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Provincia di LATINA
Capoluogo: Latina
Scheda
- Superficie: 2.250,52 Kmq
- Abitanti: 545.217
- Densità: 242,26 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 059
- Numero comuni: 33
Provincia di Latina - Ambiti
DEFINIZIONE Ad uno sguardo anche superficiale sul territorio provinciale emergono, con chiara evidenza, le differenze morfologiche, insediative ed economico-produttive tra la fascia pianeggiante costiera e quella interna, collinare e montuosa; risulta, dunque, agevole suddividere la provincia in due ambiti sub-provinciali ben distinti, corrispondenti all’agro pontino, costa tirrenica e Arcipelago Pontino, da un lato, e alle dorsali antiappenniniche dei monti Lepini, Ausoni e Aurunci, dall’altro. Questi due ambiti, ben riconoscibili e definiti da precisi caratteri ambientali e antropici, si distendono contigui per tutta la lunghezza del territorio provinciale; le zone basso-collinari di transizione, ai piedi delle quali spesso le acque inghiottite dai fenomeni carsici dei
rilievi trovano una via di uscita, alimentando numerose risorgive, rappresentano la cerniera ideale tra essi. Nella parte più meridionale del comprensorio, inoltre, la vasta piana di Fondi, incuneandosi tra le catene degli Ausoni e degli Aurunci, interrompe la lunga teoria di cime calcaree e brulle che si gettano nel mar Tirreno.
Agro pontino, costa e arcipelago pontino: Aprilia, Cisterna di Latina, Fondi, Formia, Gaeta, Latina, Pontinia, Ponza, Sabaudia, San Felice Circeo, Sperlonga, Terracina, Ventotene.
Dorsali antiappenniniche: Bassiano, Campodimele, Castelforte, Cori, Itri, Lenola, Maenza, Minturno, Monte San Biagio, Norma, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Rocca Massima, Roccasecca dei Volsci, Santi Cosma e Damiano, Sermoneta, Sezze, Sonnino, Spigno Saturnia.
AGRO PONTINO, COSTA E ARCIPELAGO PONTINO
Territorio. In ricordo dell’antico ambiente naturale della fascia costiera, prima della bonifica, sono sopravvissuti alcuni laghi, relitti delle scomparse paludi pontine (laghi di Fogliano, dei Monaci, di Caprolace, di Sabaudia e Lungo), ricchi di animali acquatici (cefali, anguille, spigole, salpe, latterini, orate) e rifugio di una preziosa avifauna (cavalieri d’Italia, aironi cinerini, fratini, corrieri, mignattai, i rarissimi falchi pescatori, cicogne nere e altri). Dove l’originaria macchia mediterranea ha resistito all’impatto delle attività umane, come sullo splendido promontorio del Circeo, inserito nel Parco nazionale omonimo, è tuttora possibile osservare rarissimi endemismi e specie rare (farnetto e farnia), accanto ad essenze più comuni, come il lentisco, il mirto, il cisto, la ginestra e la tamerice. Alle spalle di Terracina sorge lo spettacolare ambiente naturale di Campo Soriano, dove una foresta di guglie di roccia si erge dal suolo rossiccio. Al largo della costa, da un mare blu cobalto, emergono le rocce grigiastre e giallognole, di origine vulcanica, che formano l’Arcipelago Pontino; ricoperte da una vegetazione stentata, distrutta nel corso del tempo dalle attività umane, sono il santuario naturale di molte specie di uccelli nei periodi di passo primaverile e autunnale (gru, upupe, gruccioni, cuculi, beccacce, falchi pellegrini -che nidificano sulle scoscese scogliere- e molti altri).
Comunicazioni. La statale n. 7 Appia, che poco più a sud di Cisterna di Latina inizia a fendere l’agro pontino col rettilineo più lungo d’Italia -41 km in direzione di Terracina-, e la statale n. 148 Pontina rappresentano, per volume di traffico privato e commerciale, le arterie fondamentali del comprensorio, oltre che due delle più importanti dell’intera regione; sul corridoio tirrenico sud, formato dalle statali citate, si riversano, infatti, gli alti flussi di traffico in direzione di Roma e dei poli produttivi di questo ambito sub-provinciale. Le statali n. 207 Nettunense, che unisce la zona dei Castelli Romani ad Anzio (RM), e n. 213 Flacca, che corre sinuosa lungo la costa tra Terracina e Formia, completano il tessuto connettivo del territorio. Quasi parallelo al percorso dell’Appia, si sviluppa inoltre il tracciato della linea ferroviaria “Direttissima” Roma-Napoli, così definita poiché accorcia di 33 km il tracciato della vecchia linea che passa per Cassino; a questa tratta di rilievo interregionale si affianca quella assai più modesta della Terracina-Fossanova (Priverno) -la porzione settentrionale di questo ambito è inoltre solcata dalla linea metropolitana Roma-Nettuno-. Ai porti di Formia, Terracina, Ponza e Ventotene e a quello turistico, commerciale e militare di Gaeta si aggiungono i porticcioli turistici di Sperlonga e San Felice Circeo; inoltre, il lago di Sabaudia, collegato al mare per mezzo del canale di Torre Paola, può essere considerato un porto naturale privo di strutture e servizi.
