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Regione LIGURIA
Capoluogo: Gènova
Scheda
- Superficie: 5.420,24 Kmq
- Abitanti: 1.615.064
- Densità: 297,97 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 07
- Numero province: 4
- Numero comuni: 235
Regione Liguria - Statistiche
Compresa fra il confine francese (che la lambisce con la Provenza) e la Toscana, affacciata sul mar Tirreno, la regione fra le più piccole d’Italia (terza dopo Valle d’Aosta e Molise) costituisce lo sbocco naturale a mare dell’alta e media valle del fiume Po, da cui la separano gli ultimi contrafforti delle Alpi e il primo tronco degli Appennini. Disposta ad arco ai piedi di questi monti, si estende da ovest a est e rappresenta passaggio d’obbligo per il collegamento fra l’Italia e la Francia del sud. Se si escludono due zone di montagna litoranea, poste l’una al centro, presso il capoluogo regionale, e l’altra all’estremo oriente, il resto è costituito, a grandi linee, da tre fasce: di collina litoranea, di collina interna e di montagna interna. La riviera italiana si specchia nell’azzurro mare Mediterraneo, che le conferisce un clima mite in ogni stagione dell’anno e che favorisce le coltivazioni di fiori, frutta, uva e olivi, ma è anche contornata dai monti, che scendono a picco sul mare. La vegetazione lussureggiante fa da sfondo alle zone balneari fra le più note e popolari del paese, che richiamano un turismo nazionale e internazionale. Patria di Cristoforo Colombo, ha testimonianze della sua storia marinara, delle sue gloriose conquiste, dei fortunati traffici commerciali, nei cantieri navali e in altre attività portuali. Le Alpi e gli Appennini hanno costituito il mezzo per preservarne l’identità culturale da troppo marcate influenze da parte del resto dell’Italia. Anche nella cucina sono state conservate le peculiarità di una tradizione, che vede nel basilico e nell’olio d’oliva gli ingredienti principali del famoso pesto.
Collegamenti. Il sistema delle comunicazioni conta su sei autostrade (A10, Genova-Ventimiglia; A12, Genova-Livorno; A6, Savona-Torino; A26, Voltri-Gravellona Toce, A7, Milano-Genova e A15, Parma-La Spezia) e su una fitta rete di strade statali, che assicura una viabilità più che soddisfacente. Le linee ferroviarie attraversano il territorio con numerosi scali e collegamenti rapidi che, oltre a garantire le comunicazioni interne, raggiungono anche le altre regioni e la Francia. Il sistema portuale mercantile conta, oltre all’importantissimo scalo di Genova, quelli di La Spezia e Savona, cui si aggiunge un articolato sistema di porti turistici. Il quadro è completato dall’aeroporto di Genova, l’unico di rilievo.
Territorio. Estesa a formare un teatro appena accennato, con i monti disposti ad arco, circonda la costa arcuata del mar Ligure (il golfo di Genova), posto a sud. I due grandi sistemi di monti che la ricoprono costituiscono, nell’entroterra, la Riviera di Ponente e quella di Levante e si congiungono alle spalle di Genova, in coincidenza del punto più interno del golfo. Il punto di confine fra Alpi e Appennini, invece, si trova nell’immediato entroterra di Savona, nei pressi del passo di Cadibona. I rilievi di natura alpina hanno subito vicende geologiche diverse, rispetto agli altri: fra questi i monti di occidente, che risultano più alti. Da occidente, nei pressi del passo di Tenda (di divisione fra le Alpi marittime e quelle liguri) si presentano imponenti massicci, ove il paesaggio ha decisamente caratteristiche montane, con cime aguzze e dall’altitudine notevole (il monte Saccarello è il rilievo più elevato della regione, con i suoi 2.200 metri). Da questi monti si dipartono le vallate, che scendono a raggiera e che, solcate da modesti corsi d’acqua, sfociano sulla costa, fra Ventimiglia e Albenga. Proseguendo verso est i rilievi divengono meno elevati, i paesaggi più dolci, pur emergendo rocce di età geologica più remota (nella zona compresa tra le valli del Neva, presso Albenga, e del Sansobbia, presso Albissola Marina). Le valli si estendono fino al mare, con percorso perpendicolare alla dorsale principale; nella zona del finalese si registra la presenza di rocce calcaree di vario aspetto e fenomeni carsici caratteristici. Una distinzione prettamente