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Provincia di PARMA
Capoluogo: Parma
Scheda
- Superficie: 3.449,32 Kmq
- Abitanti: 433.154
- Densità: 125,58 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 034
- Numero comuni: 47
Provincia di Parma - Ambiti
DEFINIZIONE È possibile ripartire la circoscrizione di Parma in tre ambiti, individuati in base a caratteri territoriali e urbanistici e sulla base dell'analisi della capacità di attrazione e del raggio d'influenza dei suoi centri principali nonché dall'attuale distribuzione dei servizi primari: la pianura parmense, che riunisce un insieme geografico multiforme; la pianura fidentina, che comprende la parte nord-occidentale del territorio; l'Appennino parmense, caratterizzato dall'alternarsi di valli e crinali secondari.
Pianura Parmense: Collecchio, Colorno, Felino, Mezzani, Montechiarugolo, Parma, Sala Baganza, Sissa, Sorbolo, Torrile, Traversetolo, Trecasali.
Pianura Fidentina: Busseto, Fidenza, Fontanellato, Fontevivo, Medesano, Noceto, Polesine Parmense, Roccabianca, Salsomaggiore Terme, San Secondo Parmense, Soragna, Zibello.
Appennino Parmense: Albareto, Bardi, Bedonia, Berceto, Bore, Borgo Val di Taro, Calestano, Compiano, Corniglio, Fornovo di Taro, Langhirano, Lesignano de' Bagni, Monchio delle Corti, Neviano degli Arduini, Palanzano, Pellegrino Parmense, Solignano, Terenzo, Tizzano Val Parma, Tornolo, Valmozzola, Varano de' Melegari, Varsi.
PIANURA PARMENSE
Territorio. Circa un quarto del territorio provinciale è costituito dalla fascia pianeggiante in cui si trova il capoluogo. La pianura parmense si estende, partendo da sud, dalle prime colline fino alle rive del Po, a est confina con il fiume Enza e a ovest con il Taro. La sua origine risale all'era quaternaria ed è dovuta all'apporto di detriti
alluvionali in prevalenza limoso-argillosi. Fino alla conquista romana tutta la zona si presentava paludosa e ricoperta per la maggior parte di foreste. Al suo interno si distinguono due zone, la bassa e l'alta pianura, delimitate dalla linea dei fontanili (risorgive a carattere artesiano) che corrisponde al tracciato della via Emilia. L'opera di bonifica e sistemazione territoriale in centurie effettuata dai romani è ancora oggi visibile soprattutto tra il fiume Taro e il capoluogo provinciale; ma in epoca altomedioevale le grandi alluvioni e gli sconvolgimenti sociali determinarono un ritorno allo stato incolto della pianura, che si trasformò nuovamente in zona selvaggia e dominata dalla presenza di acqua. Solo nel IX secolo, grazie all'opera dei benedettini, il territorio acquisterà l'assetto che permane ancora oggi. Le vicende storiche determinano anche la struttura territoriale, caratterizzandola con una forte presenza di importanti nuclei abitativi, che hanno svolto la funzione di polo di attrazione di artisti e letterati. Altro elemento fondamentale è la via Emilia, arteria primaria per i commerci e gli scambi: lungo il suo tracciato sono sorte diverse realtà commerciali e la sua linea ha determinato anche la suddivisione delle aree coltivabili. La pianura parmense è caratterizzata dalla presenza di numerosi corsi d'acqua, canali e fiumi (oltre ad essere dominata a nord dal Po); i principali, tutti a carattere torrentizio, sono il Taro, il Parma e l'Enza, al confine con la provincia di Reggio nell'Emilia. La parte meridionale della pianura è la cosiddetta collina parmense, una fascia non molto ampia dove appaiono i primi crinali dell'Appennino. Tra la collina e la pianura si ergono vaste superfici terrazzate con affioramenti di argille grigio-azzurre. In quest'area si verificano fenomeni di moderato vulcanesimo, costituito da piccole bocche eruttive, dalle quali sgorgano acqua e gas, e da una riserva di acque ricche di componenti minerali, i cui affioramenti e depositi salini sono conosciuti e sfruttati sin dall'epoca romana: oggi hanno permesso la nascita di fiorenti centri termali, come Monticelli Terme (Montechiarugolo). I centri abitati, molti dei quali presentano una forte espansione edilizia, risultano densamente popolati, collegati da una fitta rete stradale e da piccoli tronchi ferroviari; conservano, per lo più, tracce delle loro antiche origini. Il panorama appare dominato dalla forte presenza dell'agricoltura: estesi campi a cereali e foraggi intervallati da filari di gelsi o di viti. Moltissime sono le case coloniche sparse sul territorio.
