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Provincia di GROSSETO
Capoluogo: Grosseto
Scheda
- Superficie: 4.504,29 Kmq
- Abitanti: 225.861
- Densità: 50,14 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 053
- Numero comuni: 28
Provincia di Grosseto - Ambiti
DEFINIZIONE Non c'è un autentico confine naturale che distingue la Maremma grossetana dalle Colline Metallifere e dagli ultimi contrafforti del massiccio dell'Amiata; eppure la coscienza dei nativi del luogo ha imparato a distinguere le tre aree, riconoscendo a ciascuna caratteri che ne definiscono la specifica identità: Maremma è stato per secoli sinonimo di insalubrità e di febbri malariche; le Colline Metallifere e il massiccio dell'Amiata, dal canto loro, hanno legato il proprio nome alle risorse minerarie.
Maremma grossetana: Campagnatico, Capalbio, Castiglione della Pescaia, Civitella Paganico, Follonica, Grosseto, Magliano in Toscana, Manciano, Monte Argentario, Orbetello, Pitigliano, Scansano, Scarlino, Sorano; Isola del Giglio.
Colline Metallifere: Gavorrano, Massa Marittima, Monterotondo Marittimo, Montieri, Roccastrada.
Monte Amiata: Arcidosso, Castel del Piano, Castell'Azzara, Cinigiano, Roccalbenga, Santa Fiora, Saggiano, Semproniano.
MAREMMA GROSSETANA
Territorio. Per comune consenso è così designata la parte meridionale della Maremma toscana, estesa dal golfo di Follonica fino alla valle del fiume Flora. Benché il nome sia generalmente associato alla fascia litoranea e alla pianura retrostante, la Maremma è in vero anche un tipico ambiente collinare, cui può riconnettersi l'Isola del Giglio, per i suoi collegamenti con la terraferma, che ne fanno una sorta di prolungamento del promontorio dell'Argentario. Sulle dolci ondulazioni, che in qualche caso lambiscono la costa, da tempi immemorabili si è insediata la civiltà urbana ma, da quando le condizioni igieniche dell'area hanno reso superfluo rifugiarvisi per sfuggire alle febbri malariche, i colli maremmani sono divenuti il regno delle estensioni boschive e delle colture arbustive. La pianura ha invece alle spalle un passato malsano e un'opera plurisecolare di bonifica su cui si è innestata la recente valorizzazione economica e urbanistica. La fascia lambita dal mare offre oggi coste basse e sabbiose, orlate da dune (tomboli) e da pinete. Alla salvaguardia di queste ultime, minacciate dall'espansione selvaggia e dall'inquinamento, si è rivolta la creazione di svariate aree protette: tra i monti dell'Uccellina e la palude della Trappola si colloca il parco naturale della Maremma istituito nel 1975; lungo due dei tre tomboli che racchiudono la laguna di Orbetello e nel golfo di Follonica, inoltre, si trovano rispettivamente due oasi di protezione e una riserva naturale.
Comunicazioni. Il sistema viario e ferroviario maremmano interessa con direttrici longitudinali la fascia litoranea e con assi trasversali l'entroterra: la statale Aurelia, che interseca in più punti il tracciato parallelo della linea ferroviaria Roma-Pisa, incontra a Grosseto la statale n. 223, strada di grande comunicazione diretta a Siena; ed è ancora l'Aurelia ad accogliere, a sud del capoluogo, il traffico che defluisce dalla statale n. 74 per Orvieto. La proiezione sul mare dei centri costieri è ancora a uno stato embrionale. Orbetello (porticciolo di Talamone), che con la sua dotazione di servizi soccorre le necessità dei comuni troppo distanti da Grosseto, insieme con Monte Argentario (punti di approdo di Porto Santo Stefano e Port'Ercole), gestisce l'intero volume dei traffici marittimi.
