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Provincia di LIVORNO

Capoluogo: Livorno

Scheda

 
Stemma della provincia Livorno
   

Provincia di Livorno - Ambiti

DEFINIZIONE Gli otto comuni dell'Isola d'Elba costituiscono, ovviamente, una compagine territoriale ben individuata, nettamente separata, come Capraia Isola, dal resto della provincia. Sulla terraferma, invece, il territorio non offre ripartizioni nette, scandite da confini culturali. L'unica distinzione possibile fra i comuni continentali si basa quindi su considerazioni antropiche. All'indomani della bonifica della costa livornese e del suo conseguente sviluppo urbanistico, la posizione di Livorno alle estremità settentrionali del territorio provinciale, esteso longitudinalmente per quasi cento chilometri, ha impedito che il suo pur ampio raggio di influenza raggiungesse i comuni più meridionali. Per quelli della Val di Cornia, quindi, Piombino svolge una fondamentale funzione di organizzazione territoriale a livello sub-provinciale.  

Isola d'Elba: Campo nell'Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro, Portofraio, Rio Marina, Rio nell'Elba; Capraia Isola.  

Litorale livornese: Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Livorno, Rosignano Marittimo.  

Val di Cornia: Campiglia Marittima, Piombino, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto.  

ISOLA D'ELBA

Territorio. Osservata dall'alto, l'isola, la più estesa dell'arcipelago toscano, appare tripartita; due ampi golfi a nord e due a sud la dividono in: una sezione occidentale, dominata dal profilo aspro del monte Capanne; una centrale, di colline duttili all'erosione; una orientale, caratterizzata da una dorsale collinosa antica e ricca di mineralizzazioni ferrose. La parte pianeggiante, di modeste dimensioni, si trova all'interno, mentre i rilievi degradano sul litorale e spesso incombono a picco sul mare: le coste sono perciò rocciose, frastagliate, costellate3 di grotte e insenature. Sui rilievi più accentuati, coperti di vegetazione boschiva, si trova refrigerio dalla calura e dalla siccità, che imperversano nell'isola durante l'estate, dopo inverni resi miti dall'influsso del mare.

Comunicazioni. L'isola è separata dalla terraferma dal Canale di Piombino, largo appena 10 km.  I collegamenti con la penisola sono pertanto agevoli: con il traghetto si impiegano, per raggiungere il porto di Piombino, 45' da Rio Marina, 1 h da Portoferraio, 1 h e 15' da Porto azzurro e 2 h e 30' da Marina di Campo. Il sistema delle comunicazioni dell'isola suggerisce l'immagine di ramificazione che si innestano su di un tronco; quest'ultimo si diparte da Portoferraio, al centro dell'isola, per biforcarsi dopo breve tratto in due rami con direzioni opposte, che raggiungono tutti i punti dell'isola posti ad est e ad ovest del principale nucleo insediativo dell'Elba. L'assetto viario testimonia dunque il ruolo, che Portoferraio rivestì secoli or sono, di piazzaforte portuale da cui la civiltà urbana tornò ad irradiarsi nell'isola. Oggi, con moto inverso, da ogni parte dell'Elba la popolazione confluisce in questo centro, attratta dalle sue molteplici funzioni economiche e politiche.

Storia. Popolata nella remota antichità dai Liguri "Ilvates" da cui prese il nome, l'isola ebbe vita oscura e tranquilla -all'insegna dello sfruttamento delle risorse minerarie- in epoca romana. Nell'Xi sec. fu occupata dai Pisani, che la governarono direttamente fino al 1399; in quell'anno, alla nobile famiglia degli Appiano, che si era riservata la signoria di Piombino, fu riconosciuta la giurisdizione sui luoghi, destinata a protrarsi per un lungo tempo. Napoleone, che trovò l'isola divisa fra i Lorena e i Borboni di Napoli, vi creò un florido regno, lasciando tracce del suo passaggio nei luoghi in cui visse il doloroso tramonto delle sue fortune; alla fine del suo breve dominio sull'Elba, il Congresso di Vienna decretò l'annessione di questa al Granducato di Toscana.

