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PAGANO, FRANCESCO MARIO
Approfondimento
Approfondimento: PAGANO, FRANCESCO MARIO
Giurista, patriota e uomo politico, nacque a Brienza (PZ) nel 1748. Ebbe come maestro il filosofo ed economista Antonio Genovesi e, dopo aver compiuto gli studi di legge a Napoli, diventò valente avvocato dal 1775 e si dedicò alla composizione di un'importante opera, "I saggi politici" (1783-'85), nella quale trattò l'origine, lo sviluppo e la decadenza della società politica. Dal 1785 divenne professore universitario di diritto criminale e pubblicò le "Considerazioni sul processo criminale" (1787), in cui evidenziò la sua adesione al pensiero illuministico e, in particolare, alle idee del Verri e del Beccaria, sostenendo la superiorità del processo accusatorio e il rifiuto della tortura per ottenere le prove del reato. Nonostante la sua partecipazione a riunioni massoniche nel 1792 e l'incarico di difendere, nel 1794, alcuni patrioti napoletani accusati di far parte di associazioni giacobine, Pagano continuò a godere della fiducia del re Ferdinando IV, che lo nominò giudice del tribunale e dell'ammiragliato. Nel 1796, però, a seguito di sospetti e denunce fu arrestato e privato della cattedra universitaria. Assolto nel 1798 si rifugiò a Roma ma, alla costituzione della Repubblica partenopea (gennaio 1799), ritornò a Napoli e fece parte del governo provvisorio. Nominato presidente del comitato legislativo, preparò la costituzione della nuova repubblica che, con il titolo "Disegno della costituzione della Repubblica napoletana", fu pubblicata nel maggio del 1799; la costituzione, però, non andò mai in vigore perché la repubblica cadde. Quando i francesi abbandonarono Napoli, Pagano, insieme con altri patrioti, si rifugiò nel Castel Nuovo e ne uscì dopo la firma della resa col cardinale Ruffo. L'ammiraglio Nelson sconfessò il patto e fece imprigionare e condannare i repubblicani. Pagano fu giustiziato il 29 ottobre del 1799. v. anche REPUBBLICA PARTENOPEA