Storia. Le necropoli etrusche di Vetulonia (Castiglione della Pescaia), Saturnia (Manciano) e Sorano e i resti della città romana di Cosa (Orbetello) testimoniano antichi e prosperi insediamenti lungo la costa. La Maremma si trasformò in un ambiente inospitale durante il Medioevo. All'epoca, gli Appiani di Piombino governavano le plaghe più settentrionali (Castiglione della Pescaia, Follonica) e gli Aldobrandeschi il resto del territorio. I centri legati allo stato di Piombino ne seguirono le sorti fino all'annessione, nel 1815, al Granducato di Toscana. Nell'area centro-meridionale, invece, Siena instaurò fra XIV e XV sec. la propria egemonia, subentrando agli Aldobrandeschi e ai nuovi venuti, gli Orsini di Roma. Il crollo della repubblica senese, fra il 1555 e il 1559, fece confluire alcuni centri nel Granducato mediceo, altri, i più meridionali, nello Stato dei Presidi.
Struttura socio-economica. Quando, in seguito al compimento dei lavori di bonifica, fu istituito l'Ente Maremma (1951), quest'ultima era ancora una delle aree agricole più povere della penisola. Da allora lo sfruttamento del suolo agrario ha compiuto passi da gigante, a fronte di un'ancora modesta espansione dell'industria manifatturiera. La vocazione agricola dell'area si coniuga inoltre, in un gran numero di aziende agrituristiche, con una promettente inclinazione per le attività turistiche. Queste hanno trovato terreno fertile soprattutto lungo il litorale -dove si affolla la maggior parte delle strutture ricettive-, nelle oasi protette, nel parco naturale maremmano e nelle rinomate terme di Saturnia. La qualità della vita è quasi ovunque di buon livello e si avvantaggia di una consistente dotazione di servizi.
COLLINE METALLIFERE
Territorio. Con questo nome, vivo non tanto nella coscienza popolare quanto all'interno di una tradizione dotta, si designa un gruppo compatto di rilievi collinari, amministrativamente ripartito fra Grosseto, Pisa e Siena. La sezione che ricade nella circoscrizione grossetana si inserisce senza alcun elemento di trapasso nell'ambiente collinare dell'alta Maremma. Di questa condivide l'aspetto esteriore di morbidi rilievi coperti da vegetazioni boschive e da colture arbustive; il paesaggio muta però sensibilmente nella zona centrale, ove è sfiorata e addirittura superata in più punti la soglia dei 1.000 metri (Le Cornate). Al di là delle visibili affinità, è la ricchezza mineraria del sottosuolo (ferro, rame, piombo, pirite, stagno, antimonio), l'elemento discriminante in cui questa compagine territoriale affonda la propria identità.
Comunicazioni. I tracciati viari e ferroviari di maggior rilievo su scala regionale e nazionale non interessano direttamente questa porzione del territorio provinciale. C'è da dire però che la strada statale n. 439, che da Follonica risale verso Lucca serpeggiando tra le Colline Metallifere, stabilisce con gli imponenti assi litoranei un agevole collegamento. A monte di Massa Marittima, punto di riferimento burocratico-amministrativo per i comuni della zona, la statale n. 441 funge inoltre da elemento di raccordo fra il tracciato della n. 139 e quello della n. 73 per Siena.
Storia. Alcuni reperti di epoca preistorica nella zona di Massa Marittima, la necropoli etrusca presso il lago dell'Accesa, le cave romane di Montieri lasciano intuire uno sfruttamento dei locali giacimenti minerari la cui origine si perde nella notte dei tempi. Nel Basso Medioevo la repubblica di Siena, in piena fase di espansione, ebbe rapidamente la meglio sui centri di potere dei conti Alberti e del vescovado di Volterra, ma ben presto il crollo delle sue fortune aprì la strada all'egemonia dei Medici e dei Lorena. All'illuminato governo di questi ultimi si deve il recupero del territorio di Massa Marittima, coinvolto nell'assetto paludoso e malarico della contigua maremma.
Struttura socio-economica. L'antico sfruttamento dei giacimenti ha lasciato tracce inconfondibili sul territorio e nel locale assetto socio-economico, nonostante la fase congiunturale di crisi seguita ad un periodo di intenso sfruttamento. Da inaccese profondità scaturiscono anche quei vapori endogeni, i soffioni boraciferi, che hanno trovato proficuo utilizzo nelle centrali geotermoelettriche di Monterotondo e Montieri. In posizione subalterna si collocano invece le pratiche agricole, rivolte alla coltivazione degli ortaggi, olivi e viti, e l'industria manifatturiera, attiva principalmente nella zona di Massa Marittima. In questo centro è anche possibile cogliere segnali di sviluppo del terziario turistico che, da sempre monopolio di escursionisti ed estimatori della campagna toscana, si prepara a fronteggiare un flusso sempre più consistente di villeggianti estivi.
