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Provincia di RAGUSA
Capoluogo: Ragusa
Scheda
- Superficie: 1.614,02 Kmq
- Abitanti: 313.901
- Densità: 194,48 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 088
- Numero comuni: 12
Provincia di Ragusa - Statistiche
Territorio. Situato nella parte sud-orientale della Sicilia, si estende per 1.600 kmq ed è suddiviso in 12 comuni, con una popolazione complessiva di circa 300.000 abitanti. I centri abitati sono quasi tutti dislocati in posizioni suggestive: affacciati sul mare o su crinali montagnosi, spesso caratterizzati da viuzze medievali o da edifici barocchi, in genere modellati su terreni anche molto scoscesi. La morfologia complessiva è di tipo collinare, con un’alta percentuale della superficie occupata dall’altopiano dei Monti Iblei, formati in parte da materiali vulcanici e in parte da rocce bituminose, la cui vetta più alta è il Monte Lauro (986 m), antico vulcano oramai spento. Le zone pianeggianti si trovano a sud-est, nell’estremo lembo occidentale della Val di Noto, e a sud-ovest, in corrispondenza di uno dei fiumi principali, l’Ippari, e dei comuni di Acate, Comiso e Vittoria. Il tratto costiero (50 km), offre un paesaggio continuamente mutevole: un susseguirsi di spiagge dalla sabbia finissima che si alternano a scogli a picco sul mare, rinomate e affollate località turistiche (ad esempio Marina di Ragusa) intervallate da piccoli e pittoreschi villaggi di pescatori. Il mare di Pozzallo ha ottenuto la Bandiera Blu d’Europa 2003, della “Fondazione europea per l’educazione all’ambiente”. Purtroppo, per costruire le moderne strutture alberghiere non sempre si è pensato a proteggere il paesaggio naturale, che talvolta è stato deturpato. Non mancao, comunque, esempi di difesa dell’ambiente, come: la Riserva Naturale Macchia Foresta del fiume Irminio, alla foce dell’Irminio, appunto (in località Marina di Ragusa), la Riserva Naturale orientata Pino d’Aleppo, la Riserva Pantani della Sicilia Sud-Orientale, la Riserva Isola dei Porri. Oltre l’Ippari, altri fiumi degni di nota sono: l’Acate o Dirillo e l’Irminio; si tratta di fiumi molto brevi ma, comunque, importanti per le coltivazioni locali. Tuttavia, nonostante la presenza di sorgive e di qualche zona dalla fitta vegetazione, nel complesso c’è carenza di acqua, causata dalla scarsità delle precipitazioni e da un disboscamento irrazionale e secolare, che ha privato la terra della sua umidità; perciò, per soddisfare le esigenze idriche della zona, sono state costruite diverse dighe, come quelle: sull’Acate (lago Dirillo), nel comune di Licodia Eubea, della confinante provincia di Catania; sull’Irminio (nota come diga di Santa Rosalia) e sul Lazzarone (presso Chiaramonte Gulfi). Dal punto di vista geologico, si tratta di una zona calcarea piuttosto arida che, però, presenta paesaggi particolarmente suggestivi, caratterizzati dai “muri a secco”, che percorrono l’intera provincia, e dai canyons, fosse profonde scavate dai torrenti.
Sullo sfondo azzurro dello stemma della provincia, concesso con Regio Decreto, spicca una banda costituita da scacchi argentati e rossi, attraversata da un’aquila in volo abbassato, sormontata da una stella.
Comunicazioni. Attualmente la provincia non è attraversata da autostrade ma si prevede il futuro passaggio, attraverso il suo territorio, della Siracusa-Gela, che dovrebbe essere pronta per il 2005; per il momento l’autostrada più vicina è la
A19 Palermo-Catania. Tre sono, invece, le strade statali che vi si snodano: la strada statale n. 115 Sud Occidentale Sicula, la strada statale n. 194 Ragusana e la strada statale n. 514 di Chiaramonte. La linea ferroviaria è la Agrigento-Canicattì-Gela-Ragusa-Siracusa. Per i voli nazionali e internazionali l’aeroporto più vicino è quello di Catania/Fontanarossa, a 110 km da Ragusa; da lì si raggiunge l’aerostazione di Roma/Fiumicino, per una maggiore disponibilità di linee intercontinentali. Per ciò che concerne i collegamenti marittimi, in provincia si trova solo il porto di Pozzallo, per il traffico merci, finalizzato prevalentemente all’industria, o per quello passeggeri, prevalentemente per Malta. I porti maggiori sono quelli di Siracusa e di Catania; quello di Messina assicura i collegamenti col continente.
