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AGRUMI
Approfondimento
Approfondimento: AGRUMI
Introdotti in occidente in epoca relativamente recente, furono importati dagli Arabi verso l'undicesimo secolo, come risulta dai documenti risalenti al periodo della dominazione araba: il termine arancio deriva dal persiano "narany", che poi sia lo spagnolo (con "naranja") sia altre lingue neolatine hanno essenzialmente conservato. Provengono dall'Asia e i primi esemplari giunti in Europa (che raggiunsero le coste della Spagna e della Sicilia) furono piante di arance amare, spinose, utilizzate al solo scopo di ornare i giardini degli aristocratici (in tempi antichi furono il frutto sacrificale utilizzato nelle cerimonie religiose). Ancora agli inizi del XVI secolo possedere un agrumeto era ritenuta condizione essenziale per le corti raffinate: Leonardo da Vinci ebbe a progettarne intere serre per la residenza milanese di Carlo d'Amboise; famose furono le "orangeries" di Luigi XIV, che numerosi principi stranieri imitarono. Soltanto nel XIX secolo, però, gli agrumi comparvero sulle tavole, benché già se ne decantasse qualche benefica proprietà; già nel 1769 il capitano inglese James Cook aveva sconfitto lo scorbuto fra i suoi marinai caricando le stive delle navi con i limoni, un secolo e mezzo prima di conoscere la vitamina C in essi contenuta. Agli scambi commerciali fra portoghesi e genovesi si deve l'introduzione dell'arancia dolce. Attualmente si distinguono due tipi di arance: le bionde e le sanguigne (o sanguinelle). Fra le prime sono: la bionda comune, che matura prima delle altre; la calabrese, che ha forma tendente all'ovale, e le arance alla vaniglia, del tipo detto anche maltese. Fra le altre si annoverano: i tarocchi, la cui polpa si distingue per le striature rosse; il moro e il sanguinello, che ha buccia sottile. La raccolta delle arance a polpa rossa (sanguinello, tarocco e moro) copre un arco di diversi mesi, che va da ottobre a giugno. L'area geografica di produzione è la Sicilia orientale ma soprattutto Adrano (CT) e il territorio circostante Paternò (CT) sono noti per la produzione delle arance rosse di Sicilia, cui è stata assegnata la Igp (indicazione geografica protetta); anche le arance rosse di Enna, Ragusa e Siracusa hanno ricevuto lo stesso riconoscimento. Frutto della specie delle arance pigmentate, l'arancia rossa è caratterizzata dalla colorazione accesa dell'epicarpo, dovuta alla presenza di pigmenti antociani. La varietà tarocco sembra essere derivata da una mutazione del tipo sanguinello; la sua storia è inserita in un articolo di Sebastiano Cocuzza, pubblicato nel 1929, che pone le origini della varietà verso lo scorcio del XIX secolo. Dalla zona di Francofonte (SR) il prodotto si diffuse a quelle di Lentini (SR), Carlentini (SR), Palagonia (CT) ecc. La varietà moro dovrebbe aver avuto origine agli inizi del XIX secolo, nella zona di produzione dei limoni circostante Lentini (SR). Per quanto concerne il metodo di produzione, l'indicazione geografica protetta "Arancia Rossa di Sicilia" è limitata alle seguenti varietà: tarocco e suoi derivati; moro e suoi derivati; sanguinello e suoi derivati. Le piante che producono le arance rosse siciliane devono trovarsi nelle condizioni ambientali e di coltivazione tradizionali di quella zona, le sole che conferiscono al prodotto che se ne ricava le sue peculiari caratteristiche di qualità. Sin dai tempi più remoti gli agrumi sono stati coltivati in Sicilia; in particolare, le zone collinari e pianeggianti circostanti il vulcano dell'Etna si sono specializzate nella coltivazione di un'unica varietà, la cui produzione viene favorita dalle elevate temperature della zona; queste favoriscono, infatti, la concentrazione di zuccheri e di pigmenti antociani nei frutti. I pigmenti antociani sono gli stessi che conferiscono il tipico sapore dolce. Le varietà sanguinello, tarocco e moro sono state fortemente influenzate dall'ambiente di coltivazione nel corso dei secoli. L'arancia rossa di Sicilia è un esempio evidente dello stretto legame fra gli elementi climatici e le caratteristiche del prodotto; alcune varietà, infatti, se poste in climi diversi, non mostrano le stesse caratteristiche organolettiche che hanno reso queste arance famose in tutto il mondo. Vicinissimo all'arancia è il mandarino, originario della Cina, giunto in Europa soltanto nel XIX secolo; fra gli agrumi più dolci, esiste anche nella versione senza semi. Numerosi sono gli incroci generati dalla moderna frutticoltura, proprio partendo dall'arancia (anche amara) e dal mandarino: è il caso di mandaranci, clementine, tangerini; i più richiesti, perché privi di semi, sono quelli del tipo clementine. Al mondo degli agrumi appartengono anche i pompelmi, i limoni e i cedri; i primi bianchi o nella variante rosa; in gran parte da gustare crudi, al naturale o spremuti. Diverse sono anche le varietà di limone, la cui raccolta dura dall'autunno alla primavera; fra queste, la più diffusa è quella denominata "femminiello". Una storia a parte ha il cedro, la cui buccia si utilizza sotto forma di canditi o per trarne un olio essenziale di odore molto gradevole, che si impiega in profumeria; il succo viene usato per preparare bevande e bibite dissetanti.