MONTE AMIATA
Territorio. Sotto questa denominazione si usa comprendere non il solo apparato vulcanico dell'Amiata, bensì l'intero massiccio montuoso, compreso fra la valle dell'Ombrone e quella del Paglia e amministrativamente diviso tra Grosseto e Siena. Da una prospettiva geo-morfologica, socio-economica e istituzionale i confini dell'area possono essere ulteriormente dilatati fino a comprendere tre comuni -Castell'Azzara, Roccalbegna e Semproniano- che occupano i contrafforti collinari del gruppo montuoso amiatino. Il massiccio offre allo sguardo un profilo aspro di imponenti rilievi (monte Buceto, monte Civitella, monte Calvo), irrorati da copiose sorgenti e ammantati da una vegetazione boschiva: nel territorio del comune di Arcidosso(in località Zancona) alcune specie animali trovano asilo e protezione nel fitto delle faggete. Consistenti fenomeni di spopolamento interessano i comuni amiatini più decentrati: persino i flussi turistici, attratti dalle lusinghe paesaggistiche dei luoghi, m si scontrano con le difficoltà di collegamento alla rete stradale.
Comunicazioni. L'intera zona gravita sulle infrastrutture di trasporto dell'entroterra maremmano e su quelle che attraversano la circoscrizione senese in prossimità del confine con la provincia Grossetana ( via Cassia). Gli unici tracciati viari di un qualche rilievo che coinvolgono direttamente il territorio amiatino hanno un carattere tortuoso, perché costretti ad assecondare la configurazione accidentata del suolo. In questa situazione di intuibile disagio logistico la notevole distanza fa del capoluogo di provincia un improbabile referente burocratico-amministrativo. Arcidosso e Castel del Piano hanno quindi sviluppato nel tempo un sistema complementare di servizi in grado di soccorrere le esigenze prioritarie della popolazione.
Storia. Fra Alto e Basso Medioevo l'intera zona risulta suddivisa in due ampie sfere di influenza: i possedimenti degli Aldobrandeschi dell'illustre ramo di Santa Fiora (Castell'Azzara, Roccalbegna, Santa Fiora, Semproniano) convivevano infatti con i centri di potere sottoposti alla giurisdizione dell'abbazzia di S. Salvatore (rcidosso, Castel del Piano, Seggiano). Il monastero benedettino decadde dagli antichi fati nel 1347 e della sua vulnerabilità seppero abilmente approfittare i potenti conti di Santa Fiora. Il loro predsominio ebbe però carattere effimero. Ben presto, infatti, costoro si videro costretti ad arretrare dinanzi all'inarrestabile avanzata della repubblica senese, che fra XIII e XIV sec. legò alle proprie sorti tutti i principali avamposti del potere feudale della nobile famiglia.
Struttura socio-economica. L'assetto economico locale è legato alla natura del territorio. Là dove i rigori del clima si stemperano per la diminuzione dei valori altimetrici, predominano le colture agricole specializzate nella produzione di ortaggi, olivi e viti. A quote più elevate, invece, la terra offre spontaneamente i suoi frutti: dai boschi di castagno si ricava l'ingrediente principe della gastronomia amiatina, mentre dalle faggete e dalle abetaie proviene il legname per le locali industrie manifatturiere. La generosità del suolo non si limita a ciò che prospera sulla sua superficie: le profondità vengono alla luce soffioni boraciferi (centrali geotermoelettriche di Santa Fiora) e soprattutto il prezioso cinabro (da cui si ricava mercurio) e antimonio. D'altro canto, le lusinghe del paesaggio attraggono masse di turisti per tutto l'arco dell'anno. A loro disposizione è un apparato imponente di strutture ricettive disseminate sul territorio.
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