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Provincia di CATANZARO

Capoluogo: Catanzaro

Scheda

 
Stemma della provincia Catanzaro
   

Provincia di Catanzaro - Statistiche

Territorio. Si distende nella parte centrale della regione, dove la punta dello stivale si restringe maggiormente, occupando entrambi i versanti dell’Appennino calabro per una superficie di poco superiore ai 5.200 kmq. La natura del territorio è prevalentemente montuosa, come nel resto della regione; a nord i confini provinciali comprendono una parte della catena montuosa della Sila Piccola, mentre l’unica estensione pianeggiante apprezzabile è la piana di Sant’Eufemia, nel comprensorio lametino. I principali corsi d’acqua sono rappresentati dal Simeri, dal Corace, dall’Amato e dal Crocchio ma una serie di corsi minori solca le numerose valli che rendono il profilo geometrico vario e a tratti aspro, caratterizzato dalla predominanza dell’olivo alle quote più basse, sostituito mano a mano dal faggio, dal castagno e poi dalle conifere sui monti. Appartiene alla provincia anche una parte del lago Ampollino; più modesto lo specchio d’acqua del Serbatoio del Passante. Sempre nella parte settentrionale del territorio, sui rilievi silani, si trova uno dei nuclei del Parco Nazionale della Calabria. Lo stemma provinciale, concesso con Decreto Reale, è inquartato in croce di Sant’Andrea. Sullo sfondo argenteo delle due sezioni laterali è raffigurata una croce nera potenziata; nei due campi rimanenti, smaltati d’oro, spiccano quattro pali rossi.

Comunicazioni. Oltre all’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, il sistema dei collegamenti conta sul raccordo autostradale che unisce il capoluogo a Lamezia Terme, mentre la rete della viabilità ordinaria ha nella strada statale 106 Ionica e nella s.s. 18 diramazione Tirrena Inferiore i suoi assi principali, che corrono lungo le due fasce litoranee, rispettivamente ionica e tirrenica. La rete ferroviaria non è particolarmente sviluppata, anche a causa delle limitazioni imposte dalle condizioni orografiche, ed è costituita sostanzialmente dalle due direttrici principali, la Reggio Calabria-Taranto e la Reggio Calabria-Napoli. Non vi sono porti commerciali di rilievo mentre ha un ruolo ormai consolidato nel panorama degli scali nazionali l’aeroporto civile di Lamezia Terme.

Storia. Questa parte della regione, di cui si trovano ampi riferimenti nell’Odissea, subì in misura significativa l’influsso determinato dall’immigrazione di popolazioni albanesi, fin dal XV secolo; ne resta traccia nelle tradizioni popolari di molti centri, soprattutto ionici; durante il Medioevo la zona appartenne a signorie celebri quali i Caracciolo, gli Spinelli, gli Altemps. Durante la dominazione borbonica al territorio corrispondente all’attuale provincia era stato dato il nome di Calabria Ulteriore II.

Struttura socio-economica. Si conferma il dato generale proprio della regione, con una permanente difficoltà nel consolidamento della presenza industriale e nello sviluppo economico in generale. Lo spirito imprenditoriale e l’attaccamento alle proprie radici ha portato alla nascita di alcune iniziative, sostenute da opportuni programmi di incentivazione allo sviluppo, in particolare nel campo dell’imprenditoria giovanile; ne hanno beneficiato in particolare le zone intorno al capoluogo di provincia e nel comprensorio lametino, dove le caratteristiche orografiche ed una maggior facilità nei collegamenti aprivano prospettive di mercato più favorevoli. L’agricoltura è praticata, oltre che nelle aree di territorio pianeggiante, sui fianchi delle colline dove la coltivazione della vite dà alimento alla produzione di vini Doc, Scavigna e Lamezia, ottenuti da vitigni Gaglioppo e Greco nero; si apprezza anche una discreta produzione di agrumi, frumento e prodotti ortofrutticoli. L’artigianato è sviluppato e produce pregevoli lavorazioni: dalla seta ai cesti di canne e lamina di castagno. La gastronomia, oltre ai formaggi (caciocavalli, burrini e ricotta), annovera le “grispelle”, ciambelle fritte a base di patate, e i dolciumi, tra cui i mostaccioli con il miele.

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