geografica (che si discosta da quella geologica) trova nel gruppo montuoso del monte Beigua (di 1.287 metri), che si innalza nell’entroterra compreso fra Genova e Savona, il punto di divisione fra Appennini e Alpi. Sicuramente appenniniche sono le montagne più orientali, che si allungano fino al passo della Cisa, punto di limite fra l’Appennino ligure e quello tosco-emiliano. I terreni hanno conformazione diversa, di natura argilloso-cretacea ed età più recente; sono disposti in sottili strati (le scisti) e inframmezzate da masse compatte di rocce affioranti, che resistono bene all’erosione. Ne consegue un paesaggio dai profili morbidi, interrotto di tanto in tanto da spuntoni rocciosi. I rilievi più elevati superano i 1.500 metri (come il monte Maggiorasca, con i suoi 1.803 metri) e costituiscono un allineamento rispetto al quale lo spartiacque è spostato più a meridione. Le maggiori valli del versante tirrenico si dirigono parallelamente alla costa e alla catena principale (come le valli Fontanabuona e di Vara); esse sono separate dal mare da una seconda serie di monti minori, a volte discontinua e con altitudini non sempre inferiori ai 1.000 metri, con la conseguente presenza di ripidi pendii che si riversano nel mare. Oltre il passo delle Cento Croci, la separazione della regione dalle altre confinanti è costituita da un contrafforte della catena appenninica principale. Nella zona orientale, soprattutto nello spezzino, si rileva la presenza di terreni calcarei, che appartengono al periodo geologico (l’era secondaria) nel corso del quale emerse (in Liguria come in Toscana) lo “zoccolo”, di età precedente rispetto alla catena appenninica. Le province di Savona e Genova comprendono, al di là dello spartiacque, verso nord, la zona superiore dei bacini dei fiumi Bormida, Scrivia e Trebbia, cui afferiscono diversi affluenti. Davvero rare sono le zone di pianura di ampiezza sensibile: è il caso delle piane di Albenga e di Chiavari (presso il fiume Entella) e di quella del fiume Magra. La facilità di erosione del terreno è all’origine di numerose frane. La presenza di terreni calcarei coincide spesso con il verificarsi di fenomeni carsici: frequenti risultano le caverne e le grotte, che molto spesso hanno ospitato insediamenti preistorici. Se si considera che il versante tirrenico è il maggiore della Liguria, si può affermare che l’idrografia della regione è per gran parte costituita da corsi d’acqua dal percorso breve, in sensibile pendenza e con bacini di ampiezza modesta. Sul versante meridionale, infatti, le montagne hanno una posizione troppo prossima al mare, perché potessero formarsi veri e propri fiumi: fra i torrenti, di modesta dimensione, sono il Polcevera, il Bisagno, l’Entella che, nei periodi di maltempo, sono spesso all’origine di gravi danni, per le improvvise piene, anche a causa degli interventi sbagliati da parte dell’uomo. Ricchi di acque, invece, sono i fiumi del versante settentrionale: il Tanaro, la Bormida, lo Scrivia, la Trebbia, che divengono affluenti o subaffluenti del fiume Po. Variegata risulta la vegetazione, conseguente alla diversità di climi e di orografia: la maggiore o minore esposizione al mare condiziona la crescita delle diverse specie vegetali. A dispetto della conformazione morfologica del territorio, l’uomo ha qui saputo giovarsi delle favorevoli condizioni climatiche, che hanno stimolato a utilizzare anche zone impervie, con il risultato di un’agricoltura notevole, soprattutto grazie alle “fasce”, in cui sono stati trasformati i terreni. Se non trascurabile risulta la presenza di boschi e pascoli, sicuramente più importante si rivela la coltivazione di fiori, che non solo nella provincia di Imperia ma anche in altre zone costiere trova i suoi luoghi d’elezione. La fascia collinare, poi, ammantata di viti e olivi, è in taluni casi colorata d’intorno dall’azzurro intenso dei boschi di lavanda (come nel caso dell’imperiese) e se nell’orto botanico di villa Hanbury (appena fuori da Ventimiglia) sono ospitate oltre 3.000 specie di piante, che testimoniano la gradevole mitezza del clima, nella Riviera di Levante la ricca vegetazione è data anche da palme e agavi, frutto, anche qui, di un clima mite e favorevole alle piante, oltre che all’uomo.
