta da corona ducale. Il tutto su sfondo azzurro con bordura aurea.

Comunicazioni. Il territorio provinciale dispone di un diffuso e articolato sistema viario e ferroviario. La rete di strade statali è fitta (n. 13 Pontebbana, n. 14 della Venezia Giulia, n. 52 Carnica e Bis Carnica, n. 54 del Friuli, n. 56 di Gorizia, n. 252 di Palmanova, n. 351 di Cervignano, n. 352 di Grado, n. 353 della Bassa Friulana, n. 354 di Ligano, n. 355 di Val Degano, n. 356 di Cividale, n. 463 del Tagliamento, n. 464 di Spilimbergo, n. 465 della Forcella Lavardet e di Valle San Canciano, n. 512 del lago di Cavazzo, n. 646 di Uccea) e garantisce i collegamenti locali e con i capoluoghi friulani. Il traffico su rotaia può contare su una rete altrettanto ricca: Venezia-Udine, Udine-Tarvisio, Sacile-Gemona, Udine-Cividale, Monfalcone-Udine, San Giorgio di Nogaro-Palmanova, Cervignano-Udine, Venezia-Villa Opicina, Padova-Calalzo/Pieve di Cadore, Conegliano-Ponte nelle Alpi. La qualità dei collegamenti è migliorata dalla presenza dei tracciati autostradali dell’A4 Torino-Trieste e dell’A23 Udine-Carnia-Tarvisio.

Storia. La colonizzazione romana segnò l’ingresso di queste terre nella storia e sostituì agli insediamenti preistorici e protostorici villaggi e colonie, distribuite lungo una fitta e articolata rete viaria, che favorì gli scambi commerciali e promosse un rapido sviluppo economico, interrotto dal crollo dell’Impero romano d’occidente e dalle invasioni barbariche, che cancellarono ogni traccia della presenza romana. Ad Aquileia, che fu a lungo al centro di aspri conflitti tra bizantini e longobardi e di dispute teologiche e giurisdizionali con la vicina Grado, ebbe sede un potente patriarcato, che nella seconda metà dell’undicesimo secolo ricevette l’investitura feudale dall’imperatore Enrico IV. Nel 1420 ebbe inizio la dominazione veneta, cui pose fine, nei primi anni del XVI secolo, l’Austria, che governò queste terre fino al 1866, data dell’annessione al regno d’Italia, con la breve parentesi napoleonica della fine del XVIII secolo e degli inizi del successivo. La fine della dominazione asburgica segnò la partecipazione alle successive vicende nazionali e internazionali.

Struttura socio-economica. La struttura economica provinciale, a seguito dell’espansione del settore industriale e di quello distributivo, è ben equilibrata, con: un’agricoltura che è in grado di produrre in buona quantità cereali, foraggi, uva da vino, ortaggi, frutta, tabacco e barbabietole da zucchero; un cospicuo patrimonio bovino e suino; un’industria attiva nei comparti meccanico, chimico, tessile, alimentare ed edile. Il commercio con l’estero, punto di forza dell’economia regionale e in particolare della provincia di Udine, ha fatto registrare notevoli incrementi nel comparto dei prodotti metalmeccanici (soprattutto delle macchine industriali e agricole), del legno e dei mobili in legno, dei prodotti chimici e dei minerali ferrosi e non ferrosi. In fase di espansione è infine il turismo, che ha nelle stazioni montane della Carnia, del Canale del ferro e della Val Canale nonché nella stazione balneare di Lignano Sabbiadoro i suoi maggiori centri di richiamo.

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