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INDUSTRIA TESSILE

Approfondimento

Approfondimento: INDUSTRIA TESSILE

Localizzata soprattutto nel biellese, dove l'insediamento del tessile identifica un distretto, vanta antiche origini e interessa soprattutto la lavorazione della lana, anche se in provincia di Biella non mancano cotonifici e canapifici: la zona è, comunque, considerata tra i maggiori e più qualificati luoghi di produzione dell'industria laniera mondiale. L'area centrale della provincia ne costituisce il cuore produttivo e l'industria tessile rappresenta il comparto di forte specializzazione della provincia, come risulta dal numero di imprese operanti nel settore, dal contributo alla costituzione del reddito prodotto e dall'assorbimento occupazionale. Grazie alla maggiore densità di attività imprenditoriali presenti, Ronco Biellese rappresenta il baricentro economico della provincia; il suo viene classificato come uno dei distretti industriali maturi, in cui più elevato risulta il benessere economico, che presenta un tessuto imprenditoriale costituito da una base di piccole imprese, cui si affianca un buon numero di unità manifatturiere di medie dimensioni, che pure svolgono un ruolo di rilievo. La qualità dei tessuti per l'abbigliamento in lana prodotta dall'industria biellese le conferisce il primato mondiale. Le origini del fenomeno sono da ricercare nell'antica tradizione della lavorazione in zona. Gli abitanti del luogo sin dai tempi più remoti seppero fare della difficoltà rappresentata dalla lontananza dalle grandi vie di comunicazione un motivo per cercare altrimenti la possibilità di affermazione della propria economia: mancavano miniere, il territorio non offriva introiti considerevoli, costituito da baragge (le brughiere boscose tipiche della zona) e da monti, che in gran parte ricoprono l'area. Ci si dedicò, dunque, al pascolo di ovini e caprini e alla lavorazione della lana; sin dal 1348, come si apprende dalle "Leges Diaporiorum Bugellae et Vernati", l'artigianato familiare, cui diede origine la lavorazione dei tessuti in lana, era regolato da ordinamenti precisi e prosperava. Agli inizi del XVII secolo risale l'impianto, ad opera di Cosimo Sella, dei primi stabilimenti di tintoria e finissaggio delle lane, filate e tessute dalle diverse famiglie del luogo. I primi insediamenti industriali furono realizzati sulle rive del torrente Cervo, al fine di sfruttare la forza motrice dell'acqua fluviale per i processi di lavorazione dei materiali: la purezza delle acque consentiva di sfruttarle anche per la tintoria, infatti. Anche gli altri torrenti videro nel tempo lo stanziamento di fabbriche tessili, fino a raggiungere, nel 1776 un numero di telai che rappresentava circa il 50 per cento di quello dell'intera penisola, cui lavoravano circa seimila addetti. Se l'occupazione francese risultò a dir poco disastrosa, nel 1816 fu apportata un'innovazione che riuscì a far riprendere l'economia del luogo: le prime otto macchine per la lavorazione della lana furono importate dal Belgio da Pietro Sella, che a distanza di breve tempo si sarebbe recato in Ungheria per rifornirsi di materia prima. Ciò avrebbe determinato un effetto imitativo, che avrebbe portato il numero di telai quasi a triplicarsi. Già agli inizi del XX secolo la regione Piemonte deteneva circa la metà dell'industria laniera insediata in Italia, i tre quarti della quale si trovava nel biellese. Ormai anche nelle zone lontane dai corsi d'acqua si poteva sperare di realizzare uno stabilimento per la lavorazione della lana, grazie all'introduzione dell'energia elettrica come forza motrice. Agli inizi degli anni Sessanta del XX secolo, nella provincia di Biella e nella bassa Valsesia era circa il trenta per cento del totale delle aziende tessili d'Italia, che davano lavoro a circa 45.000 addetti (quasi il 40 per cento del totale nazionale): la prevalenza, poi, dei fusi di pettinato su quelli di cardato era indice dell'attenzione verso prodotti di alta qualità e perfetti tecnicamente. Attualmente la lana è quasi tutta di importazione da paesi quali l'Australia e l'America latina: dalla materia prima i biellesi ricavano quei prodotti finiti che esportano in tutto il mondo. Ormai le produzioni locali riguardano non soltanto la fabbricazione di maglierie ma anche quella di articoli in cotone, fibre acriliche, poliestere e nylon. Lo sviluppo dell'industria tessile ha comportato la crescita delle attività di preparazione, filatura e tessitura delle fibre e dei materiali tessili: nel settore meccano-tessile, infatti, rilevante è l'impiego di sistemi di automazione e di controllo dei processi produttivi, soprattutto nelle produzioni di tessuti per l'abbigliamento e di filati pettinati o cardati per la maglieria; ivi il fatturato deriva per oltre il 50% dai proventi delle esportazioni. La produzione destinata ai mercati esteri trova sbocco soprattutto nei Paesi europei, in particolar modo la Germania, che incide per circa il 25% sul totale delle esportazioni provinciali; seguono i Paesi dell'oriente asiatico, Giappone e Hong Kong, che insieme assorbono oltre l'11% del prodotto esportato. Grande importanza rivestono i settori della ricerca e della formazione al servizio delle imprese localizzate nell'area. Nei primi anni Sessanta del XX secolo a Biella è nata la Città degli Studi, che si prefigge lo scopo di riunire in un'unica area attrezzata di 150.000 metri quadrati strutture già operanti nella formazione e nella ricerca applicata, al fine di creare sinergie e aumentare gli effetti positivi di riflesso sul tessuto imprenditoriale: la prima struttura realizzata è stata la nuova sede dell'Itis Q. Sella, che ha attivato corsi specialistici per l'industria tessile. L'Istituto per la tradizione e la tecnologia tessile (Texilia), invece, si occupa di formazione a più ampio raggio: organizza corsi di base per operatori tessili, corsi di specializzazione successivi al diploma o alla laurea, seminari per disoccupati e aggiornamenti per il personale già occupato. Si tende, così, ad innalzare il livello delle competenze disponibili nell'area. L'Istituto costituisce anche un punto di riferimento fondamentale per l'acquisizione, la diffusione e l'utilizzo di informazioni su tecnologie, prodotti, tecniche e processi per accrescere il potere di competitività delle imprese. Nella città degli studi è anche il Segretariato Internazionale della Lana (I.W.S.).

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