Clima. La regione gode di un clima particolarmente favorevole: la temperatura dei mesi più freddi delle Riviere di Ponente e di Levante è comparabile a quella di alcune zone del sud Italia. Eccezionali sono le nevicate e, in genere, le giornate con temperatura inferiore allo zero; modesta è l’escursione termica e la piovosità si concentra in un numero limitato di giornate; quasi non esistono le nebbie. Di contro, le zone situate all’estremità settentrionale dell’arco costiero e in corrispondenza dei valichi verso la valle Padana hanno inverni meno miti. A causa della diversa esposizione alle perturbazioni provenienti dall’Atlantico, la piovosità è distribuita diversamente sulle due riviere e va da un minimo di circa 600 mm annui sulla Riviera di Ponente ad un massimo di circa 1.500 mm annui su quella di Levante. In tutta la regione le precipitazioni si concentrano in piogge di breve durata ma di forte intensità, con massimi in autunno e, seppur di minor entità, in primavera, e minimi nelle altre stagioni. Un discorso a parte si deve fare per le aree del versante padano, che godono di un clima quasi continentale: le temperature invernali sono ben inferiori a quelle del litorale, con escursioni termiche assai più accentuate. I venti dominanti nella regione, a parte quelli generati dalle configurazioni bariche a grande scala, sono rappresentati dalle brezze di mare sul litorale, generate dal differente riscaldamento diurno e notturno tra il suolo e il mare.
Attività produttive. L’economia della regione poggia sulle attività finanziarie e commerciali legate alla presenza dei porti ma anche all’opera delle industrie, al turismo e, in misura minore, alle colture agricole specializzate. Anche se la ricchezza complessiva è data dal terziario, soprattutto per la scarsità di suoli coltivabili, si è riusciti a sviluppare un’agricoltura molto redditizia, basata principalmente sulla produzione di fiori e piante ornamentali (con coltivazioni realizzate in serre e diffuse particolarmente nella zona di San Remo (IM) e Imperia) e di primizie ortofrutticole (la cui coltivazione si concentra soprattutto nella piana albenganese). Alla produzione di uve da tavola e da vino (con la realizzazione di vini come il celebre Sciacchetrà delle Cinque Terre, il Vermentino e il Rossese di Dolceacqua, il Pigato di Albenga) si aggiunge quella degli ulivi, una delle colture specializzate della regione. Non rilevante è invece il ruolo che assume la pesca (benché la regione sia completamente affacciata sul mare), per la scarsa pescosità del mare. Particolare interesse riveste l’apparato industriale, specie quello delle cosiddette industrie di base, che producono beni e merci destinati a lavorazioni ulteriori. Importanti sono gli impianti siderurgici, localizzati nell’area metropolitana genovese fino a Savona, le raffinerie di petrolio e le industrie chimiche (di fertilizzanti e coloranti) ma fondamentale è anche l’industria cantieristica, che oltre a produrre grandi navi, si è specializzata anche nella realizzazione di imbarcazioni da diporto, le piccole imbarcazioni. Di gran lunga più importante è il terziario dei servizi, la cui espansione si collega alle attività di trasporto (come a quelle commerciali e finanziarie a queste connesse) ma anche allo sviluppo del turismo; la posizione ha consentito al territorio di rappresentare per anni lo sbocco al mare fra i più comodi per i turisti piemontesi e lombardi.
Analisi statistica. Area sociale. Le statistiche culturali e sociali varie vedono la Liguria collocarsi, nel complesso, al di sopra dei valori medi nazionali. Detiene il primato per quanto riguarda la diffusione di periodici per abitante con 101 copie contro le 66 della media nazionale; è la seconda regione per grado di istruzione e per spesa pro-capite per spettacoli, manifestazioni sportive e trattenimenti vari. Le statistiche sanitarie la indicano al terzo posto nella graduatoria degli istituti pubblici con una media di posti-letto pari a 6,9 per 1.000 abitanti. Area economica. L’apporto più consistente all’economia regionale è dato dal terziario con una percentuale superiore alla media nazionale mentre le percentuali relative al valore aggiunto del settore agricolo e del settore industriale sono entrambe inferiori ai valori medi italiani. Buone sono le posizioni occupate dalla regione per quanto riguarda i conti economici pro-capite: è la quarta regione per i consumi e la settima per Prodotto Interno Lordo, con valori sensibilmente superiori a quelli nazionali. Vicine ai valori medi nazionali sono, invece, le percentuali degli occupati. Area demografica. La classe demografica con il maggior numero di comuni (58) è quella che va dai 500 ai 1.000 abitanti e oltre il 70% dei comuni non supera i 3.000 abitanti. La città più popolosa è il capoluogo regionale con oltre 670.000 abitanti. Nella graduatoria della vita media occupa il tredicesimo posto per gli uomini con un valore uguale alla media nazionale e l’ottavo posto per le donne con 80,3 anni rispetto alla media italiana di 80,0. Con un indice di vecchiaia pari a 223,7 è la regione “più vecchia” d’Italia. Area ambientale. Il territorio secondo la zona altimetrica presenta una composizione prevalentemente montuosa (65,1%) di gran lunga superiore alla media nazionale; il 34,9% di superficie collinare completa l’estensione territoriale della regione. La qualità delle acque marine balneabili si pone al di sopra della media nazionale.
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