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Provincia di SIRACUSA
Capoluogo: Siracusa
Scheda
- Superficie: 2.108,80 Kmq
- Abitanti: 402.840
- Densità: 191,03 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 089
- Numero comuni: 21
Provincia di Siracusa - Statistiche
Territorio. Situata nella storica Val di Noto, la provincia siracusana, a confine con quella di Catania, a nord e ovest, e con quella di Ragusa, a ovest, occupa con i suoi 21 comuni un territorio non molto esteso (poco più di 2.100 kmq) ma densamente popolato (192 abitanti ogni kmq), compreso tra la piana di Catania, i Monti Iblei e il Mar Ionio, che qui si addentra nei tre golfi: di Catania, di Augusta e di Noto. La morfologia è prettamente di tipo collinare, mentre il tratto costiero assume di volta in volta un aspetto diverso: ora alto e roccioso, ora basso e sabbioso, fino a diventare visibilmente piatto nelle propaggini più meridionali. Del resto, la principale catena montuosa, quella dei Monti Iblei, è costituita da rilievi di modesta entità (i monti Lauro e Contessa non raggiungono i mille metri di altitudine e ancora più bassi sono quelli che si susseguono verso il mare: Santa Venere e Carrubba, in direzione nord, Grosso, in direzione est) e ancora più modesta è quella delle quote raggiunte dai Monti Climiti (406 m s.l.m.), la catena minore, a ridosso della costa del Golfo di Augusta. Come nel resto dell’isola, anche qui i fiumi, come l’Anapo, il Tellaro, l’Asinaro, il Cassibile, sono brevi e non molto copiosi, capaci, però, di scavare il terreno formando le cosiddette “cave” (famosa la Cava Grande del Cassibile). La provincia presenta oasi naturalistiche particolarmente suggestive: Pantalica Valle dell’Anapo, creata dall’omonimo fiume, il cui nome in greco vuol dire “invisibile” (è sua caratteristica “ingrottarsi” per riemergere pochi chilometri dopo); Vendicari, zona umida costiera caratterizzata da una straordinaria varietà di ambienti, con roccia, mare, sabbia e dune, vero e proprio paradiso per numerose specie di uccelli quali i fenicotteri, le pettegole, gli aironi, le spatole; la penisola della Maddalena, piena di bellissime scogliere e un tempo luogo di preparazione del noto Moscato di Siracusa; la Riserva Naturale fiume Ciane e Saline di Siracusa, dove ancora oggi si coltiva il papiro. Interessanti sono anche le varie “aree speciali”: Pantano Longarini-Cuba-Marghella (palude); Fiume San Leonardo; Isola di Capo Passero (Riserva Naturale di notevole interesse botanico), Lago di Lentini. In generale, il paesaggio è ricco di mandorleti e agrumeti, punteggiato di superbi carrubi, quasi protesi, a settentrione, verso la mole maestosa dell’Etna, in provincia di Catania.
Lo sfondo verde dello stemma della provincia, concesso con Regio Decreto, è attraversato, in sbarra, da un filetto d’argento, accostato, ai lati, dal diritto di una moneta antica d’argento “DEMARATEION”, raffigurante la leggenda “ΣΥΡAΚΟΣΙΟΝ” e, nell’altro verso, una quadriga sormontata dalla vittoria volante e accompagnata, in basso, da un leone che corre.
