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CADóRE
Approfondimento
Approfondimento: CADóRE
Regione del Veneto, che ricorda l'antica popolazione dei Catubrini e che costituisce un'unità storico-geografica ed etnica ben definita. Comprende il bacino superiore del Piave, a monte della borgata di Termine, e alcune piccole valli tributarie del Cordevole, della Rienza e del Tagliamento (Val Fiorentina, valle del Rio Popena, alti bacini dei torrenti Ongara e Lumiei) e le stesse sorgenti del Tagliamento. Ne fanno parte alcuni gruppi delle Dolomiti orientali, tra cui l'Antelao, alto 3.263 m. Il clima è alpino, con piogge abbondanti che cadono prevalentemente d'estate. L'inverno è secco e fa registrare spesso, nei fondovalle, valori termici molto bassi. Ha una superficie di circa 1.200 kmq. I villaggi sono costituiti per lo più da borgate che si succedono l'una all'altra lungo le strade o lungo i fiumi (Auronzo, Lorenzago, Sappada). Le colture sono limitate al fondovalle, mentre sulle pendici dei rilievi dominano le aree prative destinate all'allevamento del bestiame. Grande importanza ha il bosco di alto fusto, ben conservato e curato, da cui si ricava l'abete rosso, che dà legname da lavoro assai pregiato. Notevoli sono le risorse idriche, che alimentano grandi impianti idroelettrici; numerosi i centri di villeggiatura e di sport invernali. Capoluogo del Cadore è Pieve di Cadore, situata su un dosso a oltre 300 metri sul fondovalle del Piave. Il maggior centro turistico è Cortina d'Ampezzo. La sua storia ha origini molto antiche: abitato dagli Euganei, quindi dai Catubrini, popolazione etnicamente affine ai Reti, dalla quale appunto deriva il nome della regione, il Cadore venne occupato dai romani nel 15-14 a.C. Dal VI secolo fu una contea del ducato longobardo del Friuli e sotto i franchi fece parte della marca friulana, dalla quale venne poi staccato dall'imperatore Ottone I per essere annesso al marchesato di Carinzia. Sfaldatosi questo, diventa del tutto indipendente nel 974. Da Corrado II fu quindi annesso nel 1027 al patriarcato d'Aquileia e da questo infeudato alla famiglia dei da Camino, che la tenne dal 1139 al 1335. Tornato ai patriarchi di Aquileia, si aggregò nel 1420 alla Repubblica veneta (che gli concesse i propri diritti e privilegi, già statuiti sotto i caminesi) e le rimase sempre fedele. Così, durante le guerre del 1508-1512 per la supremazia in Italia, si difese valorosamente dalle milizie di Massimiliano I, che a Vallesella, nel 1509, furono obbligate alla ritirata. Occupato dai francesi nel 1797, quindi brevemente dagli austriaci, dal 1806 fece parte del Regno Italico, per passare nel 1815 all'Austria. Nel 1848 insorse contro gli austriaci per iniziativa del distretto di Pieve e ricostituì, il 1º aprile, l'antica comunità cadorina, già presente sotto il governo della Serenissima. Dopo aver aderito al governo provvisorio di Venezia, resistette, sotto la guida di Pier Fortunato Calvi, alle truppe austriache dalla fine di aprile al 4 giugno. A questa eroica resistenza, nonché al suo animatore, è dedicata la famosa ode di Carducci, Cadore, scritta nel 1892. Unito all'Italia nel 1866, fu nella prima guerra mondiale zona di operazioni della 4ª armata italiana.