Struttura socio-economica.  Fino ad un passato abbastanza recente l'isola era identificata con le sue cave di granito e con i suoi giacimenti minerari (ferro, rame, piombo, pirite, torba), da cui traevano alimento imponenti complessi industriali. La distruzione degli impianti di Portoferraio nel secondo dopoguerra fu all'origine di consistenti processi migratori; il settore estrattivo decadde dagli antichi fasti, la pesca prese ad essere ricusata dalle nuove generazioni, mentre le pratiche agricole, specializzate nella produzione di pregiate uve da vino (Elba bianco e rosso Doc), rimanevano imprigionate entro angusti confini per via della natura ostile del suolo. Di recente, però, lo sfruttamento turistico del pittoresco litorale lascia intravedere la possibilità di ricostruire un mutato assetto economico sulle ceneri di quello passato. Quasi tutti i comuni dell'isola si sono muniti di attrezzati ormeggi per natanti di piccolo tonnellaggio, di strutture ricettive ricche e differenziate, di impianti sportivi per ogni inclinazione. A Campo nell'Elba è stata realizzata anche un'aviosuperficie per piccoli velivoli e, alle falde del monte Capanne, una cabinovia che raggiunge la vetta, habitat montano ad un passo dal mare.  

LITORALE LIVORNESE

Territorio.  Il capoluogo di provincia occupa il lembo sud-occidentale del Valdarno Inferiore, che è elemento di trapasso dalla Versilia alle estreme propaggini settentrionali della Maremma. A sud e ad oriente del gruppo di modesti rilievi collinari situati immediatamente a valle di Livorno si apre una distesa pianeggiante lunga e stretta che si spinge, inglobando la foce del fiume Cecina, fino agli avamposti occidentali delle colline Metallifere. Quest'area costiera o immediatamente contigua al litorale, favorita da miti condizioni climatiche, oggi pittoresca nelle sue spiagge basse e sabbiose orlate di pini marittimi, fu un tempo acquitrinosa e malsana. Una secolare opera di bonifica vi ha introdotto condizioni di vivibilità permettendo alla civiltà urbana di insediarvisi muovendo dalla piazzaforte portuale di Livorno. Quest'ultima, con le sue strutture produttive e i suoi molteplici servizi, costituisce attualmente uno dei vertici del triangolo industrializzato della Toscana.

Comunicazioni.  Il capoluogo di provincia è un cruciale nodo viario: è qui infatti che la statale n. 1 Aurelia, la linea ferroviaria Pisa-Roma e l'autostrada Genova-Rosignano incrociano la superstrada Firenze-Pisa-Livorno e il segmento viario n. 67 bis "Arnaccio", che si ricongiunge alla statale n. 67 Tosco-Romagnola. Su questa abbondanza e varietà di infrastrutture di trasporto, che comprendono oltretutto il porto commerciale e industriale di Livorno e quello turistico di Cecina, si innesta il flusso di traffico che collega l'Italia nord-occidentale con il sud della penisola.

Storia. Ad una fase di splendore circoscritta all'epoca etrusca e romana fece seguito un periodo di abbandono; durante il Medioevo Pisa e poi Firenze (XV sec.) esercitarono il proprio dominio su pochi centri scarsamente popolati. I germi della civiltà urbana si conservavano a Livorno, a cui la politica medicea e lorense di privilegi ed esenzioni, tesi a promuovere le attività portuali, assicurò traffici marittimi su ampissima scala. L'apertura e la precoce modernità di questo centro furono componenti essenziali in fase di recupero e valorizzazione del litorale.

Struttura socio-economica. Nell'area pianeggiante a sud di Livorno e sulle modeste alture si pratica intensivamente la coltura di cereali, ortaggi, olivi e viti (producendo vini pregiati, quali: il Montescudaio Doc a Bibbona, il Bolgheri Doc a Castagneto Carducci). Le attività industriali erano in passato concentrate nel capoluogo di provincia e a Rosignano Marittimo, sede del maggior impianto d'Europa per la produzione della soda; in seguito al ridimensionamento degli impianti petrolchimici e del complesso di imprese manifatturiere di Livorno si è assistito alla concomitante crescita del tessuto industriale di Collesalvetti. La crescita del terziario turistico riguarda invece la fascia costiera nella sua totalità, facendo registrare un massiccio incremento delle strutture ricettive, che non riesce comunque a mascherare la profonda inadeguatezza delle infrastrutture sociali di diversi comuni. Parte del flusso turistico si rivolge anche verso l'entroterra, attratto dalle numerose aziende agrituristiche, dalla riserva naturale di Bibbona e dal rifugio faunistico di Bolgheri.  

