Descrizione
Centro collinare di origine antica, in cui prevalgono in modo rilevante le attività industriali. Il diffuso benessere si è accompagnato, negli ultimi decenni, ad un notevole incremento demografico, come si può rilevare, tra l'altro, dal valore medio dell'indice di vecchiaia dei besnatesi. La comunità si distribuisce, oltre che nel capoluogo del comune, anche nella località di Centenate. Il territorio comunale evidenzia un profilo geometrico prevalentemente collinare con parti pianeggianti (l'andamento altimetrico oscilla tra i 265 metri ed i 340 metri). Il centro è interessato dal fenomeno dell'espansione edilizia: l'abitato presenta, accanto ad edifici moderni o di recente ristrutturazione, esempi di architettura rurale di un certo interesse, che affiancano le moderne strutture industriali a testimonianza di una cultura contadina che ormai va scomparendo. Sullo sfondo aureo dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, si raffigura un biscione, emblema visconteo, nell'atto di ingoiare un putto. Lo accompagnano in capo due "imprese" formate da tre anelli intrecciati e poste in fascia.
Storia
Fino al 1907 il territorio fece parte del comune di Jerago. Sede del primo vero insediamento agricolo della Lombardia, risalente al periodo del neolitico, è famosa per la stazione palafitticola della Lagozza. I resti archeologici più noti sono armi e arpioni di osso, pesi da telaio e fuseruole, oggetti in ceramica dal tipico colore nerastro e lucido. Gli studi ipotizzano che nella zona della palude vivessero circa settanta famiglie dedite all'agricoltura, alla pesca e alla caccia ma che ben conoscevano l'arte della tessitura e che avevano raggiunto un notevole grado di civiltà che ci permette di parlare di una vera e propria cultura, la cultura di Lagozza, appunto. Dell'epoca romana restano alcune tombe e un cippo sepolcrale risalente al secolo I d. C con un'iscrizione che lo attribuirebbe alla famiglia Nevia. Nel X secolo fu proprietà dei Visconti, in seguito alla concessione di Ottone III di Germania. Annessa al feudo di Gallarate, poi di nuovo separata nel '400, fu attribuita agli Arrigoni. Contesa fra i rami della famiglia Visconti, l'ultimo a possederla fu Giulio Visconti Borromeo Arese, alla fine del Settecento. Eretta verso la fine del IX secolo, la chiesa di S. Martino ha subìto numerose opere di ristrutturazione: l'ultimo intervento alla facciata risale agli anni '30; custodisce opere d'arte di notevole pregio. Di minore interesse sono la chiesa di Sant'Eugenio Martire, che conserva le reliquie del Santo, e la chiesa di Santa Maria al Castello, con un affresco, rappresentante la "Presentazione di Gesù al Tempio", ornato dagli stemmi dei Visconti perché forse la piccola chiesa era la cappella della nobile famiglia.
Economia
L'andamento globale dell'economia rispecchia la vivacità dei comparti industriali che hanno potuto espandersi e svilupparsi anche perché favoriti dalla prossimità dell'autostrada per Sesto Calende. La principale fonte di reddito deriva dalla media e piccola industria imperniata soprattutto sui comparti tessile, meccanico, manifatturiero (mobili e oreficeria), elettronico, metallurgico, sulla produzione di articoli in plastica, sulla produzione di gas e sull'edilizia. L'agricoltura, che non ha più un ruolo rilevante, è praticata soprattutto per la produzione di cereali e foraggi. L'allevamento, oltre che di bovini, si occupa di cavalli purosangue che costituiscono una peculiarità del centro. Sul posto è disponibile il servizio bancario ma mancano altri pubblici servizi. Sebbene le strutture scolastiche presenti consentano di frequentare solo le scuole dell'obbligo, la comunità gode di una discreta vita culturale, grazie anche al funzionamento di una biblioteca. Le strutture ricettive e i pubblici esercizi sono in generale poco rilevanti. Il servizio sanitario elementare è assicurato dalla farmacia locale.
Relazioni
Oltre che per motivi di interesse naturalistico e archeologico, riesce ad esercitare una certa attrazione anche grazie all'area protetta del Parco lombardo della Valle del Ticino ma è soprattutto grazie al suo tessuto industriale che si determina un non irrilevante flusso di manodopera dalla zona limitrofa. Per la carenza dei servizi gravita verso i maggiori centri lombardi. La festa patronale, in onore di S. Martino, si celebra l'11 di novembre.
Località
Centenate