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Provincia di BARLETTA-ANDRIA-TRANI
Capoluoghi: Àndria, Barletta, Trani
Scheda
- Superficie: 1.538,68 Kmq
- Abitanti: 390.925
- Densità: 254,07 ab./Kmq
- Codice ISTAT: 110
- Numero comuni: 10
Provincia di Barletta-Andria-Trani - Ambiti
DEFINIZIONE Il territorio della nuova provincia si distingue in due ambiti territoriali: "Costa e Valle dell'Ofanto"; "Murgia nord-occidentale". Nel primo si trovano: i tre comuni già appartenenti all'ambito "Tavoliere" della provincia di Foggia e i tre staccati dal sub-ambito della Costa settentrionale della provincia di Bari. Nel secondo si trovano i quattro comuni staccati dall'ambito "Altopiano delle Murge" della provincia di Bari. Le caratteristiche dei due ambiti presentano differenze anche piuttosto marcate come, per esempio, quelle relative a una distribuzione diseguale della ricchezza fra i comuni costieri, da un lato, e quelli dell'area murgiana e ofantina, dall'altro.
Costa e Valle dell'Ofanto: Barletta, Bisceglie, Margherita di Savoia, San Ferdinando di Puglia, Trani, Trinitapoli.
Murgia nord-occidentale: Andria, Canosa di Puglia, Minervino Murge, Spinazzola.
COSTA E VALLE DELL'OFANTO
Territorio. È l'ambito in cui si trova Barletta, sede della Prefettura, sistemata nel Real Monte di Pietà. Al suo estremo nord si trova parte della Valle dell'Ofanto, a cavallo tra il basso Tavoliere e la Terra di Bari (nordbarese). Il fiume, che lì raggiunge l'Adriatico, offre un paesaggio meraviglioso, sia per la vegetazione che per la fauna selvaggia. Incantevole è anche lo scenario delle saline, che hanno l'aspetto di una vasta laguna, e quello della riserva naturale di popolamento animale, istituita nel 1978 e divenuta in pochi anni uno dei luoghi più frequentati da numerose specie di uccelli per svernare. Verso l'interno, nella zona di San Ferdinando di Puglia, un tempo paludosa e malarica, sono evidenti i segni della bonifica delle terre, che ha consentito un notevole sviluppo dell'agricoltura, facendo registrare una progressiva crescita economica e sociale. Più a valle si stende la spianata di Trinitàpoli, a lungo semplice stazione di appoggio per le greggi transumanti dei pastori abruzzesi, che ogni anno portavano le loro greggi a svernare nella pianura foggiana.
Comunicazioni. Alle strade statali n. 16 Adriatica, n. 93 Appulo-Lucana, n. 159 delle Saline, n. 170 diramazione Castel de1 Monte e n. 544 di Trinitapoli si aggiungono le autostrade: A14 Bologna-Taranto e A16 Napoli-Canosa. Le linee ferroviarie che servono questo ambito territoriale sono: la Bari-Bologna, la Barletta-Bari e la Barletta-Spinazzola. Aeroporti e porti di riferimento sono quelli di cui si serve tutta la provincia. È evidente la maggiore articolazione della rete infrastrutturale dell'area costiera. Ne deriva una certa carenza di collegamenti con le zone interne, dannosa sia per la mobilità delle merci, sia per la crescita della coesione territoriale, quindi sia dal punto di vista economico che da quello sociale e culturale.
Storia. Abitato già dagli uomini primitivi, questo ambito territoriale ha restituito reperti relativi ai dauni, agli apuli e a popolamenti successivi, succedutisi man mano attraverso le varie epoche: secondo millennio prima di Cristo, primo millennio e così via, fino ai romani, a partire dal IV secolo a.C. Nel III secolo a.C. gli illiri, provenienti dalla sponda opposta dell'Adriatico, vi fondarono le saline. Interessante è la zona archeologica della località Canne della Battaglia dove, nel III secolo a.C., i cartaginesi di Annibale inflissero una pesante sconfitta ai romani. Col passare dei secoli il territorio ha subito: incursioni saracene, la conquista normanna, le dominazioni sveva e angioina. In seguito conobbe una ripresa sotto gli aragonesi e i veneziani, grazie al rifiorire dei commerci e dell'attività edilizia. La storia successiva all'avvento degli aragonesi non si discosta da quella del resto della regione, assoggettata, dall'inizio del Cinquecento, agli spagnoli, agli Asburgo e ai Borboni. Il malgoverno spagnolo, le pestilenze, i terremoti e ancor più la scoperta dell'America, che dirottò i grandi traffici dai porti mediterranei a quelli atlantici, segnarono l'avvio della decadenza. Dopo la parentesi napoleonica, nel XIX secolo, tornò sotto il dominio dei Borboni, registrando, poi, una ripresa sul finire dell'Ottocento, grazie all'ampliamento dello scalo marittimo di Barletta e al sorgere delle prime industrie. Condividendo le sorti del resto della regione, a lungo travagliata dalla piaga del brigantaggio, e attivamente impegnata nelle lotte a sostegno della causa nazionale, ha registrato una progressiva crescita, grazie soprattutto alla bonifica delle terre. La vera rinascita del territorio si è registrata, comunque, solo dopo la seconda guerra mondiale.
