Descrizione
Comune di montagna, fondato nel Medioevo; è sorretto dall'indotto del turismo e dalle attività rurali. La maggior parte degli apositani, il cui indice di vecchiaia è particolarmente elevato, si distribuisce nella località di Sigillo e nel capoluogo comunale; il resto della comunità risiede in diversi aggregati urbani minori. Il nucleo antico dell'abitato, dominato dalla chiesa dedicata a San Francesco, assiduo frequentatore di questi luoghi, è situato sulla sommità di un colle mentre la parte moderna si sta espandendo lungo un'importante arteria viaria. Il paesaggio si presenta quanto mai vario e spettacolare: i contrafforti del massiccio montuoso del Terminillo, ammantati di faggi, cerri, aceri e castagni, proiettano la loro ombra sul fondovalle del fiume Velino, che in questa zona scorre in una stretta e selvaggia gola, frequentata da merli acquaioli, rondini montane e altre specie di uccelli tipiche degli ambienti rocciosi; altrove lo scenario naturale è caratterizzato dalle forme regolari dei campi coltivati e dei vigneti. Lo stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è “partito”: da un lato raffigura un leone d'oro in “campo” rosso –l'animale stringe nelle zampe anteriori una palma verde–, dall'altro tre gigli d'oro e un “lambello” rosso a tre “gocce”, su fondo azzurro.
Storia
Attraversata dall'antica via consolare Salaria, fu frequentata fin dall'antichità, come testimoniano tratti dell'antico tracciato viario, sepolcri, bassorilievi e altri reperti archeologici. La fondazione dell'attuale abitato risale invece al XIII-XIV secolo e si deve agli abitanti del castello di Machilone, distrutto dalle truppe aquilane; incorporato nel contado aquilano per concessione di Carlo II d'Angiò, l'abitato ne seguì le vicende storiche fino al XVI secolo. In seguito appartenne ai Brancaleone, ai Mareri, a Giordano Cesi e ai Cavalletti. Il toponimo deriva dall'appellativo “posta”, ‘luogo destinato all'alloggio dei viaggiatori e al cambio dei cavalli', in riferimento alla posizione che l'abitato occupava lungo la via Salaria. Per buona parte distrutta dal devastante terremoto del 1703, conserva ugualmente interessanti testimonianze storico-architettoniche: tra queste spicca la chiesa di San Francesco, con un bel portale cinquecentesco e il campanile a torre –all'interno custodiva due croci processionali del Duecento, che riprendevano i motivi tipici dell'arte abruzzese e che oggi si trovano nel museo diocesano di Rieti–. Nella parte antica dell'abitato si trovano anche i resti del castello medievale e della cinta muraria mentre nelle località di Bacugno e Villa Camponeschi si possono ammirare interessanti chiese.
Economia
La comunità degli apositani, inserita in un contesto ricco di stimoli e aperta alle esigenze della modernità, ha saputo esprimere le sue potenzialità, mantenendo vivo il legame con la tradizione. La progressiva perdita d'importanza delle tradizionali attività rurali, incentrate sulla produzione di cereali, patate, legumi e uva da vino nonché sull'allevamento di bovini, è stata bilanciata dalla crescita del turismo, che ha dato impulso alla creazione di un moderno ed efficiente apparato ricettivo, di una valida rete distributiva e di un ampio ventaglio di servizi qualificati, fra cui anche il credito. Rimane invece fermo a uno stadio embrionale di sviluppo il settore industriale. Il comune, dotato degli ordinari uffici municipali e postali e di una stazione dei carabinieri, ospita la sede della Comunità montana e le scuole dell'obbligo ma è sprovvisto di strutture culturali di rilievo; il presidio distrettuale e la farmacia provvedono all'assistenza sanitaria.
Relazioni
Le notevoli attrattive paesaggistiche ne fanno un'apprezzata meta turistica, molto frequentata sia nel periodo estivo sia in inverno. In località Sigillo sono senz'altro da visitare le selvagge gole del fiume Velino, estese per circa quattordici chilometri; facilmente raggiungibili e altrettanto interessanti, anche se meno impervie, sono quelle di Antrodoco, lunghe un chilometro e mezzo. La vicinanza del massiccio montuoso del Terminillo, con le sue modernissime attrezzature sportive e turistiche, costituisce un ulteriore elemento di richiamo per tutti gli appassionati di escursionismo, alpinismo e sport invernali. La festa del Patrono San Felice si celebra il 16 giugno.
Località
Bacugno, Cerqua, Collacchio, Favischio, Figino, Fontarello, Laculo, Monte di Cambio, Monte I Porcini, Monte la Cerasa, Monti Boragine-La Cerasa, Picciame, Piedimordenti, Sigillo, Steccato, Villa Camponeschi