Storia. Tante le dominazioni e tanti i popoli susseguitisi nel corso dei secoli sul territorio ibleo. Si parte dalla preistoria con sicani e siculi (XVIII-VIII secolo a.C.); poi è la volta di fenici e greci nell’VIII secolo a.C.; dopo essere diventata provincia dell’Impero Romano (III secolo a.C.-II secolo d.C.), conobbe le invasioni di goti, visigoti e vandali (IV-VIII secolo d.C.); tra il 700 ed il 900 d.C., durante la dominazione araba, ci fu un grande sviluppo economico e culturale, che poi raggiunse il massimo splendore con i normanni (XI-XIII secolo d.C.); tra il 1200 ed il 1300 d.C. signori della zona furono gli angioini. Il malgoverno francese ebbe fine dopo i famosi Vespri Siciliani del 1282, precisamente quando Ragusa e Modica vennero trasformate in contee dal nuovo re di Sicilia Pietro d’Aragona. Qualche anno più tardi avvenne la loro fusione in Contea di Modica, governata dai Chiaromonte, i quali avrebbero comandato per oltre cent’anni acquisendo potere economico, politico e territoriale. Tale egemonia terminò nel 1392, soppiantata da un’altra potente casata, i Cabrera: seguì un periodo di lotte tra i nuovi conti e i gruppi ancora fedeli ai Chiaromonte. Anche se proprio con i Cabrera assunse le attuali dimensioni, la provincia iblea non raggiunse lo splendore tipico del periodo precedente, e ciò accadde anche con i successivi signori, gli Henriquez, giunti al potere attraverso una serie di matrimoni strategici. La storia di questo territorio conobbe un avvenimento tragico con il terremoto del 1693 che colpì gran parte della Sicilia orientale, mietendo seimila vittime e radendo al suolo monumenti secolari. Nel corso del XVIII secolo tutta l’isola conobbe nuovi dominatori (i Savoia, gli Austriaci e i Borbone) fino all’unione con il Regno d’Italia, nel 1861. Ragusa divenne provincia nel 1926. Nella circoscrizione si trovano siti che sono stati riconosciuti dall’Unesco come Patrimonio culturale dell’umanità.
Struttura socio-economica. Prevale un’economia agricola di mercato e non più di sostegno, grazie all’operosità e alle iniziative locali che hanno sfruttato al massimo e, a volte, addirittura creato le condizioni ideali per coltivare. La produzione di vini come il Doc Ambrato o il “cerasuolo” e quella dell’olio d’oliva Dop Monti Iblei ne sono prova evidente. Nelle pianure si producono frutta, ortaggi e agrumi; lungo le coste si pratica la coltivazione nelle serre; sulle colline si coltivano olivi e carrubi, da questi ultimi ricavando un prodotto tipico della provincia. Agrumi, anche per l’esportazione, mandorle e noci fanno parte dell’immaginario collettivo legato a questa zona. Come pure ne fa parte tutta la gastronomia tipica, imperniata sulle carni ma, più ancora, sui formaggi e sui dolci. Meno specifica, invece, è la pesca, che pure riesce a giustificare iniziative nel comparto dell’industria alimentare (Pozzallo). Il settore secondario, comunque, è collegato prevalentemente all’agricoltura: oltre l’industria edili e quella estrattiva, infatti, ci sono oleifici, frantoi e industrie casearie. Per il terziario è importante il contributo economico del turismo, grazie alle numerose località turistiche (soprattutto lungo la costa), città d’arte (Ragusa Ibla, Modica, Scicli) e centri archeologici (Kaukana, Kamarina, Cava d’Ispica).
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