Comunicazioni. Diverse sono le strade statali che collegano la provincia ad altre zone dell’isola: la n. 114 Orientale Sicula; la n. 115 Sud Occidentale Sicula; la n. 124 Siracusana; la n. 193 di Augusta; la n. 194 Ragusana; la n. 287 di Noto. Manca, invece, un’autostrada: quella di cui ci si serve è la A19 Palermo-Catania, a non breve distanza per la maggior parte dei comuni. Per il 2005 si prevede il completamento della Siracusa-Gela, della quale attualmente si percorre il tratto Siracusa-Cassibile, lungo 10 km. Per quanto riguarda i collegamenti ferroviari, solo alcuni comuni posseggono una stazione propria; le linee che servono la provincia sono: la Messina-Catania-Siracusa; la Agrigento-Canicattì-Gela-Ragusa-Siracusa; la Catania-Lentini-Gela. L’aeroporto più vicino, per i voli nazionali e internazionali, è quello di Catania/Fontanarossa, a circa 100 km dal capoluogo di provincia; sul continente, per le linee intercontinentali dirette l’aerostazione di riferimento è quella di Roma/Fiumicino. I collegamenti marittimi sono garantiti dai porti commerciali di Siracusa e di Augusta (che è anche base militare); per i collegamenti ferroviari col continente, a mezzo traghetto, bisogna raggiungere il porto di Messina.
Storia. I primi insediamenti umani nella zona sono databili all’età della pietra; dell’Età del Bronzo e di quella del ferro si hanno tracce, per esempio, a Sortino, nella parte settentrionale della circoscrizione, dove sono state rinvenute necropoli risalenti appunto a quelle età. Sicani, siculi e fenici vi hanno lasciato tracce copiose ma, in particolare per Siracusa, la presenza più significativa ed esaltante è stata quella greca, che fece dell’attuale capoluogo di provincia una “polis” in grado di dedurre colonie (Akrai, Casmene, Camariana), imponendo la propria egemonia su un vasto raggio d’azione, assicurandosi l’incontrastato dominio commerciale sul basso Tirreno con la vittoria navale sugli etruschi (V secolo a.C.), fino ad arrivare a competere addirittura con la stessa Atene. L’egemonia greca fu lunga e fiorente: soprattutto con Gelone e Gerone I Siracusa conobbe fasti e splendori diventando anche un importante centro culturale grazie a personaggi quali Filolao, filosofo pitagorico del V secolo a.C., nonché Bacchilide, Pindaro ed Eschilo, che dimorarono presso la corte. Contemporaneamente, però, furono combattute numerose guerre contro i tanti popoli che tentarono di espugnarla, come gli ateniesi e i cartaginesi. Di quel periodo ci restano numerose e importanti testimonianze storico-architettoniche. A porre fine alla lunga dominazione greca furono i romani, i quali nel III secolo a.C. imposero la loro egemonia su tutta l’isola. Siracusa fu conquistata nel 212 a.C. da Claudio Marcello; durante l’assedio perse la vita anche il famoso Archimede, dopo aver cercato di difendere la città con le sue geniali invenzioni. Sotto la dominazione romana Siracusa fu sede di pretori e capitale della Sicilia ma perse, logicamente, la grandezza del protagonismo di una città-stato. Sicché col decadere dell’Impero Romano d’Occidente andò scemando anche la sua importanza. Parte notevole in questo declino ebbero le innumerevoli dominazioni o invasioni da parte di altri popoli, a partire dai vandali, che lasciarono, per esempio ad Avola, tracce di saccheggi e devastazioni. Nel 575 la zona fu riannessa all’Impero d’Oriente da Belisario e con la dominazione bizantina conobbe un lungo periodo di pace fino a quando non fu occupata dagli arabi. Allora il centro di potere divenne Noto, che fu messa a capo di una delle tre entità amministrative in cui la Sicilia fu divisa: Val di Noto, Val Demone e Valle di Mazara, avendo, così, giurisdizione su un terzo dell’isola, governata da un califfo. Ma col IX secolo d.C. aveva avuto inizio un susseguirsi di nuove dominazioni: dopo gli arabi fu la volta dei normanni, e