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CERAMICHE DI FAENZA
Approfondimento
Approfondimento: CERAMICHE DI FAENZA
La tradizione dell'industria delle ceramiche a Faenza è antichissima e così famosa che negli altri paesi europei il nome della città, tradotto nel francese "faïence", è stato assunto ad indicare il tipo particolare delle ceramiche di Faenza, cioè le maioliche (terrecotte smaltate con vetro stannifero). I primi documenti su di esse sono del 1142, e le troviamo riportate nelle codificazioni degli Stati civici del 1410, del 1527 e del 1604. Nel secolo quindicesimo i ceramisti faentini incominciarono a diffondere i loro prodotti in tutta Italia e all'estero, soprattutto in Francia. Il sedicesimo secolo è il periodo di maggiore originalità dell'industria: in particolare, sono rinomate le opere della "casa Pirota", dal nome dei suoi padroni, con il caratteristico ornato azzurro e le squisite composizioni dei "maestri del primo istoriato" e dei "maestri compendiari" (lo stile compendiario consisteva in pochi tratti di pittura in lievi tonalità cromatiche). Nel tardo '500, inoltre, si diffusero in tutta Europa i "bianchi di Faenza" (esemplari di linee sobrie, rivestiti di smalto bianco). Nel '600 si affermano le officine dei conti Ferniani, che continuano la loro intensa ed elegante produzione anche nel diciottesimo secolo. Dopo una stasi all'inizio dell'Ottocento, nella seconda metà del secolo l'opera del Marabini, del Farina, del Dalpozzo e del Minardi riporta la produzione ad ottimi livelli. Nel 1906 fu istituita la scuola di ceramica, oggi istituto d'arte per la ceramica "Gaetano Ballardini", che ha dato nuovo impulso alla produzione tuttora ricca e fiorente. Una fondamentale raccolta di maioliche d'arte è conservata nel museo internazionale delle ceramiche, sorto nel 1908. V. anche MUSEO INTERNAZIONALE DELLE CERAMICHE, A FAENZA