Comunicazioni. Ai tracciati autostradali dell'A1 Milano-Napoli e dell'A15 Parma-La Spezia è affiancata una rete di strade statali estremamente articolata (la n. 9 via Emilia, la n. 62 della Cisa e la n. 343 Asolana sono le più importanti). I collegamenti sono migliorati dalla possibilità di usufruire delle linee ferroviarie Bologna-Milano, Bologna-Roma, Fidenza-Fornovo, Parma-Suzzara, Parma-Vezzano Ligure, Reggio nell'Emilia-Ciano d'Enza e San Zeno-Parma.
Storia. I primi insediamenti risalgono ad epoca molto antica, com'è testimoniato dal rinvenimento di resti databili all'età eneolitica. Importanti furono la conquista romana e la sua colonizzazione, cui seguì la bonifica delle zone paludose e la centuriazione. Sotto i romani tutta la zona visse un periodo di floridezza economica e di grande sviluppo, che fu bloccato dalle invasioni barbariche. Molta parte del territorio provinciale divenne, in seguito, possedimento dei vescovi di Parma. Inizia dall'alto medioevo un periodo di lotte sia all'interno dei singoli comuni (tra le due fazioni dei guelfi e dei ghibellini), sia, a livello più ampio, tra la Chiesa e Parma erettasi a comune. Diverse le famiglie che vi esercitarono il potere; tra le più importanti: i Sanvitale, i Farnese, i Dalla Rosa-Prati, i Ruggeri, i Pallavicino e i Da Correggio. In posizione strategica, fu al centro di continui scontri anche nei secoli successivi. Dal 1545 diventerà parte del ducato di Parma e Piacenza, uno stato creato dal Papato quale difesa dall'invasione spagnola. Parte del ducato dei Farnese, verso la fine del Settecento subì l'occupazione austriaca, quindi la dominazione napoleonica. Il Congresso di Vienna del 1815 assegnò il territorio a Maria Luigia d'Austria (che viene ricordata per il suo governo illuminato), passando nel 1860 al Regno d'Italia. Gravi furono i danni dei bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale e molto attiva la partecipazione alla lotta partigiana. La storia dell'intera zona è dominata da quella del capoluogo, centro importante in diverse fasi: nel IV secolo sede vescovile, perno del ducato insieme a Piacenza e fiorente città con Maria Luisa, moglie di Napoleone.
Struttura socio-economica. L'attività agricola continua ancora oggi a rappresentare la maggiore fonte di reddito. Il settore primario si avvale, generalmente, di un'attività intensiva e tecnicamente evoluta, con produzione di cereali, foraggi, barbabietole, cipolle, pomodori, patate, uva (soprattutto per la produzione di importanti vini: lambrusco, fortana, folgarina, berzemino, malvasia). Rilevanti per l'economia sono anche le coltivazioni di tabacco. Nell'allevamento quello di bovini e suini è molto praticato e a esso sono collegate due tra le principali industrie locali con rilevanza nazionale e conosciute anche all'estero: quella dei salumi e quella lattiero-casearia, in particolare per la produzione del formaggio parmigiano; si allevano, in minor misura, avicoli, ovini, caprini ed equini. L'industria si sviluppa, inoltre, nei comparti edile, tessile, calzaturiero, dell'abbigliamento, della lavorazione del legno (mobili), metallurgico, meccanico, della fabbricazione di apparecchi medicali e ottici di precisione, farmaceutico, cartario, editoriale, della lavorazione del vetro e dei suoi prodotti, dell'estrazione del petrolio greggio e del gas naturale. Il terziario è molto sviluppato sia nel commercio che nei servizi. Buone anche le strutture ricettive: il turismo è in forte crescita sia per la buona offerta di attrattive culturali che per l'ambiente naturale. I centri termali costituiscono un richiamo non secondario.