Struttura socio-economica. Gran parte del suo territorio è stata usata per secoli come stazione di appoggio per le greggi abruzzesi transumanti; più recentemente è stata interessata da una vasta opera di bonifica, con conseguente grande sviluppo delle attività agricole e pastorali. Le principali produzioni agricole riguardano: cereali (in particolare frumento), foraggi, ortaggi (fiera nazionale del carciofo mediterraneo, dei prodotti ortofrutticoli e delle macchine per l'agricoltura, la prima decade di novembre), uve, olive, agrumi e altra frutta. Significativa è anche la zootecnia, con prevalenza per l'allevamento di ovini e avicoli. Vini prodotti in questo ambito provinciale sono: il "Barletta" rosso e rosso invecchiato e il "Moscato di Trani" (liquoroso). Sviluppate sono le industrie calzaturiera e tessile / abbigliamento, affiancate da aziende che operano nei comparti alimentare (tra cui il lattiero-caseario, quello per la conservazione di frutta e ortaggi e quello per la produzione di alimenti per animali), chimico, edile, metallurgico, metalmeccanico, cantieristico, cartario, tipografico, del legno, dei materiali da costruzione (compreso il vetro), della stampa, della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica, della pesca e piscicoltura, dell'estrazione di pietra (compresi il taglio e la modellatura della pietra), di argilla, di sabbia e di ghiaia; non mancano fabbriche di mobili, plastica e articoli in plastica, apparecchiature e macchine elettriche, per l'agricoltura e la silvicoltura, apparecchi medicali, chirurgici e ortopedici. È possibile frequentare le scuole dell'obbligo e vari istituti d'istruzione secondaria di secondo grado. Le prestazioni sanitarie sono assicurate dai poliambulatori e dagli ospedali locali. In quest'ambito territoriale si trovano i porti della provincia. Fa registrare un consistente movimento di turisti, grazie alle sue località balneari e alla capacità di attrazione dei suoi prodotti alimentari. Particolarmente rilevante è la produzione del sale, che assicura circa la metà del sale marino alle aziende del Monopolio dello Stato. Con le sue saline, appunto, Margherita di Savoia è stazione termo-balneare che, per i suoi fanghi e le cure salsobromoiodiche, rappresenta un polo turistico di grande rilievo e richiama numerosi visitatori. Quanto all'occupazione, Trani rappresenta una felice eccezione nel panorama complessivo provinciale, che invece fa registrare un tasso inferiore al dato regionale, con una tendenza evolutiva, per altro, negativa. Ancor più negativa è la situazione riferita all'occupazione femminile. Punti di forza rappresentano, invece: una spiccata vocazione multisettoriale dell'apparato produttivo e livelli elevati di specializzazione riferita a specifici settori. È il caso di Margherita di Savoia per le saline, di Trani per l'estrazione e la lavorazione della pietra, di Trinitapoli per le attività conciarie.
MURGIA NORD-OCCIDENTALE
Territorio. La zona è quella più interna e più elevata della provincia, distesa su un vasto banco calcareo, parte dell'Altopiano delle Murge (la quota massima è raggiunta dal Monte Caccia che, con i suoi 679 m s.l.m., costituisce anche il rilievo maggiore dell'intero altopiano). Quasi per intero (fatta eccezione per Canosa di Puglia) rientra nel Parco nazionale dell'Alta Murgia: Andria, con dodicimila ettari, Minervino Murge, con quasi settemila e cinquecento, e Spinazzola con quasi quattromila.
Comunicazioni. Le strade statali che ricadono in quest'ambito sono: la n. 93 Appulo-Lucana e la n. 170 diramazione Castel del Monte. Vi si trovano anche: la Strada Regionale n. 6 della Murgia Centrale, e la SP n. 231 Andriese-Coratina (ex Strada Statale 98). Le autostrade sono: la A14 Bologna-Taranto e la A16 Napoli-Canosa. Le linee ferroviarie presenti sono: la Bari-Barletta, la Barletta-Spinazzola e la linea a carattere locale Rocchetta Sant'Antonio / Lacedonia-Gioia del Colle (sostituita da servizio autobus). Anche per questo ambito, aeroporti e porti di riferimento sono quelli di cui si serve tutta la provincia.
