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SCUOLA SICILIANA

Approfondimento

Approfondimento: SCUOLA SICILIANA

Complesso movimento letterario sviluppatosi nel XIII secolo, precisamente tra il 1230 e il 1240, presso la corte palermitana di Federico II e proseguito con i suoi figli Manfredi ed Enzo. Il primo a utilizzare tale espressione fu Dante Alighieri nella sua opera "De vulgari eloquentia" dove chiamò "siciliana" la produzione poetica che aveva preceduto quella toscana. Esponente di spicco della Scuola siciliana fu lo stesso imperatore Federico II, assertore convinto della cultura come veicolo di civiltà e grande appassionato di arte e di scienza. In pochissimo tempo la sua corte divenne un importantissimo punto di ritrovo per intellettuali provenienti da ogni parte del mondo, quasi tutti scrittori laici economicamente indipendenti che svolgevano una professione diversa da quella esclusivamente culturale: notai, giudici, funzionari di corte, sempre più raramente uomini di chiesa. Presso la corte sveva si sviluppò, quindi, una cultura laica che si sarebbe trasmessa anche all'Italia dei Comuni. La caratteristica fondamentale della Scuola siciliana sta nella lingua utilizzata: per la prima volta nella storia un dialetto, appunto quello siciliano, fu usato per alti scopi letterari, ovviamente dopo essere stato liberato dei suoi tratti più spiccatamente idiomatici e arricchito con espressioni provenzali e latine: alla fine si ottenne una lingua "illustre", modellata sulla sintassi e la metrica della tradizione lirica provenzale. Come quest'ultima, anche la poesia siciliana aveva un contenuto essenzialmente amoroso e faceva largo uso di rime e metafore. Tuttavia, ci furono alcune novità sia nella struttura -furono introdotti la canzone e il sonetto-, sia nelle tematiche -molto più approfondite e interiorizzate, preludio di quello che sarà successivamente il "Dolce Stil Novo"-. I principali esponenti della Scuola siciliana, provenienti anche da altre regioni meridionali, furono, oltre Federico II e i suoi due figli, Jacopo da Lentini, Pier della Vigna, Stefano Protonotaro, Rinaldo d'Aquino e Giacomino Pugliese; gli influssi di tale poetica giunsero anche nell'Italia centrale e settentrionale. La Scuola siciliana durò fino alla morte del re Manfredi avvenuta nella battaglia di Benevento del 1266: da quel momento il casato di Federico II perse la sua importanza e il centro culturale italiano si spostò dalla Sicilia alla Toscana. V. anche ENZO RE e FEDERICO II DI SVEVIA e Jacopo da Lentini e Pier della Vigna

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