PIANURA FIDENTINA
Territorio. Questa zona offre quadri paesaggistici e insediamenti che si confondono
con la vicina area piacentina. A ovest confina con la provincia di Piacenza, a nord è divisa dalla Lombardia dal corso del fiume Po, a sud è delimitata dalla zona collinare e a est dal fiume Taro. È costituita a sua volta da più aree omogenee al loro interno: quella in prossimità del Po, definita fascia fluviale (si tratta di una stretta striscia di terra, delimitata dagli argini che seguono il corso del fiume: isole fluviali, aree golenali adibite per lo più a pioppeti e aree di interesse naturalistico con flora e fauna tipiche degli ambienti umidi e palustri ne sono le caratteristiche); la cosiddetta pianura piacentina, all'estremo nord-est (una piccola estensione tra Busseto e Polesine Parmense, dove predominano le coltivazioni di terra con un minor numero di alberi e dove l'influenza lombarda si sente fortemente soprattutto nelle costruzione di campagna, tutte incentrate attorno a una corte); la collina piacentino-parmense, all'estremo sud, che occupa le propaggini dell'Appennino verso la pianura, separate da ampie piane alluvionali (qui si sviluppa in particolare il fenomeno del termalismo, che ha determinato il sorgere dei principali centri termali dell'intera regione: Salsomaggiore Terme e Sant'Andrea Bagni del comune di Medesano); il Parco fluviale regionale dello Stirane, che si estende nella zona occidentale e mostra una spettacolare sezione geologica dall'olocene al miocene superiore. L'intera pianura fidentina, come la parmense, si è formata in epoca quaternaria con il depositarsi di detriti alluvionali ed è stata, fino alla colonizzazione romana, dominata dalla presenza delle paludi. Molto ricca di corsi d'acqua, che per molti centri (Fontanellato, San Secondo Parmense e Soragna) hanno costituito un valido strumento di difesa, presenta un paesaggio dal profilo plano-altimetrico con variazioni sensibili nella parte meridionale, dominato da estesi campi (coltivati soprattutto a cereali e foraggi) e caratterizzato da grossi centri abitati compatti, che conservano tracce del loro passato, alternati alle zone agricole con le tipiche case “parmigiane” contraddistinte dal portico e dalla “porta morta”. Anche qui la via Emilia ha costituito l'arteria principale attorno alla quale si sono sviluppate le attività industriali e commerciali. Il centro principale è Fidenza, polo di servizi e industriale, con molti occupati soprattutto in imprese vetrarie, meccaniche e tessili; ad essa si aggiunge Salsomaggiore Terme, importante meta turistica e terzo centro urbano del parmense.
Comunicazioni. Le comunicazioni sono assicurate da una fitta rete di strade statali: n. 9 via Emilia, n. 357 di Fornovo, n. 359 di Salsomaggiore e Bardi, n. 588 dei Due Ponti. A queste si aggiungono i tracciati autostradali dell'A1 Milano-Napoli, dell'A21 Torino-Brescia (diramazione Fiorenzuola) e dell'A15 Parma-La Spezia. I collegamenti sono migliorati dalla possibilità di usufruire delle linee ferroviarie Bologna-Milano, Bologna-Roma, Fidenza-Castelvetro, Fidenza-Fornovo, Fidenza-Salsomaggiore Terme e Parma-Vezzano Ligure.
Storia. Abitata sin da epoche antichissime, ha registrato nel corso dei secoli insediamenti di etruschi, galli boi e senoni, com'è testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti. A costoro subentrarono i romani, che dettero un notevole impulso alla fioritura economica dei centri abitati (compiendo un'opera di organizzazione e di bonifica del territorio). A partire dall'XI secolo, gran parte dell'area fu dominata dalla famiglia dei Pallavicino che, ampliando via via il loro dominio sul territorio, crearono un vero e proprio stato. Nel corso dei secoli passò sotto diverse signorie, i Visconti, i Terzi, i Gonzaga, i Da Correggio, gli Este, i Sanvitale, ma si trattò quasi sempre di brevi parentesi alla supremazia dei Pallavicino, che tennero il territorio fino alla prima metà del Settecento, quando la zona venne assorbita nel ducato di Parma e Piacenza. In conseguenza della sua posizione geografica, fu oggetto di aspre contese tra parmensi e piacentini, divenendo teatro di battaglie e subendo inevitabili devastazioni. Dopo il dominio farnesiano e quello borbonico seguì le vicende del resto del ducato di Parma, assegnato con il Congresso di Vienna del 1815 a Maria Luigia d'Austria; nel 1860 passò al Regno d'Italia. Dalla fine dell'Ottocento, soprattutto nella zona intorno a Fidenza, si registra un intenso sviluppo industriale. Il secondo conflitto mondiale, che comportò gravi danni per l'intero territorio, colpito più volte dai bombardamenti, fa registrare una forte partecipazione alla lotta partigiana.
