Centro collinare di origini antiche, le cui principali risorse economiche sono costituite dalle tradizionali attività rurali -da diversi secoli riveste grande importanza la coltura del tabacco- e da un solido apparato industriale. I sangiustinesi, il cui indice di vecchiaia è superiore alla media, si concentrano soprattutto nel capoluogo comunale e nella località di Selci-Lama ma popolano anche svariati aggregati urbani elementari e case sparse sui fondi. Il territorio comunale, che per gran parte della sua estensione presenta i tratti tipici della pianura e della bassa collina, tende a corrugarsi a settentrione, dove si schierano i rilievi alto-collinari che preludono alle asperità dell'Alpe della Luna. Ricco di corsi d'acqua, tra cui spiccano il rio di Valdimonte e il torrente Selci, il comprensorio sangiustinese ha il suo punto di riferimento geografico, economico e ambientale nell'alto corso del fiume Tevere. L'armonia che lo caratterizza è dovuta al razionale processo di antropizzazione, che ha lasciato sussistere, accanto a moderni insediamenti e coltivi, oasi di natura selvaggia -nella fattispecie boschi cedui e formazioni secolari di faggi e specie quercine-. L'abitato sorge alla convergenza d'importanti tracciati viari, sulla sommità di un colle che domina a perdita d'occhio i borghi medievali, le abbazie romaniche e la fertile campagna della Val Tiberina. Sullo sfondo azzurro dello stemma comunale campeggiano una bilancia di due coppe e una spada, con l'impugnatura poggiata su una fascia "diminuita e abbassata"; quest'ultima contiene la scritta SAN GIUSTINO, mentre nel "capo" figurano cinque rose.