Descrizione
Piccola comunità collinare, di origini incerte, con un’economia basata prevalentemente sulle tradizionali attività agricole, affiancate da modeste iniziative industriali. Gli albarettesi, che presentano un elevato indice di vecchiaia, sono distribuiti tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, numerose case sparse e i nuclei urbani minori di Lesme, Sant’Antonino e Tre Cunei. Il territorio ha un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono gli 840 metri di quota. L’abitato, immerso in una suggestiva cornice paesaggistica, è interessato da una forte crescita edilizia; situato fra dorsali e vigneti, su un poggio inciso da alcuni rami sorgentizi del torrente Tallonia, affluente di destra del fiume Tanaro, ha un andamento plano-altimetrico leggermente vario.
Storia
Citata come “Albaretus” in un documento della seconda metà dell’XI secolo, deriva il toponimo dal termine dialettale “albra”, ‘pioppo’, con l’aggiunta del suffisso collettivo -ETUM. La specificazione, di chiaro significato, non compare in attestazioni medievali, per cui deve ritenersi introdotta in epoca tarda. Non si hanno notizie sulle prime vicende del borgo e incerte sono anche le sue origini: l’unica attestazione pervenuta è una lettera del comandante della massa cristana piemontese Brandale Lucioni, nella quale vengono teorizzate delle tattiche di guerriglia utili a sconfiggere i giacobini francesi. Non si segnalano testimonianze storico-architettoniche di particolare valore, fatta eccezione per la torre del XIII secolo che svetta ben conservata presso la casa parrocchiale.
Economia
Non è sede di altri uffici all’infuori di quelli deputati al funzionamento dei normali servizi municipali e postali. Sul posto manca la stazione dei carabinieri, per cui le funzioni di autorità di pubblica sicurezza sono, all’occorrenza, svolte dal sindaco. Va però segnalata la presenza della Pro Loco. Il quadro economico risente dell’impronta rurale della zona, con un settore primario basato sulla produzione di cereali, frumento, foraggi, uva e nocciole e integrato dalla raccolta di funghi e tartufi; parte della popolazione si dedica anche alla zootecnia: si allevano bovini, suini, avicoli e la razza ovina “pecora della Langa”, ottima lattifera. Il settore economico secondario è rappresentato da piccole aziende che operano nei comparti alimentare, edile, della fabbricazione di mobili e macchine per l’agricoltura. Non sono forniti servizi più qualificati, come quello bancario; una rete distributiva, di dimensioni non rilevanti ma sufficiente a soddisfare le esigenze primarie della comunità, completa il panorama del terziario. Non dispone di strutture di una certa rilevanza: sociali, sportive e per il tempo libero. Le scuole locali assicurano soltanto l’istruzione materna; manca una biblioteca per l’arricchimento culturale. Le strutture ricettive offrono possibilità di ristorazione ma non di soggiorno. A livello sanitario sul posto è assicurato il servizio farmaceutico; per le altre prestazioni è necessario rivolgersi altrove.
Relazioni
Sebbene non figuri tra le mete turistiche più celebrate della zona, offre a quanti vi si rechino la possibilità di gustare i genuini prodotti del luogo, godere delle bellezze dell’ambiente naturale ed effettuare interessanti escursioni nei dintorni. È poco frequentata anche per lavoro, in quanto le sue attività produttive non consentono di assorbire neppure tutta la manodopera del posto, costretta ogni giorno a raggiungere le aree più sviluppate. I rapporti con i comuni vicini non sono particolarmente intensi: la popolazione vi si rivolge, oltre che per motivi di studio, anche per usufruire dei servizi non disponibili localmente. Non vi si svolgono manifestazioni culturali o ricreative di rilievo. Il Patrono, San Sebastiano, si festeggia il 20 gennaio.
Località