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POPPI (AR)

 
Stemma del comune non disponibile
 

Servizi

  • Stazione ferroviaria: a Poppi
  • Porto: a Ravenna
  • Aeroporto: a Firenze/Peretola
  • Carabinieri: a Poppi
  • Guardia di finanza: a Poppi
  • Vigili del fuoco: a Bibbiena
  • Corte d'Appello: a Firenze
  • Tribunale: ad Arezzo
  • Farmacia: a Poppi
  • Ospedale: a Bibbiena
  • Scuole: a Poppi
  • Biblioteche: a Poppi
  • Musei: a Poppi
  • Uff.Postale: a Poppi
 

Località

  • Salta elenco località
  • Avena, 
  • Averna, 
  • Badia Prataglia, 
  • Becarino, 
  • Buiano, 
  • Camaldoli, 
  • Eremo, 
  • Lierna, 
  • Memmenano, 
  • Moggiona, 
  • Montanino, 
  • Porrena Alta, 
  • Quota, 
  • Riosecco, 
  • Sala, 
  • San Martino a Monte di Sotto, 
  • San Martino Tremoleto, 
  • Storca. 
   

Comune di Poppi - Statistiche

Centro montano di origine alto medioevale, le cui attività sono caratterizzate dalla lavorazione del legno e dal turismo. La comunità dei poppesi, con un indice di vecchiaia molto alto, è costituita da più località, quali: Avena, Camaldoli, Carpineto, Certomondo, Fronsola, Lierna, Memmenano, Moggiona, Ponte a Poppi, Porrena, Quota, Raffinopoli, Sala, S. Martino Tremoleto. Il comune ha anche due isole amministrative: l'una, Badia Prataglia, con quasi mille residenti, tra Bibbiena, Chiusi della Verna e il confine provinciale, e l'altra, Riosecco, con poche decine di abitanti, tra Ortignano Raggiolo, Bibbinea e Castel Focognano. Il centro storico che si eleva rispetto al resto dell'abitato ha conservato un aspetto antico. Il paesaggio, con il fiume Arno e il torrente Solano, è caratterizzato da una vegetazione montana molto folta: in particolare sono famosi i fittissimi boschi di faggio e abete di Camaldoli. Il profilo geometrico del territorio si presenta molto irregolare e passa da un'altitudine minima di m 330 nella zona di Lagacciolo, a ovest del comune, all'altitudine massima di m 1.449 presso il Cotozzino nella zona di Camaldoli, a nord-est. I leoni raffigurati nello stemma, concesso con Decreto del Capo del Governo, ricordano i rami della famiglia Guidi, padrona del Castello, e furono inseriti nell'emblema da Francesco Guidi di Battifalle. Dopo la caduta dei Guidi, il comune mantenne le insegne precedenti aggiungendo il giglio fiorentino sostenuto da leoni.  

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