Comune collinare, di origine antica, con un’economia basata sulle attività agro-pastorali, affiancate da un crescente sviluppo del turismo. I barralesi, che presentano un indice di vecchiaia inferiore alla media, vivono per la maggior parte nel capoluogo comunale; solo pochi si concentrano in case sparse. Il territorio, situato alla confluenza di quattro sub-regioni (Campidano, Trexenta, Parteolla e Gerrei), presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche accentuate. L’abitato, interessato da un fenomeno di forte crescita edilizia, è situato su di un piano umido in seno alla falda del monte Uda; conserva la tipologia tradizionale trexentese dell’abitazione, rappresentata dalla casa a corte in mattoni di fango e paglia (“ladiri”). Sul monte Uda c’è una grande pineta, unico polmone verde della Trexenta e del Campidano di Cagliari; questa si estende nel nord-ovest del comprensorio barralese, confinando con i territori dei comuni vicini. Tutti i terreni, come nella maggior parte del Campidano, sono assiepati a fichi d’india, che vi vegetano senza particolari problemi. Il vicino fiume, durante l’inverno, è popolato di anatre e di galline acquatiche; in esso si possono pescare anguille, tinche e persino delle trote. Lo stemma comunale, partito, è stato concesso con Decreto del Presidente della Repubblica. Nella prima sezione, a sfondo azzurro, figura un albero di arancio, verde, munito di nove frutti d’oro, fondato su una verde campagna erbosa e accostato da due pecore d’argento che pascolano ai lati della pianta; la seconda partizione, argentea, riproduce un albero di mandarino, verde, munito di nove frutti dorati, fondato anch’esso su una verde campagna erbosa e accompagnato da una capra nera.