VAL DI CORNA

Territorio. Il nome designa comunemente la piana che il fiume Cornia ha contribuito a formare con le sue alluvioni, saldando in questo modo alla terraferma gli ultimi rilievi del promontorio di Piombino. Gli acquitrini che un tempo infestavano la zona sono stati rimossi con radicali interventi di bonifica a partire dal XVIII sec. e ora sopravvivono quasi come monito, sotto forma di pozzanghere, nella zona di San Vincenzo -di ben altra natura e utilità la distesa di acque solfato-alcalino-radioattive che formano il lago termale di Venturina (Campiglia Marittima)-. Le coste si presentano per lo più basse e sabbiose, orlate da pinete; parzialmente rocciose in corrispondenza del promontorio di Piombino. La valle è priva di marcati confini naturali; solo a nord le propaggini occidentali delle Colline Metallifere, il cui vertice altimetrico è rappresentato dal monte Calvi (640 metri), creano una modesta frattura nel "Continuum" della pianura costiera livornese. La coesione dell'area si fonda però sulla capacità di organizzazione del territorio a livello sub-provinciale, che Piombino possiede, e sul largo raggio di influenza delle sue strutture produttive.

Comunicazioni. Questa porzione meridionale del territorio provinciale, sprovvista di rete autostradale -circa 40 chilometri separano il centro più settentrionale della Val di Cornia (San Vincenzo) dall'autostrada Rosignano-Genova- è però solcata longitudinalmente da importanti direttrici di traffico: la statale Aurelia con la sua variante superstrada e la linea ferroviaria Pisa-Roma. Questa si riallaccia a Piombino mediante il breve tronco ferroviario che nasce a Campiglia Marittima. Piombino appare in vero un po' decentrata rispetto alle grandi arterie del traffico ma i suoi orizzonti comunicativi risultano dilatati dalle strutture portuali che ospita. Questa porzione meridionale del territorio provinciale, sprovvista di rete autostradale -circa 40 chilometri separano il centro più settentrionale della Val di Cornia (San Vincenzo) dall'autostrada Rosignano-Genova- è però solcata longitudinalmente da importanti direttrici di traffico: la statale Aurelia con la sua variante superstrada e la linea ferroviaria Pisa-Roma. Questa si riallaccia a Piombino mediante il breve tronco ferroviario che nasce a Campiglia Marittima. Piombino appare in vero un po' decentrata rispetto alle grandi arterie del traffico ma i suoi orizzonti comunicativi risultano dilatati dalle strutture portuali che ospita.

Storia. La zona offre copiose testimonianze dell'intensità del popolamento della Maremma in epoca etrusca; in particolare è ancora possibile ammirare, nelle immediate vicinanze di Piombino, i resti della gloriosa città etrusca di Populonia. Nel corso del Medioevo una parte dei comuni della valle (Campiglia Marittima, San Vincenzo, Sassetta), dopo aver conosciuto il dominio di famiglie locali e, fra XII e XIV sec., quello di Pisa, passò sotto il giogo di Firenze. Piombino e i suoi dintorni, invece, divennero signoria sotto gli Appiani e dal 1594 un principato. Con Napoleone quest'ultimo fu incorporato nell'impero francese e dopo il Congresso di Vienna ne fu decretata l'annessione al Granducato di Toscana.

Struttura socio-economica. Il benessere dell'area non fa perno ormai da tempo sulle attività agricole, che lì dove si praticano intensivamente sono finalizzate in modo quasi esclusivo alla produzione olearia ed enologica (vino Val di Cornia Doc); l'industria siderurgica e quella meccanica, ascese prepotentemente alla ribalta negli anni 50' e 60', sono vittima della recessione, che non ha risparmiato neppure il settore estrattivo (ferro, rame, piombo, pirite, torba a Campiglia Marittima, calcare a San Vincenzo). Tutte le energie si sono venute quindi concentrando sulla valorizzazione delle risorse paesaggistiche dell'area. Il turismo balneare ha effettivamente determinato negli ultimi decenni un brulicante traffico di villeggianti nel porto di Piombino e un proliferare di strutture ricettive lungo il litorale. Poco lontano da tanta animazione si ripropongono al visitatore la quiete ed il fascino della campagna toscana: sono oasi privilegiate il lago termale di acque solfato-alcalino-radioattive di Campiglia Marittima, la riserva naturale del  monte Calvi e quella di Rimignano.

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