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LONGOBARDI

Approfondimento

Approfondimento: LONGOBARDI

Popolo di origine germanica proveniente forse dalla Scandinavia e stanziato nel I secolo d.C. alla foce del fiume Elba. Migrato successivamente verso sud-est, nel V secolo fu sconfitto da Odoacre in Moravia e nel 526 passò in Pannonia e nel Norico in qualità di federato dell'impero romano d'Oriente. Sotto la pressione degli àvari, popolo uralo-altaico, i longobardi abbandonarono la Pannonia e nel 568, al seguito di re Alboino, iniziarono la migrazione verso l'Italia. Qui, senza incontrare una forte resistenza da parte dei bizantini, i quali erano impegnati a difendere i confini orientali del loro impero, conquistarono Cividale del Friuli (569) e a poco a poco tutto il Veneto e la pianura padana, raggiungendo Milano; Pavia, sottomessa nel 572, fu eletta capitale del regno longobardo, che prese il nome di Longobardia. Il dominio longobardo si estese ben presto a tutta l'Italia settentrionale e centrale, con l'esclusione del ducato di Venezia, delle coste liguri, dell'esarcato di Ravenna, della Pentapoli e del ducato romano che, insieme all'Italia meridionale, rimasero dominio dei bizantini; gruppi di longobardi raggiunsero anche Spoleto e Benevento, dove costituirono due ducati. Dopo l'uccisione di re Alboino (572) e del suo successore Clefi (574), seguì un decennio di crisi e di anarchia, durante il quale i duchi più potenti governarono autonomamente e spesso in contrasto tra di loro. Sotto la minaccia dei bizantini e dei franchi, la monarchia fu restaurata con l'elezione di re Autari (584-590). In parte convertitisi alla religione ariana (568) e in parte rimasti legati al paganesimo, i longobardi furono sempre avversi alla Chiesa cattolica, finché nel 604 re Agilulfo (591-616), marito della cattolica Teodolinda, già moglie di Autari, fece battezzare suo figlio Adaloaldo con il rito cattolico, dando così il via alla conversione di molti sudditi. Da quel momento la storia del regno longobardo fu caratterizzata da feroci lotte interne tra longobardi cattolici e longobardi ariani e da accordi e contrasti con la Chiesa cattolica. Al re ariano Rotari (636-652) si deve l'emanazione del famoso editto omonimo, che rappresentò la prima codificazione scritta delle tradizioni giuridiche longobarde (643). Il regno raggiunse la massima potenza con Liutprando (712-744), fervente cattolico: costui difese il papa contro l'imperatore di Bisanzio nel periodo dell'iconoclastia, bloccò l'avanzata del suo popolo verso la capitale della cristianità ed effettuò la donazione del castello di Sutri (728) e di altri castelli, che costituirono il primo nucleo del Patrimonio di San Pietro. I suoi successori, tra i quali Astolfo (749-756), si trovarono stretti tra il potere della Chiesa, la pressione dei franchi, fattisi alleati del pontefice, e il forte spirito di indipendenza dei duchi longobardi, soprattutto di quelli di Spoleto e Benevento. Il re franco Pipino il Breve accorse in aiuto del papa e sconfisse i longobardi nel 754 e nel 756, consegnando al papa i possedimenti bizantini dell'Italia centro-settentrionale. Il dominio longobardo in Italia ebbe fine con l'intervento di Carlo Magno, re dei franchi, il quale, dopo aver ripudiato la moglie Ermengarda o Desiderata, figlia del re longobardo Desiderio, intervenne in difesa della Chiesa e sconfisse l'esercito nemico nel 774: re Desiderio cadde prigioniero e il figlio Adelchi fu costretto a scappare a Costantinopoli. Carlo assunse quindi il titolo di re dei longobardi e, pur avendo riconosciuto al regno una certa autonomia, in seguito a una rivolta dei duchi longobardi (776), con gesto deciso li sostituì con conti e marchesi franchi. Alla fine dell'VIII secolo agli sconfitti restavano i soli ducati di Spoleto e di Benevento, soggetti al re dei franchi. Dopo la costituzione del REGNUM ITALIAE (781) e l'annessione al Sacro Romano Impero (800), i longobardi cominciarono a fondersi con le genti latine e i nuovi conquistatori d'oltralpe. v. anche PRINCIPATO DI SALERNO

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