Struttura socio-economica. Nell'economia locale l'agricoltura, favorita dalle caratteristiche del terreno, conserva un ruolo importante, pur registrandosi un sensibile calo degli addetti a questo settore a favore dell'industria e del terziario (in particolare del turismo). Si producono cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, frutta e uva; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia, prediligendo l'allevamento di bovini, suini e avicoli. Il settore che offre maggiori possibilità di occupazione è quello industriale, costituito da aziende operanti nei comparti alimentare, edile, manifatturiero (in particolare mobili), meccanico, metallurgico, dei materiali da costruzione, dell'abbigliamento e della fabbricazione di calzature, oltre che di articoli in plastica e in gomma. Vi sono anche aziende che producono apparecchi medicali, chirurgici e ottici e altre per la produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica. Una buona rete commerciale e di servizi completa il quadro del terziario, che nel suo insieme si può definire abbastanza sviluppato. Il turismo è in forte crescita: oltre alla bellezza paesaggistica e alle offerte eno-gastronomiche del territorio, va segnalato un discreto flusso di visitatori sia per la presenza degli stabilimenti termali sia per i luoghi legati alla figura di Giuseppe Verdi (numerosi suoi ricordi si trovano a Roncole, suo paese natale, a Busseto e a Sant'Agata, dove è conservata la villa ottocentesca in cui il maestro trascorreva l'estate).
APPENNINO PARMENSE
Territorio. La parte meridionale della provincia, che occupa oltre la metà della superficie provinciale, è caratterizzata da una zona montana appenninica, che forma il margine geografico meridionale della pianura padana. La dorsale appenninica
mostra le potenti formazioni del macigno come testimonianza del glacialismo da cui sono originati una miriade di laghetti di quota. Il paesaggio agrario è limitatissimo, contenuto in prossimità dei centri abitati, mentre il bosco domina quasi totalmente ed è costituito da faggete oppure da impianti di conifere (pini e abeti). Oltre il limite della vegetazione arborea rimangono solo pascoli e brughiere. Dalla dorsale principale si staccano a pettine crinali secondari, che separano le valli di fiumi e torrenti fino a giungere alla pianura. Cinque sono le valli principali, partendo da sud-est: la stretta valle d'Enza, la valle del Parma, la val Baganza, la valle del Taro e la valle del Ceno. Le cime non sono molto elevate e sono caratterizzate da numerosi valichi che hanno permesso il passaggio e le comunicazioni con le confinanti Liguria e Toscana. Nel Parco regionale dell'Alta Val Parma e Cedra (comprendente la Riserva naturale orientata Guadine-Pradaccio, che si integra con le riserve demaniali del monte Penna) si conserva un interessante ecosistema costituito da una ventina di laghi con acque limpide, circondati da cime che superano i 1.800 metri, da boschi di faggio, brughiere di mirtillo e praterie di quota ricche di rarità botaniche. La zona appenninica comprende due Comunità montane: quella dell'“Appennino Parma Est”, nella parte sud-orientale della provincia, e quella delle “Valli del Taro e del Ceno”, nella parte sud-occidentale. La prima si estende su un territorio rinomato per la produzione del prosciutto di Parma e del parmigiano reggiano, oltre che per i prelibati funghi porcini, il tartufo nero di Fragno, il marrone di Campora; le sue peculiari risorse naturali, come i venti laghi di origine glaciale artica del crinale appenninico, permettono suggestivi itinerari turistici. La seconda presenta un clima continentale tendente al secco e una vegetazione per lo più a bosco ceduo e ad alberi ad alto fusto; il sottobosco è molto fitto e ricco di arbusti che concorrono alla fertilità del suolo e alla difesa dall'erosione. La diversità litologica dei terreni, la differenza di altitudini e la variabilità del clima determinano una ampio registro floristico e una fauna numerosa.
