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Provincia di MACERATA
Capoluogo: Macerata
Scheda
- Superficie: 2.773,75 Kmq
- Abitanti: 322.498
- Densità: 116,27 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 043
- Numero comuni: 57
Provincia di Macerata - Statistiche
Territorio. Situata nella parte centrale della regione, è seconda per estensione tra le province marchigiane e presenta una morfologia a carattere prevalentemente montuoso. La sua economia, tradizionalmente agricola e pastorale, ha conosciuto un vivace processo d’industrializzazione a partire dalla seconda metà del XX secolo, in ritardo rispetto alle altre province marchigiane; cospicuo, inoltre, è l’apporto economico del turismo balneare che, oltre ad aver favorito il potenziamento dell’apparato commerciale e dei servizi, ha portato alla massiccia crescita demografica dei comuni costieri. Sul litorale, pertanto, risiede una parte significativa della popolazione provinciale, che presenta un indice di vecchiaia superiore alla media e si distribuisce in 57 comuni. Un’ampia porzione della circoscrizione maceratese è occupata da rilievi calcarei dai versanti scoscesi e da valli strette dalle pareti verticali, solcate da corsi d’acqua; questi ultimi abbondano anche nella fascia collinare della provincia, che si estende tra gli Appennini e la costa adriatica con una successione ininterrotta di piccoli poderi mezzadrili trattati a policoltura; il tratto di costa compreso nei confini provinciali occupa invece una superficie estremamente ridotta ed è formato da spiagge sabbiose o ghiaiose che degradano lentamente verso il mare.
Sullo sfondo azzurro dello stemma provinciale, concesso con Regio Decreto, campeggiano cinque monti; su quello centrale è posto un picchio nell’atto di spiccare il volo.
Comunicazioni. Lungo il litorale maceratese si snodano la linea ferroviaria Bologna-Bari e due arterie viarie di fondamentale importanza per i collegamenti tra il nord e il sud della penisola, la strada statale n. 16 Adriatica e l’autostrada Bologna-Taranto (A14), su cui s’innesta, all’estremità sud-orientale della provincia, il raccordo Tolentino-Civitanova Marche. Dal capoluogo di provincia, cruciale punto di snodo dei collegamenti dell’entroterra maceratese, si diramano numerose strade statali, alcune dirette verso il litorale (n. 485 Corridonia Maceratese e n. 571 Helvia Recina), altre verso i rilievi appenninici (n. 78 Picena) e altre ancora verso la provincia di Ancona (n. 362 Jesina) -di maggior rilievo sono le statali n. 77 della Val di Chienti e n. 361 Septempedana, che attraversano la dorsale appenninica spingendosi fino in territorio umbro-. I collegamenti ferroviari tra l’entroterra e la costa, su cui si trova un porto a carattere eminentemente turistico (Civitanova Marche), sono assicurati dalla linea Civitanova Marche-Fabriano.
Storia. La provincia fu abitata sin dagli inizi dell’età del ferro dai piceni, cui subentrarono i galli senoni. Nei primi anni del III secolo a. C. questi ultimi furono assoggettati dai romani, che si stabilirono intorno alla valle del fiume Misa e nel Teramano, stringendo i piceni in una morsa e sconfiggendoli definitivamente nel 268 a. C.: Camerino, seguita da Urbisaglia, fu la prima a diventare municipio (90 a. C. circa) nonché uno tra i maggiori centri politico-amministrativi istituiti dai romani. Dopo la
caduta dell’impero romano la provincia conobbe le invasioni barbariche e la sanguinosa guerra greco-gotica (535-553). Nell’XI secolo, sotto il regno degli Hohenstaufen, venne a costituire la marca camerte, che a sua volta faceva parte della più ampia marca di Ancona. Dopo un lungo periodo di conflitti intestini, che tra Duecento e Trecento sfociarono in lotta aperta tra comuni guelfi e comuni ghibellini, la Chiesa riuscì ad assoggettarla al proprio dominio: nella seconda metà del XIV secolo il cardinale Albornoz, inviato in Italia da papa Innocenzo VI per preparare il ritorno della sede papale a Roma dall’esilio avignonese, intraprese un lungo e difficile lavoro di riorganizzazione territoriale attraverso una decisa campagna politico-militare. Il crescente potere delle signorie, createsi nel frattempo in seguito alla sovrapposizione dell’autorità di alcune famiglie nobili alle istituzioni comunali -i Da Varano a Camerino, gli Ottoni a Matelica, i Mulucci a Macerata e gli Smeducci a San Severino- permase di fatto col riconoscimento del vicariato, mandato che abilitava i signori a governare una terra in rappresentanza del papa. Intorno alla metà del XV secolo l’attuale circoscrizione provinciale si trovò coinvolta nell’ambizioso disegno politico di Francesco Sforza, che mirava alla conquista militare di quasi tutti i centri della regione. Seguì un lungo periodo di relativa pace, interrotta dalle scorrerie dei pirati nelle zone costiere e dalle numerose carestie seicentesche (1621, 1622, 1644, 1665, 1679, 1686, 1697). Nel 1707 l’esercito austriaco attraversò il territorio con tredicimila fanti e cinquemila cavalli, costringendo la popolazione locale a provvedere al sostentamento delle truppe, dirette al regno di Napoli. Alla fine dello stesso secolo ebbe luogo l’occupazione delle milizie francesi, con la conseguente annessione al Regno Italico napoleonico. Dopo il congresso di Vienna la provincia tornò allo Stato della Chiesa, per poi entrare a far parte, nel 1860, del regno d’Italia.
Struttura socio-economica. Nonostante i profondi mutamenti intervenuti dal secondo dopoguerra ad oggi, il settore primario rappresenta ancora una fonte di reddito non disprezzabile nell’economia del territorio, soprattutto per quelle aziende che hanno saputo mettersi al passo con i tempi, meccanizzando i processi lavorativi, organizzandosi in cooperative e impiantando vere e proprie industrie per la raccolta, il confezionamento e il surgelamento dei prodotti della terra. Cospicui proventi derivano inoltre dalla pesca e dal suo indotto, vale a dire la commercializzazione del pesce fresco e la sua trasformazione e conservazione. È il settore secondario, però, la vera molla dell’economia provinciale: insieme al terziario, che ha il suo punto di forza nel turismo balneare, assorbe infatti la grande maggioranza della popolazione attiva; le industrie calzaturiere, della pelletteria, delle confezioni, dei mobili, della carta e dei prodotti tessili, raggruppate prevalentemente nei poli di Macerata, Civitanova Marche, Tolentino e Matelica, rappresentano il fiore all’occhiello dell’apparato produttivo provinciale. Per ciò che concerne l’artigianato di lunga tradizione, si segnala inoltre la lavorazione del ferro battuto, alla quale si affiancano quella dei vimini e del giunco. Il principale polo di gravitazione della circoscrizione provinciale è rappresentato da Macerata, cui ci si rivolge sia per le esigenze di tipo burocratico-amministrativo sia per i consumi; indispensabili punti di riferimento per il commercio e i servizi sono anche Camerino, Civitanova Marche, Recanati e Tolentino.
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