Storia. Terra abitata già nella preistoria, fu sede di insediamenti delle popolazioni daune e apule. I romani la occuparono nel IV secolo a.C., costruendovi, tra l'altro, la via Appia. Fu quindi la volta dei bizantini, che qui furono molto presenti come, del resto, in gran parte della Puglia. Ancora oggi possono essere ammirate le laure basiliane di Andria, grotte scavate nel tufo, fuori dalle vecchie mura, e recanti tracce di affreschi bizantini. Saccheggiata dai saraceni, nel IX secolo, all'inizio del secolo XI cercò di resistere all'avanzata del normanno Roberto il Guiscardo. Nel "loco Andre", Pietro I il Normanno, nel secolo XI, raccolse gli abitanti dei casali vicini dando, così, vita a una città, poi fortificata ed elevata al rango di sede di diocesi. Si trattava di Andria che, prediletta dallo svevo Federico II di Hoenstaufen, sotto gli angioini divenne contea e poi ducato dei Del Balzo. Nei pressi di Andria Federico II nel Duecento fece costruire il Castel del Monte. Al centro di importanti vie di comunicazione, fu assoggettata a diverse gestioni feudali: di Giovanni Pipino, degli Orsini del Balzo, dei Pignatelli, dei Ferrillo, dei Del Tufo, dei Carafa, dei Tuttavilla-Calabritto, fino all'abolizione del feudalesimo, sancita da Napoleone. Nella seconda metà del Quattrocento vi regnò Federico d'Aragona e successivamente i Borboni. Sul finire del XVIII secolo subì il saccheggio a opera dei francesi. Sempre nel Settecento, insorse contro gli austriaci. All'inizio del XIX secolo vi regnò Gioacchino Murat. Impegnata nelle lotte risorgimentali, la sua popolazione partecipò all'impresa garibaldina. Nel periodo post-unitario la zona conobbe una certa crescita. Alla crescita economica e all'incremento demografico registrati dalla fine del 1800, grazie alla suddivisione dei latifondi, ha fatto seguito, però, nel secondo dopoguerra, una grave crisi economica, con grande disoccupazione e forte esodo emigratorio.
Struttura socio-economica. Uno dei motivi per i quali per secoli la zona è stata nota anche nelle regioni più lontane è quello della sua integrazione nel processo economico della transumanza delle greggi. Di qui passava, infatti, il tratturo Melfi-Castellaneta, una delle principali vie erbose su cui quel fenomeno si ripeteva di anno in anno. Dalla fine del XIX secolo, grazie alla suddivisione dei latifondi, si registrò una consistente crescita economica con conseguente incremento demografico. A quella crescita, però, nel secondo dopoguerra è seguita una forte emigrazione. Allo stato attuale, l'agricoltura si basa sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, ortaggi, uve, olive, agrumi e altra frutta; si allevano bovini, suini, ovini, caprini, equini e avicoli. Di rilievo è la fiera d'aprile, con l'assegnazione del premio internazionale "Bioil" al miglior olio extravergine d'oliva ottenuto da coltivazione biologica. I vini prodotti in quest'ambito provinciale sono: il "Rosso Canosa" e il "Castel del Monte". Sviluppate sono le industrie: calzaturiera, tessile e dell'abbigliamento. Le affiancano aziende che operano nei comparti: alimentare (tra cui il lattiero-caseario e quello per la conservazione di frutta e ortaggi; famosi sono i confetti di Andria), edile, manifatturiero, metalmeccanico, metallurgico, del legno, edile, dei materiali da costruzione, dell'estrazione di pietra, chimico, della produzione e distribuzione di gas ed energia elettrica nonché di prodotti petroliferi raffinati, della stampa e attività connesse. Non mancano fabbriche di mobili, di macchine elettriche, di articoli in plastica, di strumenti ottici e di attrezzature fotografiche nonché di parti e accessori per autoveicoli e apparecchi di controllo dei processi industriali. In questo ambito territoriale è possibile frequentare le scuole dell'obbligo e vari istituti d'istruzione secondaria di secondo grado. A livello sanitario, sono assicurate le prestazioni fornite dagli ospedali locali. La rete di servizi sociali, però, appare tuttora mal distribuita (mancano strutture per gli anziani proprio nei comuni a più alto tasso di invecchiamento come Minervino Murge e Spinazzola così come gli asili nido pubblici sono concentrati nei comuni maggiori, come Barletta). Anche qui si registra un tasso di occupazione inferiore al dato regionale, come in buona parte della nuova provincia, con una punta negativa a Minervino Murge e valori più preoccupanti per l'occupazione femminile. Si tratta di una tendenza negativa che ha portato a un notevole impoverimento del sistema territoriale locale. In conseguenza di una situazione che desta preoccupazione, le forze politiche e imprenditoriali locali sono impegnate nella ricerca di una via di uscita rapida e risolutiva del problema. Particolare attenzione si sta prestando, negli ultimi tempi alla possibilità di utilizzare le opportunità offerte dalla nuova legge regionale per la creazione dei distretti produttivi, coinvolgendo imprese interessate a inserirsi in azioni di sistema riferite a settori quali: l'agroalimentare, l'abbigliamento, il calzaturiero, l'estrattivo e il turismo. Si tratta di settori in cui, pur non emergendo la presenza di imprese leader, esistono interessi ad operare in sinergia con altre realtà territoriali regionali, guardando alla filiera nel suo complesso.
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