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Provincia di ORISTANO

Capoluogo: Oristano

Scheda

 
Stemma della provincia Oristano
   

Provincia di Oristano - Ambiti

DEFINIZIONE È possibile ripartire la circoscrizione oristanese in tre ambiti, individuati in base a caratteri territoriali e urbanistici e sulla base dell'analisi della capacità di attrazione e del raggio d'influenza dei suoi centri principali: il Barigadu-Alto Oristanese, che comprende la Comunità montana “del Barigadu” e i comuni dell'altopiano di Abbasanta; l'area dell'Usellus e Alta Marmilla, che comprende i comuni appartenenti al distretto scolastico n. 15 con sede ad Ales; infine, il Montiferru-Campidano-Arci Grighine, comprendente i comuni del Montiferru, quelli che fanno da corona al capoluogo di provincia, con cui hanno un rapporto di interscambio e di dipendenza, nonché quelli della Comunità montana “Arci Grighine”.

Barigadu-Alto Oristanese: Abbasanta, Aidomaggiore, Àllai, Ardàuli, Bidonì, Boroneddu, Busachi, Fordongiànus, Ghilarza, Neoneli, Norbello, Nughedu Santa Vittòria, Samughèo, Sèdilo, Soddì, Sorradile, Tadasuni, Ula Tirso.

Usellus e Alta Marmilla: Albagiara, Ales, Assolo, Asuni, Baràdili, Baressa, Curcùris, Gonnoscodina, Gonnosnò, Gonnostramatza, Masullas, Mogorella, Mògoro, Morgongiori, Nureci, Pau, Pompu, Ruìnas, Senis, Sìmala, Sini, Sìris, Usèllus, Villa Sant'Antònio, Villa Verde.

Montiferru-Campidano-Arci Grighine: Arborea, Baràtili San Pietro, Bauladu, Bonàrcado, Cabras, Cùglieri, Marrùbiu, Milis, Narbolìa, Nurachi, Ollastra, Oristano, Palmas Arborea, Paulilàtino, Riola Sardo, San Nicolò d'Arcidano, Santa Giusta, Santu Lussùrgiu, San Vero Mìlis, Scano di Montiferru, Sèneghe, Sennarìolo, Siamaggiore, Siamanna, Siapìccia, Simaxis, Solarussa, Terralba, Tramatza, Tresnuraghes, Uras, Villanova Truschedu, Villaurbana, Zeddiani, Zerfalìu.

BARIGADU-ALTO ORISTANESE

Territorio. La zona del Barigadu, immersa nel bacino idrogeologico del fiume Tirso, si presenta, nelle sue parti più elevate, attraverso una grande formazione trachitica di colore rosso mattone che raggiunge uno sviluppo superficiale notevole nell'altopiano di Samughèo, mentre dalla parte opposta della valle del Tirso (altopiano di Abbasanta) è presente una vasta plaga occupata da basalti, originatasi nell'ultima fase dell'attività vulcanica tra la fine del terziario e l'inizio del quaternario. La parte inferiore del bacino è costituita in prevalenza da zone pianeggianti, caratterizzate da sottofondo ghiaioso ricoperto da un considerevole strato di argilla. Il Tirso, il cui alveo è mediamente incassato, scorre in una zona pianeggiante, Chiara di Ula, per incassarsi nuovamente presso Fordongiànus, dove riceve le acque di un altro importante affluente, il Flumineddu di Allai, più a monte chiamato Araxisi. Nel tratto di fiume compreso tra la diga di Santa Chiara e il tratto arginato, si trovano la diga di Busachi, con un invaso di un milione di metri cubi con scopi idroelettrici, e la diga di Santa Vittoria, con modestissimo invaso che serve alla derivazione dell'acqua su diversi canali di irrigazione.

Comunicazioni. È raggiungibile tramite le strade statali: n. 131 Carlo Felice; n. 131 Diramazione Centro Nuorese; n. 388 del Tirso e del Mandrolisai. Il quadro delle comunicazioni è completato dalla linea ferroviaria Cagliari-Ozieri/Chilivani.