Comunicazioni. È raggiungibile tramite le autostrade A1 Milano-Napoli, A15 Parma-La Spezia, A21 Torino-Brescia (diramazione Fiorenzuola). A queste si aggiungono le strade statali, tra cui le più importanti sono: la n. 63 della Cisa, la n. 359 di Salsomaggiore e Bardi, la n. 513 di Val d'Enza e la n. 523 del Colle di Cento Croci. Il quadro delle comunicazioni è completato dalle linee ferroviarie, tra cui la Bologna-Milano, la Bologna-Roma, la Fidenza-Castelvetro, la Fidenza-Fornovo, la Fidenza-Salsomaggiore Terme, la Parma-Vezzano Ligure, la Parma-Suzzara, la Reggio nell'Emilia-Ciano d'Enza, la San Zeno-Parma.
Storia. Abitata sin dalla preistoria, rimase fino all'occupazione romana una riserva
popolata da tribù liguri e il ritrovamento di numerosi castellieri testimonia la resistenza delle popolazioni autoctone. Le alte valli del Taro e del Ceno erano comprese nell'antichità nel territorio di Velleia, distacco mantenuto anche in età medioevale, quando le tre podesterie di Bardi, Compiano e Borgo Val di Taro confluirono nel potente Stato dei Landi, che rimase separato da Parma dal 1257 al 1682. Il territorio fu preda anche delle invasioni barbariche, rispetto alle quali il dominio bizantino nel VI secolo costituì una breve parentesi. Nel 568, nella valle del Ceno, scesero i longobardi che lentamente espansero i loro possedimenti. La dominazione pontificia su Piacenza dal 1332 al 1335 comportò per i comuni della valle del Taro l'inizio del periodo di signoria da parte di diverse famiglie, prime tra tutte i Visconti che portarono diverse località nell'ambito del ducato di Milano. Quindi dominarono i Landi, gli Sforza e i Fieschi. La fine dello Stato dei Landi è stata determinata proprio dal loro governo: molti centri, stanchi del loro duro governo, si consegnarono spontaneamente al ducato di Parma, seguendone nella storia successiva le vicende. Plurisecolare anche l'egemonia del vescovo di Parma nel territorio delle tredici corti di Monchio, nell'alta valle d'Enza e Cedra, protrattasi dal IX secolo al 1805. Conserva importanti testimonianze storico-culturali, quali: il Castello di Torrechiara e le pievi romaniche di Sasso, Moragmano e Zigana.
Struttura socio-economica. Negli ultimi decenni del XX secolo la forte emigrazione e il calo demografico hanno portato grossi scompensi alla struttura socio-economica della montagna, con il progressivo abbandono di molti borghi. Tuttavia, la grande offerta della natura, le località di soggiorno climatico, l'agriturismo, le specialità gastronomiche e la possibilità di praticare sport (come il trekking) hanno incentivato lo sviluppo del turismo. Intenso è quello domenicale nei maggiori centri dell'Appennino (Bardi, Bedonia, Borgo Val di Taro, Corniglio, Tizzano Val Parma). Frequentate località di villeggiatura estiva sono Bedonia, Borgo Val di Taro, Tornolo, Corniglio. L'economia locale non ha abbandonato l'agricoltura: si producono cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi, uva e frutta; diffuso è l'allevamento di bovini, suini e ovini, seguito da quello di caprini ed equini. Le attività industriali, distribuite in modo non omogeneo sul territorio, sono limitate al solo comparto alimentare (tra cui il lattiero-caseario) in alcuni comuni, mentre in altri comprendono i comparti: edile, metallurgico, manifatturiero, dei materiali da costruzione (produzione di piastrelle per pavimenti, calce e gesso), degli articoli in plastica e della produzione e distribuzione di energia elettrica, chimico, dell'estrazione della pietra, meccanico, della fabbricazione di prodotti in vetro, di motori e di generatori elettrici.
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