Storia. Frequentato fin dalle epoche più remote, come testimoniano reperti risalenti al paleolitico medio, questo territorio fu antica dimora di ausoni, aurunci e volsci, gradualmente sottomessi al dominio di Roma. Già durante il II secolo a. C. furono fatti i primi tentativi da parte dei romani per arrestare il progressivo impaludamento della piana pontina, attraverso cui correva la via Appia, la REGINA VIARUM, costruita tra il 312 e il 191 a. C. Devastanti furono gli esiti della guerra greco-gotica e delle successive invasioni dei longobardi (VIII secolo d. C.), degli ungari e dei saraceni (IX-X secolo); questi ultimi occuparono per circa un secolo, a partire dall’813, le isole di Ponza e Ventotene. La zona fu gradualmente inglobata nei possedimenti della Santa Sede nella sua porzione centro-settentrionale mentre da Terracina fino al Garigliano, dal VI secolo fino all’unità d’Italia, fece parte dei possedimenti bizantini, normanni, angioini, aragonesi e borbonici. Per lunghi secoli fu divisa tra diversi feudatari, sia laici sia ecclesiastici, tra i quali vanno menzionati i Colonna, i Caetani, i Frangipane, gli Annibaldi, i Carafa e i Farnese; i domini di queste due ultime famiglie nobiliari compresero anche le Isole Pontine fino al XVIII secolo, quando subentrarono i Borboni. La secolare lotta contro l’impaludamento delle zone di pianura fu ripresa con vigore dal XVI secolo, per volere di papa Leone X e proseguita da diversi suoi successori -Sisto V (1585-1590) e Pio VI (1777-1798)-; tuttavia fu solo negli anni Trenta del Novecento che tutte le zone di pianura furono definitivamente bonificate e rese disponibili per le attività agricole e la nascita di nuovi insediamenti -Latina (1932), Sabaudia (1934), Pontinia (1935) e Aprilia (1936)-.
Struttura socio-economica. Densamente popolato, il comprensorio concentra la maggior parte delle risorse economiche della provincia. L’elevata fertilità del suolo bonificato ha favorito l’impianto di attività agricole di tipo intensivo, che alimentano uno dei comparti industriali trainanti, ovvero quello della trasformazione dei prodotti agricoli; l’olivicoltura, la viticoltura, le attività zootecniche e, lungo la fascia costiera, la pesca rappresentano i legami della popolazione con le proprie radici culturali, pur essendo queste in alcuni casi (Latina, Pontinia, Sabaudia, Aprilia) poco profonde ed eterogenee. Il settore secondario, grazie alla vicinanza delle grandi vie di comunicazione e a una buona dotazione infrastrutturale, ha trovato nell’agro pontino una delle sedi elettive dell’intera regione; particolarmente vivaci e trainanti, oltre a quello agro-alimentare prima ricordato, sono i comparti della chimica, della farmaceutica, dell’informatica e dell’elettronica. Il terziario, compreso quello avanzato, trae grandi vantaggi dal dinamismo dell’industria e dal turismo, che, lungo le coste, si avvale di una notevole disponibilità di strutture ricettive moderne e confortevoli. Il capoluogo provinciale e Formia rappresentano i principali punti di riferimento per i rapporti con le istituzioni e i consumi; Terracina e Fondi costituiscono altri poli di attrazione commerciale.