Storia. Nella zona si rileva la più alta frequenza di resti monumentali della civiltà nuragica, alcuni dei quali tra i più spettacolari della Sardegna. La storia di questa parte di territorio è strettamente legata a quella del Barigadu, che conserva i segni di antichissime presenze che vanno dal periodo preistorico e nuragico al romano, paleocristiano, bizantino e medievale. La sua circoscrizione, a partire dal Giudicato di Arborea (VIII secolo-1410), comprendeva: Fordongiànus, che ne fu il primo capoluogo -di straordinaria importanza per la sua coincidenza con l'insediamento romano di Forum Traiani, oltre che per le presenze paleocristiane, bizantine e medievali, testimonianze di una significativa continuità insediativa da mettere in relazione con le acque salutari di cui è ricca-; Busachi, che diventò la seconda Nughedu (oggi Nughedu Santa Vittòria); Ardàuli; Neoneli; Ula Tirso e Allai. La situazione non subì particolari modifiche nel XV secolo quando, sotto gli aragonesi, Ardàuli, Neonelli, Nughedu e Ula Tirso rientrarono nella “encontrada di parte Barigado Suso” e Allai, Busachi e Fordongianus in quella “di parte Barigado Josso”. Sucessivamente Busachi divenne centro di una vasta baronia, poi marchesato, sino all'abolizione dei feudi decretata dai Savoia; a tale baronia appartenevano anche Allai e Ardàuli. Neoneli diventò invece il centro di un grande feudo nel quale rientravano anche Nugheddu Santa Vittoria e Ula Tirso. A diverse ripartizioni amministrative appartenevano, fin dal periodo giudicale, Abbasanta -nella quale accanto al noto complesso nuragico del Losa è presente una fitta serie di testimonianze monumentali preistoriche e nuragiche- e Samughèo; sempre all'interno del Giudicato di Arborea, Abbasanta faceva parte della circoscrizione o parte Gilciber (o Guilciber o Ozier Real), di cui fu secondo capoluogo nel XIV secolo, mentre Samughèo rientrava nella circoscrizione del Mandrolisai (o Mandra Olisai). Durante le successive dominazioni aragonese e spagnola, Abbasanta faceva parte dell'”encontrada Osier Real” e Samughèo di quella del “Mandra Lusay”. Nel 1700 Samughèo fu annessa alla Contea di San Martino sino al 1839, anno in cui i Savoia abolirono i feudi.

Struttura socio-economica. L'attività industriale è quasi assente, anche se non manca una quota di forza lavoro impegnata nel settore che gravita su Ottana. Di un certo rilievo sono l'artigianato, in particolare quello tessile (a Samughèo), e alcune attività di prima lavorazione (concerie e lavorazione del legno e della pietra ad Abbasanta e Ghilarza). Le attività economiche principali -dell'agricoltura, della pastorizia o dell'allevamento- sono condotte con sistemi tradizionali. È un'area che presenta limitati segni di vivacità economica, che si evidenziano particolarmente nel triangolo Abbassanta-Ghilarza-Norbello nonché in alcuni comuni di maggiore consistenza demografica.

USELLUS E ALTA MARMILLA

Territorio. La presenza della Comunità montana “Alta Marmilla”, con al centro la città di Ales, quasi in pianura, e le pendici dei monti Arci e Grighine costituiscono gli elementi caratterizzanti dell'area. Il massiccio è di origine vulcanica, ricco di ossidiana, che è stata uno dei primi materiali usati nella più lontana preistoria per produrre strumenti taglienti. La montagna è spoglia nell'altopiano che ne occupa la sommità, mentre è ricca di meravigliosi boschi di leccio e di macchia-foresta, talvolta impenetrabile, nei costoni occidentali e settentrionali. Arricchisce il paesaggio naturale anche la cosiddetta Giara di Gesturi, un altopiano basaltico di origine vulcanica situato tra la Bassa Marmilla e il Sarcidano, la cui notorietà è dovuta alla presenza dei famosi “cavallini della Giara” -una specie, introdotta in epoca nuragica già nella forma addomesticata, tra il normale cavallo e il pony, con il manto scuro e i caratteristici occhi a mandorla- che vivono allo stato brado, perfettamente integrati nell'ambiente. Numerose, sulla Giara, sono le specie di animali selvatici: cinghiale, volpe, martora, lepre, gatto selvatico e una molteplice varietà di uccelli quali l'airone, l'aquila, il gheppio e l'astore. La vegetazione è dominata dal sughero, con presenza di rovere, leccio, biancospino e cisto; alternata è la presenza di praterie ad asfodelo tra le diverse formazioni boschive. Ricca è anche la varietà di fiori, tra cui spiccano le orchidee spontanee. L'impermeabilità del terreno favorisce un singolare fenomeno: “is paulis”, cioè le paludi, più o meno piccole, dovute al ristagno delle acque piovane in vaste depressioni di origine vulcanica. Molto affascinante è, infine, nell'entroterra oristanese, il monte Grighine che, con i suoi 673 metri di altitudine, costituisce un ambiente montano molto suggestivo, dove vivono diverse specie faunistiche come cinghiali, lepri, corvi imperiali e poiane. È ricoperto da un vastissimo manto verde costituito dalla tipica vegetazione mediterranea (lecci, mirti, lentischi, corbezzoli) e da diverse aree con alberi ad alto fusto.

Comunicazioni. Le comunicazioni sono assicurate dalle strade statali: n. 126 Sud-occidentale Sarda e n. 442 di Laconi e di Uras. A queste si aggiungono le linee ferroviarie: Cagliari-Ozieri/Chilivani e Cagliari-Isili.