quindi degli svevi, degli angioini e dei francesi, degli aragonesi e degli spagnoli, dei turchi (nel XVI secolo). E fu un susseguirsi anche di grandi famiglie feudatarie siciliane (per esempio gli Aragona-Pignatelli). Nel 1693 l’intero territorio siracusano fu sconvolto da un terribile terremoto (della Val di Noto, come si usa definirlo), che fu ben più devastante di quello che c’era stato nel 1542 e di quello che ci sarebbe stato nel 1848: i danni furono apocalittici ma proprio la loro entità diede l’impulso alla ricostruzione e quindi a una notevole ripresa economica, che portò all’incremento del commercio marittimo. Fu l’epoca del rifacimento di interi centri abitati, secondo i canoni dell’architettura barocca: l’impegno degli architetti non si limitò alla costruzione di singoli edifici ma si estese alla sistemazione di interi nuclei abitati. Ne sono esempio: Noto, Avola e tanti altri comuni della circoscrizione, come pure Grammichele e Catania, nell’omonima provincia, o Ragusa e Modica, in provincia di Ragusa. Nel corso della seconda guerra mondiale il territorio ha conosciuto massicci bombardamenti sia da parte anglo-americana che da parte tedesca: a Portopalo di Capo Passero ebbe luogo lo sbarco degli anglo-americani; Augusta nel luglio del 1943 fu occupata dagli alleati, che da qui iniziarono la penetrazione in Sicilia; Siracusa fu il principale scalo dei rifornimenti alleati.
Struttura socio-economica. Da zona prevalentemente agricola quale è stata fino al secolo scorso, oggi l’intera provincia è diventata un polo industriale di rilievo,
specializzato nei settori chimico, elettrico, metalmeccanico, della plastica, alimentare e tessile. È grazie a questa ristrutturazione dell’economia che si è potuto arginare il fenomeno dell’emigrazione. Comunque, il settore primario continua a dare il suo contributo all’economia generale attraverso coltivazioni differenziate per zona: a nord gli agrumi (tarocchi, arance rosse di Sicilia), a sud il pomodoro “ciliegino” (notissimo il pomodoro “Pachino”) e il melone “cantalupo”. A questi prodotti vanno, poi, aggiunti quelli caratteristici dei singoli comuni: ad esempio il miele di Sortino (celebri le virgiliane “api iblee”), le mandorle di Avola (la mandorla Pizzuta è esportata in tutto il mondo), l’olio di Ferla, Buscemi e Cassaro, che ha ottenuto riconoscimenti sul piano nazionale e internazionale (la “tonda iblea” è una straordinaria varietà di oliva, autoctona dei Monti Iblei), il Marsala di Noto, il Moscato di Siracusa e quello Doc di Noto, il Rosso di Pachino, il Nerello d’Avola, il formaggio pecorino di Lentini. Lungo la costa è molto sviluppata l’attività marinara a cui sono collegate diverse aziende attive nella lavorazione del tonno e del pesce azzurro (bottarga, ventresca, alici, tonno sott’olio). Discreto apporto economico deriva anche dalla base navale di Augusta. L’artigianato, a sua volta, è molto sviluppato; di remota tradizione, riesce ancora ad attirare acquirenti e appassionati: lo “sfilato” siciliano, tipico ricamo risalente al Quattrocento, diffuso, per esempio, a Sortino, e la “frattazza”, tipo di tappeto dalle fogge variopinte e geometriche; la lavorazione del corallo, della ceramica e della pietra lavica dell’Etna; la produzione dei famosi “pupi”; la lavorazione del papiro (Fonte Ciane). Altra voce economica piuttosto considerevole è quella del turismo, anche balneare. Notevoli sono le ricchezze di carattere archeologico (a Siracusa: la Basilica di San Giovanni alle Catacombe, il Tempio di Apollo, l’Olympieion, il Teatro Greco, il Museo Archeologico ecc.), religioso (la chiesa madre ad Avola, la chiesa di Sant’Antonio a Buccheri, il duomo di Siracusa), gastronomico (carciofi arrostiti, spaghetti alla siracusana, cassata di ricotta, cannoli alla siciliana, gelato alla rosa e al gelsomino).
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