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CROCE BENEDETTO

Approfondimento

Approfondimento: CROCE BENEDETTO

Nato a Pescasseroli nel 1866, visse a Napoli con la famiglia, studiando nel collegio della Carità. Perduti i genitori e una sorella nel terremoto del 1883 a Casamicciola Terme, si recò a Roma a casa di Silvio Spaventa, cugino del padre ed esponente della Destra storica. Si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza ma, essendo appassionato di studi storici, letterari e filosofici, iniziò a frequentare le lezioni del filosofo Antonio Labriola. Tornato a Napoli nel 1886, portò a termine uno scritto teorico intitolato “La storia ridotta sotto il concetto generale dell'arte” che lo portò ad affrontare problemi di metodo, e si indirizzò verso la filosofia; studiò a fondo il marxismo, da cui prese le distanze dopo un primo periodo di adesione, e iniziò a collaborare con Giovanni Gentile e a studiare l'opera del critico letterario Francesco De Sanctis, dei cui scritti curò le edizioni. Nel 1902 pubblicò l'opera che lo impose alla cultura contemporanea, “Estetica come scienza dell'espressione e linguistica generale”. Seguirono anni di dedizione totale agli studi,l che portarono al compimento della “Filosofia dello spirito”, mentre proseguiva l'indagine sulla letteratura post-unitaria. Nel periodo successivo grandi cambiamenti si verificarono nella vita e nel sistema filosofico crociani: una serie di lutti familiari, la polemica filosofica con Gentile e le prime esperienze politiche, che lo videro senatore dal 1910. Lo scoppio della prima guerra mondiale fu considerato dal filosofo come una frattura insanabile per la cultura europea. Nel 1915 pubblicò uno scritto autobiografico, “Contributo alla critica di me stesso”, nel quale riassunse il significato della sua attività intellettuale, e nel primo dopoguerra appoggiò Giolitti, ottenendo nel suo ultimo governo l'incarico di Ministro dell'Istruzione. In un primo momento guardò con cauto interesse al fascismo ma poi se ne allontanò decisamente pubblicando il “Manifesto degli intellettuali antifascisti”. Il regime fascista, tuttavia, ebbe sempre un atteggiamento di tolleranza nei suoi confronti, anche in virtù del prestigio di cui godeva in campo internazionale. Alla caduta del regime, Croce assunse ancora incarichi di governo e partecipò ai lavori dell'Assemblea costituente della Repubblica. Dopo aver fondato l'Istituto italiano per gli studi storici nella sua abitazione di palazzo Filomarino, morì a Napoli nel 1952.

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