DORSALI ANTIAPPENNINICHE
Territorio. Dal punto di vista naturalistico e paesistico si tratta di un territorio di transizione tra l’ambiente della costa e quello degli Appennini, vera cerniera geomorfologica tra le lunghe e piatte distese del litorale e le verdi cime laziali-abruzzesi. L’infilata dei Lepini, degli Ausoni e degli Aurunci, che forma una vera e propria barriera protettiva alle spalle della pianura, è caratterizzata dalle comuni origini calcaree e da rilevanti fenomeni di carsismo; gli Ausoni e gli Aurunci si spingono, in alcuni punti, fino al mare, precipitandovi con spettacolari promontori di candida roccia, come quelli alle spalle di Terracina, Sperlonga e Gaeta. In questa loro discesa nel blu intenso del mar Tirreno imprigionano pianure di bonifica di dimensioni per lo più modeste, orlate di spiagge dalla sabbia fine e dorata; fa eccezione l’estesa e fertilissima piana di Fondi, in parte occupata dallo splendido lago omonimo, circondato di campi coltivati e aranceti profumati nonché sovrastato dalle cime dei monti Calvo, Giusto e Santo Stefano. Fantastiche formazioni calcaree affiorano spesso tra sugheri, ornielli e carpini e non mancano inghiottitoi e grotte, anche di grandi dimensioni.
Comunicazioni. Le strade statali n. 156 dei monti Lepini, n. 82 della valle del Liri e n. 630 Ausonia rappresentano le arterie della struttura urbana, residenziale e produttiva del territorio: la prima si snoda sinuosa tra Frosinone e Sezze dove, lasciandosi alle spalle i rilievi, si inoltra nell’agro pontino in direzione di Latina; la seconda collega la Marsica, in Abruzzo, alla costa tirrenica, seguendo in parte il tracciato naturale scavato nel corso dei millenni dal fiume Liri; la terza, infine, collega l’im
portante polo produttivo di Cassino (FR) a Formia. La linea ferroviaria “Direttissima” Roma-Napoli lambisce il territorio tra le stazioni di Latina Scalo e Fossanova (Priverno), prima di inoltrarsi, con la lunga galleria di mont’Orso (7.400 metri), sotto la catena degli Ausoni e raggiungere lo scalo di Itri. A Scauri (Minturno) si trova un porticciolo turistico.
Storia. Questo territorio conobbe insediamenti preromani ascrivibili ai gruppi etnici degli ausoni, dei volsci e degli aurunci. Durante l’alto Medioevo, in seguito allo sfaldamento dell’impero romano, conobbe lunghi secoli di devastazioni causate dalle invasioni dei goti e dei longobardi e dalle successive guerre di riconquista bizantina; tra il IX e il X secolo, inoltre, fu teatro delle sanguinose scorrerie saracene e, probabilmente, ungare. Compreso in parte nello Stato della Chiesa -grossomodo fino all’altezza di Monte San Biagio- e in parte nel regno normanno di Sicilia e, successivamente, in quello di Napoli e in quello borbonico delle due Sicilie, conobbe l’esercizio del DOMINATUS LOCI, sia civile che ecclesiastico; tra le famiglie baronali più importanti ricordiamo i Caetani, i Colonna, i Conti di Ceccano, gli Aldobrandini, i Carafa della Spina e i Borghese. In epoca più recente, a causa della sua posizione di cerniera tra lo Stato Pontificio e quello delle due Sicilie, conobbe il fenomeno del brigantaggio, che caratterizzò gli anni a ridosso del Risorgimento prolungandosi fino a dopo la breccia di Porta Pia (1870), con la quale il regno d’Italia pose fino al potere temporale dei papi.
Struttura socio-economica. Si tratta di un territorio dedito prevalentemente alle attività agricole e zootecniche, seppure molto meno meccanizzate e specializzate rispetto all’altro ambito sub-provinciale. Tuttavia, per il suo alto valore storico e ambientale, è un territorio dalle potenzialità turistiche interessanti, già in parte intelligentemente sfruttate, oltre che nel tratto di costa tra Marina di Minturno e Scauri (Minturno), anche nel comprensorio dei monti Lepini e della valle del fiume Amaseno. Non mancano poli industriali di secondo livello, caratterizzati dalla presenza di aziende di piccole dimensioni a carattere semi-artigianale, come quelli di Priverno -sotto molti aspetti integrato con quello ben più importante di Latina-Cisterna di Latina- e di Minturno-Castelforte: il primo è prevalentemente incentrato sulla trasformazione dei prodotti agricoli e sui comparti della metallurgia, dei tessuti e delle confezioni; il secondo sui comparti agro-alimentare, del legno e della carta. Priverno rappresenta anche un modesto polo di gravitazione commerciale.
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