Storia. La zona si caratterizza per la forte presenza di straordinarie testimonianze di età preistorica e protostorica. In età romana rivestì una certa importanza il centro di Usèllus, fondato intorno al I secolo d.C., che diede infatti nome alla regione circostante: la Parte Usellus (e, in seguito, Parteusellus). Recenti scavi, invece, hanno posto in luce un importante insediamento a Muru de Bangius-Marrubiu. In età medievale l'area fu compresa nel Giudicato di Arborea, mentre si riferiscono all'età spagnola importanti testimonianze, tra cui il seicentesco convento dei cappuccini, a Masullas, nonché le architetture e le carte d'archivio della cattedrale di Ales (da secoli capoluogo dell'Alta Marmilla).

Struttura socio-economica. Un'occasione fondamentale di sviluppo per il territorio è rappresentata dal Parco Naturale Regionale del Monte Arci. Nell'area sono presenti due organismi sovracomunali: la Comunità montana “Alta Marmilla” e il Consorzio “Due Giare”. Le attività prevalenti sono quelle più antiche, agricoltura e pastorizia, praticate ancora con sistemi tradizionali.

MONTIFERRU-CAMPIDANO-ARCI GRIGHINE

Territorio. La formazione del Campidano risale al Pleistocene, quando la sua fossa tettonica fu colmata dai detriti alluvionali trasportati dai fiumi che sfociavano nel mare comportando, in seguito all'avanzare e al regredire dei ghiacci, diverse variazioni della linea di costa che modellarono definitivamente il profilo dell'isola. Quest'area, percorsa dal fiume Tirso, si caratterizza per la presenza di un sistema di stagni (Stagno di Cabras e Stagno di Santa Giusta) e lagune. È, inoltre, disseminata di siti archeologici, complessi nuragici, testimonianze di ogni epoca che si ritrovano nelle strutture architettoniche del capoluogo e dei centri più piccoli. Affascinanti sono le colline dell'Arborea e le coste della penisola del Sinis, terminante con la guglia di Capo San Marco, nonché ampi tratti del litorale che vanno a integrarsi con le numerose pinete e gli stagni circostanti, dimora dei fenicotteri rosa e di altre specie ornitologiche. Un vero paradiso è rappresentato dall'isola di Mal di Ventre, a pochi chilometri dalla costa settentrionale del Sinis, con una superficie coperta da una fitta macchia di lentisco, cisto e rosmarino. Il forte vento di maestrale che la batte le fece attribuire il nome di “Maluentu” cambiato poi dai cartografi piemontesi. La costa ovest è una scogliera granitica che scoraggia i tentativi di approdo; la zona orientale è di più facile accesso, visto anche il susseguirsi di incantevoli piccole baie.

Comunicazioni. Alle strade statali n. 131 Carlo Felice, n. 126 Sud-occidentale Sarda, n. 292 Nord-occidentale Sarda, n. 388 del Tirso e del Mandrolisai si aggiungono le linee ferroviarie Nuoro-Macomer e Cagliari-Ozieri/Chilivani.

Storia. L'insediamento umano nell'area è attestato sin da tempi antichissimi: nell'Alto Medioevo il dipartimento del Montiferru apparteneva al Giudicato di Torres e il castello omonimo, del quale ancor oggi è possibile osservare i resti, ne costituiva il confine con quello di Arborea; con la caduta dei giudici fu incorporato alla corona d'Aragona e ceduto in feudo a Guglielmo di Montagnas che lo vendette alla famiglia Zatrillas nel 1421. Oristano, divenuta capoluogo del Giudicato d'Arborea, per liberarsi dai pisani aveva dovuto dapprima spalleggiare gli aragonesi e poi insorgere contro di loro. Sottomessa agli aragonesi, nel 1470, dopo la battaglia di Uras, passò sotto il dominio spagnolo. Passata la Sardegna alla Casa Savoia nel 1720, Oristano divenne un centro commerciale e agricolo di discreta importanza, mentre il Montiferru continuò a stare nelle mani di vari feudatari fino al 1848, quando anche l'Isola poté godere dei benefici della Costituzione concessa da Carlo Alberto.

Struttura socio-economica. L'attività economica prevalente dell'area è quella agro-pastorale (molto rinomati i cavalli anglo-arabo-sardi allevati a Santu Lussùrgiu), con un ricco e apprezzatissimo artigianato che trova i suoi esempi migliori a Cùglieri e a Santu Lussùrgiu, comuni che rappresentano, del resto, tra le località abitate, le tappe più interessanti. È un'area a forte vocazione agricola; nei comuni a nord di Oristano assumono un certo peso anche le coltivazioni perenni (vite, olivo) e, nei comuni sulla costa, la pesca. La vicinanza della costa ha favorito in molti comuni l'integrazione dei redditi agricoli con l'attività agrituristica.

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